RUN FOR AUTISM: CORRERE PER CONFRONTARSI CON SE STESSI E CON GLI ALTRI
Domenica 7 aprile, con partenza a Piazza Bocca della Verità, a Roma, torna Run For Autism, la corsa organizzata da Progetto Filippide. Per i ragazzi con autismo e chi vorrà unirsi a loro per una grande festa
05 Aprile 2024
9 MINUTI di lettura
Domenica 7 aprile vi aspettiamo per riempire Piazza Bocca della Verità, a Roma. Torna, infatti, Run For Autism, evento organizzato da Progetto Filippide, che vedrà partecipare tutti gli atleti dell’associazione, ragazzi con autismo provenienti da varie regioni italiane e dall’estero. E anche tutti quelli che vorranno partecipare insieme a loro. Trovate tutte le informazioni, e i moduli d’iscrizione, sul sito.
«È una gara podistica, ma in realtà è una festa» ci ha spiegato Luca Biasillo, Direttore Generale del Progetto Filippide. «È un momento di incontro e di gioia, ma anche di confronto per tutti gli atleti del Progetto Filippide che sono tutte persone con autismo, e sindromi rare correlate all’autismo, e correranno con tutti quelli che vorranno cimentarsi insieme a loro». Il percorso sarà di quelli emozionanti. La partenza è alle 9.30, da piazza Bocca della Verità, nel centro di Roma. Si passerà da Piazza Venezia, i Fori Imperiali e il Colosseo. «Da quando il Comune di Roma, avendo riconosciuto l’importanza della manifestazione e avendole attribuito il ruolo di interesse pubblico, ci ha concesso il centro di Roma, ha donato un’aura di magia a questo evento» commenta Biasillo.
Un modo per mettersi a confronto con se stessi e con gli altri
Run For Autism è tre corse in una. C’è la 10 chilometri competitiva, per chi ha il certificato medico sportivo di tipo agonistico ed è iscritto ad una società, o ha la run card; la 10 chilometri non competitiva, in cui non viene preso il tempo ai partecipanti e la grande passeggiata, a passo libero, 4 chilometri e 800 metri, per la quale non c’è bisogno del certificato medico sportivo di tipo agonistico. Le iscrizioni sono gratuite per tutte le persone con disabilità e a pagamento per gli altri: il costo è di 12 euro, una cifra che serve a coprire i costi di organizzazione. «Vogliamo invitare le persone a prendere parte a questo evento, un momento di condivisione che per i nostri ragazzi è una festa, ma anche un modo per mettersi a confronto con se stessi e con gli altri» spiega Biasillo. «Il nostro obiettivo non è solo allenarci, ma allenarci per partecipare a qualcosa. Correre per riuscire a prendere la medaglia, che prenderanno tutti i partecipanti, chi arriva primo e chi arriva ultimo».
A Run for Autism da Albania, Repubblica Dominicana, Libano e Tunisia
Run For Autism è arrivata alla 13esima edizione. «Eravamo un gruppetto di 200, 300 persone» ricorda Luca Biasillo. «Partivamo dall’Acqua Acetosa, via dei Campi Sportivi, per girare per il Villaggio Olimpico e rientrare ai Campi Sportivi. Era significativa anche allora, ma il centro di Roma dà tutta un’altra importanza alla manifestazione. Lo scorso anno abbiamo raggiunto i 2500 partecipanti e quest’anno speriamo ce ne siano almeno 3mila». «Speriamo che ci sia più gente possibile per stare insieme ai nostri ragazzi, che vengono da Roma, ma anche da tutta Italia» ci racconta il Direttore Generale. «E anche da Paesi stranieri che in qualche modo sono vicini al Progetto Fidippide. 18 persone sono in arrivo da Tirana, Albania, dove esiste un gruppo che da un anno e mezzo svolge attività sulla falsariga di quelle che facciamo qui a Roma. Quest’anno ci sarà anche una rappresentanza della Repubblica Dominicana: da due anni siamo diventati consulenti delle Nazioni Unite, portiamo avanti un progetto di sport e inclusione sociale dedicato alle persone con autismo a Cuba, Panama e Santo Domingo. Questo è il paese caraibico che ci ha seguito di più, e sarà presente con un gruppo di una ventina di persone. Altre persone verranno dal Libano e dalla Tunisia». Il 6 aprile, alle 17, all’Auditorium del Massimo, in Zona Eur, ci sarà una cerimonia di apertura, con una festa e uno spettacolo adatto ai ragazzi con autismo.
