SÌ, LE PERIFERIE POSSONO RINASCERE. LO DIMOSTRA SCAMPIA
Il racconto di una visita nel quartiere napoletano, dove l'impegno di associazioni, imprese sociali e singole persone sta cambiando tutto
06 Giugno 2017
Domenica 28 maggio 2017, insieme ad alcuni amici di Reti di Giustizia e di altre associazioni di Latina e dei comuni limitrofi, sono stato a Scampìa, quartiere di Napoli.
Scampìa è un quartiere periferico di Napoli nord, delimitato dalla Circumvallazione e confinante con i comuni di Mugnano, Melito e Arzano. Per chi non conosce Napoli, Scampia è un quartiere con grandi palazzi di dieci-dodici piani, prevalentemente di edilizia popolare, strade larghe e pochi servizi. Come è accaduto per molti quartieri periferici delle grandi metropoli italiane ed europee, è un quartiere progettato con lo scopo di “ammucchiare” le persone, pensando così di risolvere alla meno peggio le esigenze abitative delle famiglie.
Il quartiere Scampìa è entrato nelle cronache nazionali per la guerra di camorra tra la famiglia Di Lauro e gli “scissionisti”, che si è svolta all’inizio di questo secolo, guerra che ha lasciato sull‘asfalto decine di morti. Il quartiere Scampìa, fino a qualche anno fa, era anche tristemente famoso per essere una grande piazza di spaccio di droga. Gli appassionati di cinema e di televisione conoscono Scampìa perché vi sono state girate alcune scene del film Gomorra e dell’omonima serie televisiva.
Questo per il passato. Ora è cominciata la rinascita di Scampìa.
La rinascita di Scampia
C’è un nuovo Scampìa che ci ha fatto conoscere Rosario Esposito La Rossa, giovane scrittore napoletano, nato lì, che, insieme ad altri suoi coetanei ed ex-compagni di scuola, sta facendo rinascere il quartiere, nel vero senso della parola.
A Rosario uccisero il cugino, Antonio Landieri, ragazzo disabile e vittima innocente di camorra, nel corso di una sparatoria a scopo intimidatorio (6 novembre del 2004).
Molti di noi avevano già conosciuto Rosario lo scorso dicembre, quando ci portò, ad Anzio e a Cisterna di Latina, il pacco-regalo natalizio “Made in Scampìa”. Domenica abbiamo incontrato Rosario nella sua città, nel suo quartiere, nella sua terra.
È stata una giornata coinvolgente ed emozionante. Vedere alcune delle più terribili piazze di spaccio di droga, teatro di omicidi, di tragedie familiari, di morti per overdose, trasformate in luoghi di socialità e di speranza, ci dà forza e motivazione per continuare le battaglie per la legalità anche nei nostri territori.
Lo sport e il verde
Siamo arrivati con il pullman, a metà mattina, al centro sportivo ARCI di via Fratelli Cervi a Scampìa. Rosario ci ha raccontato (e poi ci ha fatto vedere anche le fotografie) di come era prima e di come è adesso il luogo: prima piazza degradata, ora è un centro sportivo dove si allenano e giocano varie squadre giovanili, con due campi di calcetto e un campo più piccolo, il tutto con erba sintetica di buona qualità), una porzione riservata solo alla scuola per portieri ed altri servizi.
Qui giocano a pallone, insieme agli altri bambini, anche i figli dei camorristi e dei detenuti comuni; anche questo è un modo per dare delle opportunità a chi viene da famiglie difficili. Rosario ci ha raccontato che per costruire questo centro sportivo non sono stati richiesti fondi pubblici, ma tutto proviene da donazioni private, ottenute anche tramite famosi calciatori di serie A. Gli operatori del centro sportivo sono volontari (tra cui Rosario), che operano a titolo gratuito.
Ci siamo poi trasferiti in un rione adiacente, delimitato da via Hugo Pratt, dove in mezzo a palazzi di dodici piani c’è un altro segno della rinascita di Scampia, un grande giardino pubblico, gestito da un’associazione locale; il tutto molto più pulito e ben tenuto di molti parchi e giardini di Latina e di Nettuno, con uno spazio dedicato agli animali ed uno spazio dedicato esclusivamente ai bambini più piccoli.
Dulcis in fundo, per concludere la prima parte della giornata: la Pasticceria del Sole, dove chi aveva voglia ha gustato i classici dolci napoletani: sfogliatelle, pastiere ed altre prelibatezze
La cucina e la casa editrice
Era ormai quasi ora di pranzo e siamo andati a mangiare da Chikù, luogo particolare, gestito da un’impresa sociale dove cucinano donne rom e donne napoletane; cucina italiana e cucina balcanica. Il pranzo è stato assai gradito
Anche per digerire, abbiamo fatto una visita all’adiacente “villa comunale”, cioè il Parco di Scampìa, al centro del quartiere, la cui forma e le cui dimensioni ricordano il Circo Massimo a Roma.
Il parco è stato recentemente riqualificato. Dal parco abbiamo potuto constatare quanto ci raccontava Rosario: dei sette enormi edifici, chiamati “le Vele”, tre sono stati già abbattuti, tre lo saranno presto e l’ultima “vela” rimarrà in piedi, verrà ristrutturata e diventerà “la casa” delle associazioni del quartiere.
Le Vele sono state per anni un luogo di disagio sociale e gli abitanti ora abitano poco distante in edifici più piccoli, molto più vivibili. Poco distante abbiamo notato un grande edificio in costruzione, di forma cilindrica, che ospiterà la facoltà di medicina e chirurgia di una delle università napoletane. Anche questo aiuterà la riqualificazione del quartiere e sarà un grande volano per l’economia locale
Infine, ci siamo spostati alla “Scugnizzeria”, cioè la sede dell’associazione “Voci di Scampia”, una delle realtà animate da Rosario, e anche sede operativa della casa editrice Marotta & Cafiero, anch’essa presieduta da Rosario; lì, chi voleva ha potuto acquistare alcuni libri. Io ho acquistato il libro scritto da Rosario, “Fiori d’agave”, che racconta storie vere di ragazzi del quartiere di Scampìa. Rosario ci ha invitati all’inaugurazione della sede, che dovrebbe avvenire fra circa un mese. Poi ci siamo salutati e siamo tornati a Latina con il pullman.
Il gemellaggio e le visite
Rosario ha auspicato, ed anche io lo spero, che si venga a creare una sorta di “gemellaggio” tra le nostre città dell’Agro Pontino e il quartiere di Scampia. Dobbiamo fare sapere ai nostri amici, conoscenti, ai nostri concittadini, ai media del nostro territorio, che Napoli e Scampìa stanno risorgendo dal degrado.
Dobbiamo sostenere Rosario e gli altri suoi coetanei in questo sforzo di far rinascere il quartiere e tutta Napoli, anche facendo visitare il quartiere e la città attraverso la formula di visita di tre giorni: un giorno a Scampia e due giorni a vedere le bellezze di Napoli e dintorni.
Dovremmo anche organizzare gite scolastiche, per portare i nostri studenti a vedere una realtà forte ed interessante, non le solite località-cartolina che possiamo anche vedere da casa, in televisione o nel web.
Rosario è la testimonianza che si può coniugare volontariato ed impresa sociale: volontariato per la scuola calcio e per le giornate nelle scuole, ma anche impresa sociale e culturale, attraverso la casa editrice , con gli itinerari di visita di Made in Scampia e con la ristorazione di Chikù.