VERSO IL PIANO SOCIALE DI ROMA CAPITALE
In un incontro CSV Lazio e Assessorato Politiche Sociali del Comune di Roma le proposte di volontariato e terzo settore al documento programmatico del Piano sociale di Roma Capitale. Cristina De Luca: «Così si avvia la costruzione di un linguaggio comune e di una visione d’insieme»
22 Gennaio 2024
Condividere il documento programmatico con gli obiettivi strategici e le linee di azione del Piano Sociale di Roma Capitale, che associazioni ed enti di terzo settore attivi nella Capitale sono stati chiamati ad integrare. Questo l’obiettivo per cui CSV Lazio, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Roma, ha organizzato un incontro a cui hanno partecipato oltre 140 tra organizzazioni e reti del volontariato e del terzo settore. «Un momento di ragionamento sulle nove direttrici di lavoro su cui si declinano gli obiettivi strategici del Piano, un’occasione significativa, visto il ruolo che il Piano Sociale di Roma Capitale avrà per i diversi Municipi romani nel prossimo biennio 2024-2026». Così Cristina De Luca, presidente CSV Lazio, che, sottolineando la disponibilità del Centro ad una formazione dedicata ai processi, al lavoro su direttrici, ha voluto evidenziare come «con questa opportunità di confronto su un documento programmatico in itinere prenda avvio l’idea di costruire un linguaggio comune e una visione di insieme delle direttrici di lavoro». L’obiettivo è che anche la proposta del documento programmatorio del Piano sia più partecipata possibile, ha detto l’Assessora Barbara Funari: «Abbiamo scelto tre P: partecipazione, come definizione condivisa del profilo del welfare della nostra città; programmazione, con l’idea di mettere su carta un percorso che non si esaurisca alla scadenza, per superare il lavoro in emergenza sui temi sociali. E poi prossimità: l’idea di circolarità, la scrittura affiancata del Piano cittadino e dei 15 Piani municipali puntano ad un’idea di città in cui 15 Municipi diano tutti lo stesso accesso ai servizi. Anche la scrittura del testo vedrà confronto sulle specifiche tematiche progettuali, per un ascolto il più partecipato possibile. Su ognuna delle linee di lavoro previste vogliamo ascoltare le posizioni di chi agisce il sociale a Roma, di chi già offre interventi al di là dell’amministrazione pubblica».
Nove direttrici di lavoro
Il potenziamento dell’azione di sistema, la rete di servizi socio-sanitari, gli interventi sociali. È fondamentale, insiste l’Assessora, una costruzione integrata della rete dei servizi che, spiega, «fa ancora fatica, almeno nelle tre ASL del territorio romano. Vogliamo arrivare ad un assetto funzionale e integrato a livello territoriale e centrale, così come previsto nel PNRR». Saranno I PUA, nelle Case di Comunità, che dovranno occuparsene, continua, sottolineando l’importanza del supporto del CSV Lazio nel potenziamento di un approccio sistemico.
I LEPS (e un livello essenziale di partecipazione). I livelli essenziali nelle prestazioni sociali, spiega, definiti anche dal Piano nazionale degli interventi dei servizi sociali e nel PNRR, sono una novità. «Intendiamo far sì che i LEPS siano raggiunti con maggior equità e in tutti i territori e che ogni Municipio arrivi ad avere almeno un assistente sociale ogni 5mila persone e poi ogni 4mila. Ma ci diamo anche un livello essenziale cittadino di partecipazione, non previsto su base nazionale. Affinchè la partecipazione di tutti i soggetti titolari della programmazione sociale e della rete attiva nella comunità resti un processo aperto, continuativo, monitorato e di volta in volta aggiornato, sarà importante dare mandato anche ai Piani municipali su tutte le azioni necessarie».
La domiciliarità. Nel Piano, spiega l’Assessora Funari, si punta ad al rafforzamento della permanenza al domicilio e al mantenimento di un progetto di vita di qualità e quindi al potenziamento delle cure a domicilio, «strada principale per migliorare la vita di anziani, persone con una disabilità o una fragilità ed evitare l’istituzionalizzazione, che coinvolge l’assistenza domiciliare, i percorsi tradizionali legati alle linee di finanziamento regionale, il dopo di noi, la vita indipendente, le dimissioni protette».
