ROMA BAMBINA: PER UNA CITTÀ ED UNA SCUOLA MIGLIORI BISOGNA ASCOLTARE I PIÙ PICCOLI
Un’associazione, un progetto e due scuole elementari della Capitale per immaginare una città ed una scuola più inclusive, a misura di piccoli dai sogni grandi
09 Maggio 2017
Cosa pensano le bambine e i bambini di Roma della loro città e della loro scuola? L’associazione culturale Fuori Contesto ha avviato un progetto in due scuole della Capitale, mettendo al centro proprio i più piccoli: è nato così Roma bambina, con circa 200 alunni protagonisti di 10 classi degli Istituti comprensivi Via Merope e Mahatma Gandhi.
L’obiettivo? Immaginare, attraverso incontri, confronti, giochi e laboratori una città e una scuola a misura di infanzia, capaci di includere e di rispettare tutte le differenze sociali, culturali, di genere, fisiche e psichiche.
Fuori Contesto, associazione che organizza eventi inclusivi attraverso la danceability e il teatro sociale, si è presentata in classe con uno spettacolo dal titolo Roma bambina, (regia Emilia Martinelli, coreografa degli spot prodotti dalla Rai per le Paralimpiadi 2016), poi la parola è passata agli alunni, stimolati da alcune domande riproposte nel corso dei vari incontri: Cosa pensate della vostra città? Come vedete la vostra scuola? In che modo potrebbe essere inclusiva?
Roma Bambina, tanta partecipazione che spesso i grandi ignorano
Tra i tanti messaggi di amore nei confronti di Roma ne scegliamo uno: “Roma è come una città di fantasia – ha scritto una bambina – è così bella che mi sembra un grande teatro, piena di emozioni”.
Qualche critica c’è e data l’età di chi scrive (scuola elementare) ci fa comprendere come, al di là della bellezza, certe problematiche della città eterna siano proprio sotto gli occhi di tutti: “La vedo un po’ distrutta e sporca”, oppure “La vorrei con più felicità e più colori. Senza ricchi e poveri, ma solo con gente felice”.
Anche sulla scuola i bambini e le bambine hanno detto la loro: “La scuola ti fa essere più istruito così nessuno può metterti i piedi in testa. Ti dà un futuro” è una delle frasi più significative. Qualcuno la vorrebbe più pratica ed esperienziale: “La scuola ti fa imparare cose nuove, ma soprattutto quando si fanno le gite che ti fanno aprire la mente”.
Cose da migliorare ce ne sono eccome: “Io la vorrei antisismica” dice un alunno, “Io migliorerei le lezioni che sono noiosissime rendendole divertenti e studiando di più all’aperto” spiega un altro. C’è anche chi non ne può più della violenza: “Io migliorerei il problema dei bulli che alzano le mani sui più deboli”.
Perché in fondo la scuola è “come il catechismo perché te la impongono”, ma anche “una famiglia dove si fanno amicizie che non scorderai mai” e “un quaderno bianco dove puoi scrivere il tuo domani”.
Il video animato tridimensionale
Queste sono risposte da cui emerge un grande sentimento di partecipazione che il mondo dei grandi troppo spesso ignora. Stavolta è accaduto invece il contrario, perché a partire da queste riflessioni sono nati dei veri e propri personaggi fantastici: “le persone significative del mondo scuola” come sono state definite.
Chi sono? La maestra della LIS, il bidello Maurizio, la cuoca, la maestra Pina, la maestra della creatività (quella che, con Fuori Contesto, ha guidato le classi in questo percorso), la signora delle merende, i genitori, ma anche i bambini stessi “Perché sennò la scuola è desertica”.
Questi personaggi, nati dalla fantasia e dalle esperienze dei bambini, sono stati realizzati con dei materiali di scarto: il bidello Maurizio, ad esempio, ha due stracci al posto dei pantaloni e delle carte di gelato come mocio; la cuoca ha due mestoli come braccia e delle posate di plastica a formare il corpo, mentre la signora delle merende ha preso forma grazie a tutte le cartacce delle merendine che altrimenti sarebbero finite nel cestino.
Ma la creatività dei piccoli è andata oltre la semplice creazione pratica. Di ogni personaggio le classi hanno immaginato pensieri e movimenti rendendoli, con la guida degli insegnanti di Fuori Contesto, i protagonisti di un video animato digitale e tridimensionale, in cui le considerazioni sulla scuola e su Roma sopra citate sono divenute il testo narrato e i disegni l’ambiente visivo.
Roma Bambina, oltre ad aver fatto emergere quanta voglia ci sia – da parte di bambini e bambine – di dire la propria sul mondo che li circonda, lascia anche agli adulti una grande responsabilità: quella di mettersi in ascolto in maniera attiva e non solo di imporsi e di imporre le proprie scelte. Perché il linguaggio dei più piccoli comunica la speranza di una città e di una scuola migliore.