ROMA DIS MOB. VISITA GUIDATA IN UNA ROMA ANCORA POCO ACCESSIBILE
Una visita guidata inclusiva a cura di Radici APS e Farwill per promuovere il turismo accessibile nelle città d'arte. Vi raccontiamo Roma Dis Mob, nell'ambito del Disability Pride 2023
25 Settembre 2023
Venerdì scorso si è svolto Roma Dis Mob, iniziativa in programma in occasione del Disability Pride Italia 2023, che si è tenuto sabato 23 settembre per rivendicare i diritti delle persone con disabilità, dei loro amici, famigliari e caregivers, manifestazione promossa dal Disability Pride Network con il patrocinio di Roma Capitale. Roma Dis Mob è una visita guidata inclusiva a cura di Radici APS e Farwill per promuovere il turismo accessibile nelle città d’arte italiane.
Un’atmosfera di festa e condivisione
Ci incontriamo a piazza di Pietra, in un’atmosfera gioiosa e di condivisione. Ci sono persone con disabilità motorie e sensoriali, ci sono Giorgio, guida turistica, Elisabetta, interprete LIS, c’è anche Lucilla, splendido cane guida di un ragazzo cieco. La visita all’interno di piazza di Pietra è anche l’occasione per capire cosa non c’è di inclusivo: il bagno per disabili c’è, ma di un modellino non c’è un ausilio tattile per le persone cieche e ipovedenti, un video non ha i sottotitoli per persone sorde. Procediamo verso via dei Pastini, che non è affatto agevole per il passaggio di persone su sedie a rotelle, poiché piena di dehor che limitano lo spazio. Procediamo verso il Pantheon, all’interno non è presente un percorso tattile. Le persone cieche e ipovedenti, indossando dei guanti, possono toccare alcune parti all’interno del Pantheon. La guida ha portato degli ausili, dei disegni tattili della facciata, dell’interno e di altre parti dell’edificio. Elisabetta, per tutto il percorso, traduce ai visitatori sordi, con linguaggio LIS, cosa spiega Giorgio.
«Abbiamo misurato i nuovi accorgimenti per il Pantheon, ora è a pagamento e magari si potrebbe dare una svolta, anche in termini di accessibilità, a questo luogo», dice Giorgio Guardi, socio fondatore, responsabile del turismo e dei servizi turistici di Radici APS. «Ci aspetteremmo delle risorse non solo per il restauro ma anche, ad esempio, per l’implementazione del sito internet, con un’informazione dedicata all’accessibilità: manca di ausili e supporti tattili e di video in LIS (lingua dei segni italiana). In fase di progettazione dei siti internet purtroppo spesso ci si dimentica di un pilastro di utenza: un conto è tornare indietro e rimettere mano a un sito, un conto è inserire dall’inizio una pagina dedicata, è un’approssimazione che costa soldi. L’accessibilità universale chiede di progettare in anticipo prevenendo paradossi e ostacoli che poi è faticoso superare. Spesso sui siti l’informazione si riduce alla frase “l’ingresso è gratuito con accompagnatore”. Ma come ci si arriva? C’è totale accessibilità? Che ausili sono presenti per vari tipi di disabilità? Manca la cura».
Roma Dis Mob: l’augurio di una città accessibile
Questo è il quinto anno che vede la partecipazione di Radici al Disability Pride Italia. «Quella di oggi è una visita guidata con un gruppo composito fatto di diverse realtà e differenti bisogni. Quest’iniziativa è sulla scia dei trend nazionali e internazionali di trovare delle soluzioni per chi viaggia e ha delle disabilità motorie e sensoriali. Oggi copriamo un’utenza di persone cieche e ipovedenti, sorde e con disabilità motorie». Dopo la visita al Pantheon, passiamo davanti a Montecitorio, a piazza Colonna e finiamo la visita a Fontana di Trevi, con il lancio simbolico di una monetina «non per tornare a Roma, ma per augurarci che questa città diventi accessibile», mi dice uno dei partecipanti alla visita guidata, in carrozzina. Quest’iniziativa è anche l’occasione per parlare di argomenti relativi alla disabilità e all’inclusione come, ad esempio, come fanno le persone sorde ad essere avvisate in caso di emergenza? Il nostro è un paese in grado di avvertirle, attraverso altri strumenti che non sia l’IT-alert sul cellulare?