Le marginalità e la povertà estrema. In un momento in cui per le nuove povertà è venuto a mancare il Reddito di cittadinanza e l’attivazione dell’Assegno di inclusione lascerà fuori una platea importante, «quella platea tornerà ad aver bisogno di misure di sostegno economico dall’amministrazione comunale. Che oggi», ammette Funari, «ha le armi spuntate, sia in termini di fondi e di strumenti. Abbiamo bisogno di dare risposte ad un tema che va aggravandosi, essendo stato del tutto definanziato anche il contributo all’affitto».
Su solitudine ed isolamento Funari, ricordando come a Roma il 40% delle persone viva da solo, richiama l’attenzione sul tema della comunità solidale, che porta con sé il lavoro sulle nuove forme di residenzialità, il cohousing, il supporto nella fuoriuscita dal carcere.
Nuove generazioni, famiglia, minori. E quindi i minori presi in carico dai servizi, la prevenzione, l’affido familiare, l’aumento delle richieste di inserimento in casa famiglia. L’obiettivo per l’Assessora è «prevedere un intervento di sostegno alla genitorialità, che prevenga gli interventi di allontanamento del minore dal nucleo familiare».
Su nuovi cittadini e seconde generazioni l’assessora Funari ha sottolineato come siano molti gli stimoli su un’assenza di protagonismo e coinvolgimento nella costruzione del Piano, annunciando momenti partecipati con le comunità dei giovani stranieri.
Una città con e per le persone con disabilità. «Questo vuol dire ragionare e lavorare sui servizi e sul lavoro integrato tra ASL e Comune di Roma», spiega Funari, «ma soprattutto definire il tema della partecipazione attiva, attraverso il confronto con le consulte comunale e cittadina, le famiglie, le associazioni».
E poi l’ultima direttrice su questioni trasversali come la casa, la scuola, la formazione e lavoro, la violenza di genere che richiedono un lavoro congiunto con gli altri assessorati.
Le proposte delle associazioni
Numerosi gli spunti di riflessione e le proposte dalle organizzazioni: dall’inserimento nel Piano del tema della violenza all’attenzione dedicata alle specifiche esigenze della fascia 0-3 anni; dal lavoro sulle barriere architettoniche all’accesso al patrimonio pubblico che coinvolge anche le case famiglia; dalla salute mentale e il dopo di noi alla proposta di un osservatorio municipale per i bisogni riabilitativi e assistenziali, fino all’ADI, rispetto alla quale si chiede un supporto al Comune di Roma per una corretta informazione di medici di base e pazienti over 65 sull’accesso alle opportunità offerte dall’Europa, che chiede di portare la copertura ADI in Italia dall’attuale 4% medio al 10. Importante la possibilità di una rete con i 150 centri anziani sul territorio di Roma, quali «luoghi fisici di welfare, aggregazione oltre le attività tradizionali, partecipazione, risposte, servizi, orientamento, con la collaborazione proattiva del CSV Lazio», ha condiviso Funari.
I prossimi passi
A fine gennaio, ha spiegato Funari, si chiuderà prenderà avvio la progettazione sui singoli temi, con la consegna del Piano prevista per l’estate. Da febbraio a fine marzo previsti world cafè itineranti nella città. «Ai Municipi chiederemo di stare nei tempi di consegna del Piano», ha concluso Funari. «Non vogliamo fare un libro dei sogni, il tema dei finanziamenti è decisivo. In sinergia con la Regione Lazio e la sfida sarà passare dalla frammentazione dei fondi ad una cornice chiara che sia di orientamento ai cittadini nell’accesso ai servizi». Siamo in un momento di passaggio da un welfare residuale a un welfare al centro delle politiche, nel quale tre sono gli elementi di cui tenere conto, ha sottolineato Lidia Borzì, ACLI Provinciali di Roma: «l’ascolto, la valutazione dell’impatto dei servizi sui beneficiari e la comunità, la valorizzazione delle buone pratiche sociali che ogni organizzazione mette a sistema con la coprogrammazione e la coprogettazione».
In copertina uno dei murales realizzati nel quartiere romano di San Basilio nell’ambito del progetto di arte pubblica SanBa ideato e curato da Walls