L’unico posto dove viene accolto mio figlio
Ora che si conosce l’autismo e si riesce a diagnosticarlo, si sa che i ragazzi con autismo sono molti. Le ultime statistiche americane parlano di 4 persone su 10 che hanno una forma di autismo di qualsiasi genere. È importante che ci siano delle attività pensate per questi ragazzi, che possano dare loro dei benefici. «Gli atleti di Progetto Filippide hanno qualsiasi tipo di autismo, ma noi siamo particolarmente dediti a coloro che hanno una forma grave e gravissima» ci spiega Luca Biasillo. «Abbiamo individuato nella corsa lo sport più adatto per qualsiasi tipo di persona. Va benissimo qualunque sport, il calcio, il basket, il rugby. Ma le persone con autismo severo non faranno mai una partita vera: non hanno le capacità cognitive per riuscirci. Tutti, invece, se ben sostenuti e allenati, possono compiere una competizione podistica, secondo le loro caratteristiche, i propri ritmi e i propri tempi: tutti partono da un punto e arrivano in un altro, se ben seguiti e ben allenati, e se il tipo di allenamento e di gara sono ben strutturati». «La scelta del tipo di sport è dovuta proprio a questo» continua. «Tempo fa un genitore, poi diventato presidente di una nostra sede regionale, aveva un ragazzo con autismo molto grave, ci disse: “mi piace quello che proponete, perché non vi piace vincere facile, non lavorate solo con coloro che hanno un autismo tale da potersi permettere di fare quasi tutto. Mio figlio in classe non ci sta, nei centri diurni non lo prendono perché è troppo grave. L’unico posto dove viene accolto e fa il suo, a modo suo, ma lo fa bene, è l’attività del Progetto Filippide”. È una cosa che ci riempie di orgoglio. Avere la possibilità di dare a tutte le persone con autismo di svolgere un percorso sportivo allo stesso livello degli altri, anche di quelli di gravità diversa, a noi piace».
Prendersi cura della persona nella sua interezza
La Run For Autism è il punto di arrivo di un’attività che, quotidianamente, in tutta Italia, viene messa a disposizione di tanti ragazzi che altrimenti non potrebbero averla e che vengono allenati, occupati, cioè messi a fare qualcosa di sensato, che a loro piace. E ne traggono beneficio per il corpo e per la mente. «Potrei citare tanti casi» racconta Luca Biasillo. «Un nostro ragazzo, Giacomo, è alto due metri e 04, per 166 chili. Ha un livello di autismo grave; non parla e ha difficoltà in tantissime attività della vita quotidiana. Quando andava a scuola, in piena adolescenza, per un motivo qualsiasi, anche solo girandosi, poteva far male a un compagno, vista la sua mole. In quel periodo veniva da noi tre volte a settimana, lo facevamo correre, correre, correre, e nuotare, nuotare, nuotare. Questa cosa lo aiutava a calmarsi, a dosare le sue energie e a metterle in qualcosa che avesse una conseguenza. Giacomo adesso fa le sue gare di nuoto, fa la sua corsa». Questo tipo di attività sportiva ha un beneficio non solo da un punto di vista fisico. «Nella giornata tipo di Progetto Filippide a Roma facciamo una mattinata che inizia alle 9 e un quarto, e finisce all’una e un quarto» spiega Biasillo. «Di attività sportiva c’è un’ora e mezza. Tutto il resto del tempo si impiega per implementare l’autonomia dei ragazzi, per lavorare sulla loro autostima. Ciascuno è seguito individualmente dai nostri operatori professionali. Dal momento in cui arrivano a quello in cui vanno via sono a totale carico nostro. Quando c’è bisogno di insegnare loro ad andare in bagno, di insegnare loro a farsi la doccia, a vestirsi e svestirsi. Tutto rientra nel metodo del Progetto Filippide. Che non è soltanto la corsa. C’è tanto altro. C’è un prendersi cura. Un prendersi in carico una persona nella sua interezza. A questi atleti più dedichi attenzione fuori, più rispondono in modo migliore sul campo di atletica».