ROMA, CITTÀ DEI MIGRANTI: TRE GENERAZIONI, UN RACCONTO
Workshop di filmmaking condotto dal regista Paolo Martino sul fenomeno delle migrazioni e dell'integrazione nella capitale
12 Settembre 2016
Roma la città dei migranti: tre generazioni, un racconto è il workshop di filmmaking in programma presso la Casa del Cinema tra il 20 e il 24 settembre. Promosso da Milano Film Network e Sguardi Altrove Film Festival, sarà condotto dal regista Paolo Martino, esperto del fenomeno delle migrazioni contemporanee, autore nel 2014 del film-documentario “Terra di transito”, che ci ha illustrato i dettagli e gli obiettivi del progetto.
Le migrazioni e il loro racconto attraverso il video
Roma la città dei migranti: tre generazioni, un racconto segue quello svoltosi nel marzo scorso all’interno della 23ma edizione di Sguardi Altrove Film Festival, durante il quale era stato affrontato il tema de “ Le migrazioni: come e perché raccontarle, con le immagini”. «Il video è un linguaggio che ti consente di concentrare e veicolare messaggi con immediatezza e forza», ci ha detto Martino, «nel raccontare il fenomeno migratorio però, è determinante l’approccio con il quale lo si fa.
Durante il nostro workshop cerchiamo di mettere in discussione proprio questo, di porci dei quesiti su cose date per scontate, per far emergere stereotipi e posizioni che tutti noi abbiamo preso senza rendercene conto.
È molto facile vedere nell’altro l’esotico, le diversità, ma la chiave sta nel trovare gli elementi umani che sono comuni a tutti quanti. Nel cortometraggio “Il posto più vicino”, (risultato del workshop tenutosi a Milano, ndr) c’è un esempio molto banale se vogliamo, fatto da un Imam intervistato dai partecipanti. Negli asili di Milano Mohammed e Luigi giocano senza percepire alcun tipo di differenza per la loro provenienza geografica o etnica». Necessità di trovare una base comune quindi e di raccontare la vicenda umana e l’individualità di ogni migrante. «Il termine migrante non è di per sé identitario; si rischia di schiacciare tutte le esperienze, il passato, i legami di una persona sotto a un fatto, la migrazione, che ha una durata specifica e limitata nel tempo ». Riguardo al modo in cui in Italia si raccontano le migrazioni e i loro protagonisti Martino rileva « una riflessione in atto. Soprattutto il mezzo documentale sta avendo un’evoluzione e anche qualche successo, come quello di Rosi (regista di “Fuocoammare”, 2016, ndr ). Il fatto che poi i media restino per lo più asciutti e attaccati a una trattazione emergenziale, aggressiva e violenta di questi fenomeni non significa che anche nel nostro Paese non si stiano facendo riflessioni e lavori più approfonditi». Come, sottolineiamo noi, “Terre di Transito”, uno dei primi lavori a raccontare, due anni fa, un fatto che oggi sta divenendo palese: l’Italia, per molti migranti, non è un più un paese di arrivo ma, appunto, una “terra di transito”. « Terra di Transito è una testimonianza raccolta per sfatare la visione univoca dell’opinione pubblica sui migranti che arrivano in Italia», ci dice Martino. «Quella retorica dell’invasione e la convinzione che tutti coloro che sbarcano sulle nostre coste lo fanno per restare qui. La realtà è diversa, ci sono quelli che arrivano con l’idea precisa e circostanziata di andare altrove, c’è chi arriva indeciso e prende strade diverse a seconda delle opportunità o problematiche che incontra qui e c’è chi arriva pensando che questo sia il posto giusto per ricominciare la propria vita».
Roma la città dei migranti
Mentre in Terre di Transito si possono vedere le testimonianze delle prime due categorie, il lavoro su cui si incentrerà il workshop di Roma sarà sulla terza.
Si cercheranno testimonianze tra tre generazioni: i “pioneri”, arrivati in Italia da venti o trenta anni; le madri, per avere un punto di vista femminile portatore di esperienze e di un’identità formatasi a metà tra il paese di origine e l’Italia; i giovani, minori, che in Italia sono cresciuti o stanno crescendo.
Attraverso le loro testimonianze i partecipanti al workshop indagheranno sul fenomeno delle migrazioni e sull’integrazione a Roma, la città italiana con la più grande comunità immigrata. « Sarà un campo di indagine interessante», dice Martino, «poiché Roma ha sempre avuto un ruolo cruciale nell’integrazione. Nonostante diverse criticità è stata anche teatro di discussioni intense su temi importanti, come quello della formazione o meno di classi separate, sul quale poi si è trovato un equilibrio molto positivo per l’integrazione».