RIFORMA VALDITARA, MCE: «UN ATTACCO ALLA CULTURA DEMOCRATICA DELLA SCUOLA»

«La società civile fatica a cogliere la direzione degli interventi sulla scuola, che puntano a un’egemonia culturale e politica. Tutte le forze progressiste del Paese dovrebbero impegnarsi a costruire alleanze e sinergie». Così Anna D’Auria, MCE in un incontro a Roma su scuola e riforma. Claudio Tosi, CSV Lazio: «Ricostruire un’idea di società basata sui valori del volontariato, contro la paura che ci rende individualisti e ripiegati su noi stessi»

di Antonella Patete

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Soffia un vento di cambiamento nella scuola italiana, un cambiamento che guarda al futuro puntando sulla forza del passato e della tradizione. Ma, dall’enfasi sul voto in condotta allo studio della Bibbia e del latino nella scuola media, non tutti sembrano apprezzare lo sforzo di riscrivere le regole e i programmi scolastici attuato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Anche di questo si è parlato nel corso di un incontro organizzato da CSV Lazio, dalla rete dei Cemea e  dall’organizzazione francese Cnajep. «L’idea di fondo è quella di ricostruire un’idea di società più solidale e basata sui valori del volontariato, lottando contro la paura che ci rende tutti più individualisti e ripiegati su noi stessi», afferma il coordinatore del progetto, Claudio Tosi. Oltre all’incontro sull’educazione attiva, che si è tenuto nella sede centrale di CSV Lazio di Via Liberiana a Roma, il progetto ha dedicato momenti di riflessione su temi cruciali come diritti delle donne e delle persone Lgbt, migrazioni e movimenti antagonisti, bilancio statale.

Verso lo smantellamento della cultura della scuola

«Fin dal suo insediamento, nell’ottobre 2022, il ministro Valditara sta tentando, attraverso innumerevoli interventi legislativi, di cambiare radicalmente la cultura della scuola», spiega Anna D’Auria, ex dirigente scolastica e delegata del Movimento di Cooperazione Educativa. «Si tratta di un attacco alla cultura democratica della scuola, costruita negli anni delle grandi riforme attraverso l’impegno di educatori, insegnanti e pedagogisti, per creare un’educazione emancipatrice, ispirata ai principi solidaristici della Costituzione». Secondo D’Auria, «la destra ha innestato i suoi interventi violenti, regressivi e autoritari» su una scuola divenuta più fragile a causa di decenni di disinvestimenti in strutture, risorse, tempo scuola, soprattutto nelle periferie e nel Sud Italia. Un’operazione, precisa la rappresentante del Movimento di Cooperazione Educativa, che il governo sta portando avanti «in solitudine e senza alcun confronto con i protagonisti della scuola e con quello che è stato costruito in precedenza».

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Claudio Tosi, CSV Lazio: «Ricostruire un’idea di società più solidale e basata sui valori del volontariato, lottando contro la paura che ci rende più individualisti e ripiegati su noi stessi»

“Autorità, umiliazione, merito, gerarchia”: le parole d’ordine della destra al governo

Sono quattro, secondo D’Auria, le parole d’ordine che caratterizzano le politiche della destra al governo: autorità, umiliazione, merito e gerarchia. «Prima sono stati riformati i criteri di valutazione per la scuola primaria, enfatizzando solo i risultati dell’apprendimento, poi è stato introdotto il dimensionamento scolastico, che prevede l’aggregazione di scuole situate anche in comuni diversi, togliendo forza al collegio dei docenti e alla leadership educativa dei dirigenti scolastici, costretti a operare su realtà completamente diverse». Inoltre, con la nuova norma sul voto in condotta, che indipendentemente dal profitto degli studenti, incide sull’ammissione all’anno successivo e il non riconoscimento dei crediti scolastici «si riduce la discrezionalità dei docenti e il valore educativo dei provvedimenti disciplinari, introducendo il paradigma del punire per adattare. Una logica autoritaria che trascura il fatto che acquisire le regole di convivenza e le abilità sociali, imparare a differire le pulsioni sono competenze che anche la scuola è chiamata a sviluppare». L’obiettivo, spiega D’Auria, è quello di «usare l’umiliazione come elemento pedagogico presentando l’operazione anche come un modo per restituire autorevolezza alla figura dell’insegnante e alla scuola». In una direzione regressiva vanno anche le linee guida per l’educazione civica emanate dal ministro, che insistono su una cultura di impresa per consentire alle studentesse e agli studenti di potenziare attitudini e conoscenze relative al mondo del lavoro, all’autoimprenditorialità e tutela della proprietà privata, a scapito di un’educazione volta prioritariamente a promuovere legami di solidarietà a fondamento della cittadinanza.

