Da diversi anni impegnata nell’ambito dell’educazione, della formazione e della comunicazione sociale, la 40enne Silvia Sanchini ha voluto condividere nel volume Riportando tutto a casa – Viaggi, storie, incontri nel mondo dell’educazione e del sociale (edito da Bookabook) le storie di alcuni dei tanti adolescenti che arrivano sulle nostre coste. Come quella di Ahmed: «Ho lasciato la scuola in Egitto a undici anni per andare a lavorare. Un giorno la mia famiglia mi ha chiesto di lasciare tutto e partire per l’Italia, per accompagnare mio fratello più piccolo. Ho parlato tante volte del mio viaggio. Un viaggio terribile, attraverso il deserto, e poi su una barca per dieci giorni nel mare agitato prima di raggiungere Lampedusa. Con mio fratello siamo stati inseriti prima in una casa di pronta accoglienza, che si chiama Amarkord4, e poi a Casa Clementini5, entrambe a Rimini. È molto faticoso all’inizio: sei un ragazzo solo, straniero, non conosci la lingua italiana. Ti trovi in un Paese nuovo senza la tua famiglia, devi conoscere una nuova cultura e adattarti». Il giovane mette in evidenza nel suo racconto il ruolo degli educatori: «Hanno avuto la pazienza di conoscerci, un poco alla volta, dedicandosi a noi. Mi hanno dato un grande sostegno morale, prima che pratico. Ci hanno dato il tempo giusto per conoscerci, senza urlare o arrabbiarsi, e ci hanno insegnato tante cose che era importante sapere. Dopo che ho compiuto diciotto anni la cosa più importante per me era trovare un lavoro. Senza un contratto non potevo avere il permesso di soggiorno o trovare una casa. Penso che sia molto importante avvicinarsi al lavoro attraverso tirocini e stage».

Storie che sono di tanti

Nel volume – che ha anche una pagina Facebook dedicata – Sanchini riassume anche la storia di Monika, che è «la storia di tanti e di tante cresciuti in bilico tra due mondi, senza mai sentirsi veramente a casa in nessun posto. Giovani di seconda generazione, in un Paese che ancora – ingiustamente – non riconosce i loro diritti, impedendo loro fino al compimento dei 18 anni di ottenere la cittadinanza. Dice Monika: “Sono italiana, ma con un permesso di soggiorno. E sono anche un po’ albanese, anche se non so nemmeno di preciso dove si trova Tirana”. A Monika e a tutti i ragazzi e le ragazze in cerca di un posto nel mondo il mio pensiero e il mio più profondo rispetto».
Sanchini ricorda: «Nel 2020 ho celebrato quindici anni di lavoro nell’ambito dell’educazione: era il 2005 quando un coordinatore riminese mi ha permesso di varcare per la prima volta la porta di un centro giovani della mia città. Proprio quel coordinatore, Guido Fontana, mi ha insegnato che per educare basta a volte un vecchio biliardino, ossia un mediatore, uno strumento di relazione». Così ha deciso di raccontare «le vite di adolescenti e giovani con esperienze familiari complesse, in certi casi costretti a crescere in una comunità di accoglienza, in affido o in una casa-famiglia. Alcuni tra loro sono giovani migranti, giunti in Italia soli quando erano ancora minorenni. Ogni pagina nasce da una confidenza ricevuta, da un segreto condiviso, da lunghe chiacchierate al tavolino di un bar, in riva al mare o mangiando un piatto di riso cucinato con mille spezie, dall’ascolto e dalla condivisione con educatori ed educatrici, insegnanti, assistenti sociali, psicologi e psicologhe, volontari e volontarie». Sanchini, educatrice professionale specializzata in formazione e cooperazione, ha lavorato nel campo della prevenzione del disagio giovanile presso il Centro giovani “RM25” di Rimini, diretto la Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile, collaborato con Volontarimini – Centro servizi per il volontariato della provincia di Rimini e con l’associazione Agevolando.

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Silvia Sanchini
Riportando tutto a casa
Viaggi, storie, incontri nel mondo dell’educazione e del sociale
Bookabook, € 11