ROMA CAPITALE UMANA: IERI LA MANIFESTAZIONE CONTRO IL DECRETO (IN)SICUREZZA
Organizzata dall’Associazione Genitori Scuola “Di Donato” a Piazza Vittorio, per ricordare che l'integrazione va costruita ogni giorno
18 Febbraio 2019
Quali siano gli effetti concreti del Decreto Sicurezza e le sue ripercussioni sugli stranieri che vivono in Italia è ancora presto per dirlo, anche se azioni come l’improvvisa chiusura del Cara di Castel Nuovo di Porto, pur in programma da tempo, ha avuto il sapore amaro di un grosso spot elettorale girato sulla pelle dei più deboli. Un atto che non ha lasciato indifferente chi ancora si batte per una società più equa e inclusiva. Per questo l’’Associazione Genitori Scuola “Di Donato” – dal 2004 capofila del polo Intermundia e famosa per essere una comunità «educante che crede nell’incontro e nell’inclusione di ogni singola persona» – ha deciso, durante un’assemblea straordinaria di fine gennaio, di programmare una serie di azioni volte a comprendere gli effetti del decreto Salvini sulla comunità di bambini e famiglie dell’Esquilino e a riconoscere il valore di Roma Capitale Umana.
UNA BOMBA SOCIALE. Un primo incontro di approfondimento, dal titolo Decreto (In)sicurezza, si è svolto il 9 febbraio. A questo appuntamento erano presenti esperti in materia di migrazione, tra cui Stefano Greco, avvocato di Focus-Casa dei Diritti Sociali e parte del Tavolo Asilo Nazionale, il quale ha spiegato in maniera inequivocabile che questo decreto disgrega tutta quella parte di politica migratoria, quella riguardante l’integrazione, «che conta ed è importante perché ci mette (anche) al riparo da situazioni di difficile controllo: più integrazione creiamo, meno problemi abbiamo a livello di società.»
La chiusura degli Sprar – che, ha ricordato, «sono strutture dipendenti dal Ministero dell’Interno e che fanno un rigoroso controllo sia dei soldi, di come vengono spesi, che dei servizi e di come vengono erogati» – fa perdere la scommessa sull’accoglienza, che «si vince se si riesce a dare, alle persone che arrivano e nel più breve tempo possibile, la preparazione adeguata per integrarsi nella nostra società. Nel momento in cui si va a colpire quest’elemento stiamo innescando una bomba sociale.» E il dubbio che assale, di fronte ad un decreto che non prende in considerazione azioni volte all’integrazione, è proprio quello di creare tensioni sociali per giustificare future azioni repressive.
ROMA CAPITALE UMANA Domenica 17 febbraio l’associazione genitori “Di Donato” ha organizzato un presidio in piazza Vittorio, con lo slogan #RomaCapitaleUmana, al quale hanno preso parte migliaia di cittadini e numerose tra associazioni, comitati e istituti scolastici (circa 180 le realtà che hanno sottoscritto l’appello). Una mattinata durante la quale i partecipanti hanno ribadito con forza che Roma è città aperta e antirazzista ed è fermamente contraria a politiche sull’immigrazione basate sulla paura e sulla discriminazione.
In un angolo della piazza i bambini presenti alla manifestazione hanno costruito tante barchette di carta, simbolo di soccorso e aiuto, contemporaneamente un gruppo di genitori ha dato il via a un’altra delle azioni programmate durante l’assemblea di fine gennaio: il #raccontastorie. Lo scopo di questo progetto è quello di raccogliere le storie dei bambini e delle loro famiglie in modo da farle conoscere a più persone possibili «affinché non siano un “loro” lontano, ma i nostri stessi figli e famiglie, che incontriamo ogni giorno e che crescono con noi.» Non poteva mancare la musica in una mattinata all’insegna della festa e dei colori: l’apertura della manifestazione dedicata a Roma Capitale Umana è stata affidata alla musica di Stradabanda, si sono poi esibiti Piccola orchestra di Torpignattara, Ruggero Artale & Afro Percussion Lab e altri.
L’Associazione Genitori “Di Donato” ha inoltre aderito al progetto “Accogliamoli a casa nostra”, promosso dal I municipio e gestito da Caritas, Comunità Sant’Egidio, Consiglio per i rifugiati e Refugees Welcome.
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