ROMA. IL MITREO SI SALVA PROGETTANDO INSIEME IL FUTURO
Il 15 settembre è iniziato il percorso partecipato tra associazioni, cittadini e amministrazione, per la gestione del “nuovo” Mitreo.
18 Settembre 2021
Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo le associazioni di Corviale Domani. Lo spazio culturale Mitreo, chiuso lo scorso 31 luglio, potrà ritornare alle associazioni che lo hanno animato in questi lunghi anni. La difficile battaglia del Mitreo (ne abbiamo parlato qui), il presidio culturale di circa 800 mq che sorge a Corviale e che ospita 15 associazioni, al momento è vinta, e si può voltare pagina. Questo è stato possibile grazie all’avvio da parte del Campidoglio del processo di co-progettazione, cominciato il 15 settembre, affinché associazioni, cittadini e operatori, insieme al Comune di Roma, abbiano l’opportunità di confrontarsi sulle linee guida da utilizzare per la messa a bando della nuova concessione degli spazi del Mitreo.
Il Mitreo resta ai cittadini
Il percorso per arrivare fin qui è stato lungo e sofferto, arrivando fino alla chiusura del presidio culturale a seguito della scadenza della proroga di sette mesi, voluta fortemente dall’ex assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo.
Il nuovo assessore, Lorenza Fruci, insediatosi a gennaio 2021, ha impiegato del tempo prima di venire a capo della vicenda, ma è grazie a una sua nuova direttiva che oggi le attività del Mitreo possono continuare fino alla nuova assegnazione. «Oggi l’amministrazione», ha esordito la Fruci durante il primo incontro del percorso partecipato «è nella condizione di dover necessariamente mettere a bando questo bene immobiliare; ma l’intenzione politica è che il bene resti a disposizione dei servizi socioculturali, e che rimanga a disposizione di quelle che sono le esigenze del territorio. Questo è il primo di quattro incontri volti a costruire le linee guide per il bando, che dovrà essere redatto dal Municipio (XI), e far tornare il bene a disposizione della cittadinanza.»
La rigenerazione urbana inizia dalla rigenerazione umana
«Nelle periferie c’è bisogno di presidi culturali multifunzionali», afferma il coordinatore di Corviale domani, Pino Galeota, e chiudere il Mitreo avrebbe significato non solo «spegnere un’altra luce», aggiunge Monica Celani, «ma vanificare il grande lavoro di bonifica fatto in questi anni, anche a livello di sicurezza».
Il quartiere–palazzo, che nell’idea originale doveva rappresentare una struttura autonoma, dotata al sproprio interno di negozi e servizi, è stato sin dall’inizio un fallimento prima urbanistico e poi sociale. Ed è solo grazie all’impegno dei cittadini che, a partire dal 2008, attraverso un percorso di partecipazione dal basso, è stato possibile trasformare quello che era un disastro urbanistico in un’«esperienza di sviluppo sostenibile segnalata anche all’interno del Rapporto 2020 dell’Asvis», sottolinea Simone Ombuen, professore di urbanistica all’università Roma Tre (nonché tra i firmatari del patto d’intesa con la Regione Lazio per la rigenerazione di Corviale). Il professor Ombuen ha inoltre sottolineato che la rigenerazione urbana è possibile solo partendo dalla rigenerazione umana. E in fondo, la rinascita di Corviale è oggi realtà grazie soprattutto all’impegno e alla passione dei propri abitanti; passione che è emersa dalle numerose testimonianze riportate durante l’incontro.
Co-programmazione: l’occasione persa da parte dell’amministrazione
Ma l’impegno dei cittadini da solo non basta e le istituzioni devo fare la loro parte; in questa vicenda avrebbero dovuto e potuto muoversi prima per salvaguardare il Mitreo.
È di questo parere Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio, che parla di «occasione persa» da parte delle istituzioni, che non hanno avuto la capacità e la lungimiranza di sostenere e promuovere un progetto della portata del Mitreo, non solo un luogo di cultura ma un vero e proprio esempio di welfare di comunità. «Per fare co-progettazione e co-programmazione, ci vuole tempo e una macchina amministrativa preparata», evidenzia la portavoce; gli strumenti ci sono, e sono dati dal Codice del Terzo settore, ma l’utilizzo di questi è venuto meno da parte dell’Amministrazione, incapace di cogliere le istanze del territorio.
Lo strumento del bando, seppur passaggio obbligato in questo contesto, risulta essere troppo limitante, e con le elezioni comunali alle porte presto le associazioni di Corviale dovranno interfacciarsi con nuovi amministratori. Per il momento però il valore dell’operato delle associazioni è riconosciuto, e seppure restano alcune incognite, Corviale non perderà il suo prezioso Mitreo. «Un lavoro di comunità di questo tipo va assolutamente sostenuto», conclude Paola Capoleva presidente di Csv Lazio, e noi come Centro di Servizi continueremo a essere vicini alle associazioni in questo percorso, che va valorizzato, affinché possa fungere da esperienza pilota per tutte le associazioni che si trovano della medesima situazione».