«Quest’uscita non vuole solo attirare l’attenzione, come fosse un flash mob, ma mettere noi di fronte delle difficoltà e capire quale sarà il tipo di accoglienza, ad esempio, in occasione di un evento importante quale il prossimo Giubileo», continua Guardi.
«Con l’associazione Radici abbiamo già partecipato ad altre iniziative insieme», racconta Carmelo Comisi, ideatore e presidente del Disability Pride Italia, mentre partecipiamo a Roma Dis Mob. «Cerchiamo di sottolineare quelle che sono le discriminazioni che il mondo della disabilità vive e quali sono le opportunità nei contesti come, ad esempio, quello turistico. Con Radici ho, ad esempio, fatto di recente un percorso da casa mia al Pigneto, verso San Giovanni, per verificare quali sono le barriere architettoniche e com’è organizzata la metropolitana. Con la mia carrozzina non c’è la possibilità di salire sulla metro, non è presente un operatore ad ogni stazione che mi aiuta a superare lo spazio tra la banchina e il treno, come invece c’è a Milano».
Per una comunità più consapevole
«Radici affianca Disability Pride Italia da qualche anno, siamo all’interno della rete di associazioni a supporto dell’organizzazione di eventi e attività e abbiamo affidata la parte dedicata all’accessibilità culturale, realizziamo iniziative che possano portare un’esperienza di festa», dice Cecilia Rizzo, presidente di Radici APS. «La bellezza di quello che facciamo è che le nostre iniziative sono aperte a tutti, anche alle persone normodotate. Un pubblico tradizionale conosce la disabilità in un contesto diverso, si incuriosisce, si crea un dialogo, una conoscenza, una sensibilizzazione che crea una comunità più consapevole. Sarebbe bello sdoganare il fatto che i disabili debbano avere dei servizi di qualità. Noi lavoriamo con professionisti, non ci piace improvvisare. Toccare un’opera o rendere un testo accessibile a una persona sorda ha bisogno di uno studio. Avremo bisogno di essere riconosciuti come professionisti». Radici nasce nel 2015 per persone con disabilità sensoriale. «Oltre alle visite guidate abbiamo realizzato eventi e cene al buio, sono momenti di socialità importanti, il ribaltamento di una prospettiva anche culturale del nostro paese, che è quella della disabilità legata all’assistenzialismo. In questi anni abbiamo realizzato viaggi, lavoriamo nelle scuole sempre con percorsi sulla conoscenza della disabilità e del nostro patrimonio culturale conoscendolo con tutti i sensi. Abbiamo portato questa nostra idea anche in un contesto un po’ insolito, abbiamo realizzato dei team bulding al buio, sempre con la finalità di sensibilizzare e andando a lavorare su tematiche quali la fiducia, l’empowerment, l’ascolto. Sono eventi e attività che hanno riscosso un buon successo», continua Rizzo. «Nel dicembre 2021 ci siamo costituiti anche come cooperativa sociale, il focus è quello di continuare la nostra idea di accessibilità culturale e di inclusione in contesti più importanti. Siamo impegnati in progetti museali, in questi anni abbiamo creato dei supporti tattili, disegni in rilievo che permettono alle persone cieche di fruire dell’arte, di una passeggiata, di un monumento. Abbiamo in cantiere un progetto per il Giubileo del 2025, in collaborazione con enti museali per la realizzazione di percorsi accessibili. A Tarquinia sono previsti prossimamente percorsi accessibili per persone sorde, cieche e su sedie a ruote».