“In piazza la protesta, a scuola la proposta”

Di fronte a questa situazione, la società civile stenta a battere un colpo. Secondo la rappresentante del Movimento di Cooperazione Educativa, infatti, «fatica a cogliere la direzione dei numerosissimi interventi sulla scuola, che puntano a costruire un’egemonia culturale e politica agendo sull’educazione e sulla scuola. Anche durante il Fascismo», ricorda, «sono stati emanati circa 3.500 decreti legge sulla scuola, ambito privilegiato per condizionare i valori e la visione dell’intera società». Tutte le forze progressiste del Paese, le associazioni professionali e i movimenti politici dovrebbero, dunque, «stare tra la gente» e impegnarsi a costruire «alleanze e sinergie». Un’operazione che il Movimento di Cooperazione Educativa sta provando a portare avanti insieme al CSV Lazio e ad altre associazioni, ma con mille difficoltà. «Dobbiamo rafforzare la cultura democratica, resistere alla logica autoritaria del governo di destra e seguire l’esempio del Messico, dove è stato coniato lo slogan: “In piazza la protesta, a scuola la proposta”», sottolinea. Il compito delle associazioni, insomma, è quello di essere più presenti nelle piazze, ma soprattutto di rafforzare la proposta pedagogica nelle scuole e nei servizi educativi. «Dobbiamo far crescere bambini e bambine, ragazze e ragazzi che abbiano spirito critico e sappiano assumersi responsabilità», conclude D’Auria. «Che possano cooperare e sviluppare la coscienza che i problemi personali si risolvono soltanto all’interno di una visione planetaria dei rapporti di solidarietà non solo tra individui, ma anche tra popoli, Stati e governi».

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Anna D’Auria, MCE: «Dobbiamo far crescere bambini e bambine, ragazze e ragazzi che abbiano spirito critico e sappiano assumersi responsabilità, che possano cooperare e sviluppare la coscienza che i problemi personali si risolvono soltanto all’interno di una visione planetaria dei rapporti di solidarietà non solo tra individui, ma anche tra popoli, Stati e governi»

Per una pedagogia della musica che sappia coinvolgere le nuove generazioni

Sulla riforma Valditara e sul futuro dell’istruzione si è recentemente espresso anche un gruppo di docenti e pedagogisti, dalla scuola primaria ai conservatori e alle università insieme alle associazioni del settore didattico-musicale. In un documento ufficiale, il gruppo ha espresso le proprie preoccupazioni per l’assenza di un confronto con esperti qualificati, temendo decisioni politiche penalizzanti per il settore. Il documento evidenzia la necessità di una visione moderna della didattica musicale, che superi la mera riproposizione della storia della musica classica occidentale, includendo altri generi e adattandosi alla realtà multiculturale delle scuole italiane. «Non basta essere laureati, anche con il massimo dei voti, per essere buoni maestri; o essere musicisti, anche molto affermati, per poter essere insegnanti di musica efficaci», si legge nel documento. «C’è bisogno di insegnanti ed educatori consapevoli e preparati che sappiano, in primis, fare innamorare le nuove generazioni delle strade aperte dalla scoperta e la curiosità, stimolare pensieri liberi e divergenti, ricercare bellezza condivisa e rispetto reciproco».

Realizzato da Associazione Internazionale Musica in Culla, OSI Orff-Schulwerk, Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia, Centro Studi di didattica musicale Roberto Goitre APS, Centro Studi Maurizio Di Benedetto, ha tra i primi firmatari: CSMDB, Siem-Musica Domani, Università di Palermo, Scuola Popolare di Musica di Testaccio, Forum Nazionale Educazione Musicale, Centro di Documentazione Servizi educativi e Infanzia di Roma Capitale.

RIFORMA VALDITARA, MCE: «UN ATTACCO ALLA CULTURA DEMOCRATICA DELLA SCUOLA»

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