ROMA. AL QUARTICCIOLO NON MODELLO CAIVANO, MA PRESA IN CARICO DEL PIANO DI QUARTIERE

Anche al Quarticciolo verrà applicato il modello Caivano, mentre tanti presidi di legalità sul territorio rischiano di essere spazzati via. Da anni Quarticciolo ribelle chiede la presa in carico di un piano di quartiere molto articolato: «Non possiamo lasciare in mano a una progettazione da realizzare in 60 giorni, e al commissariamento, il cambiamento di Quarticciolo».

di Giorgio Marota

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Stanno per commissariare il Quarticciolo. Sgomberi, blitz e inasprimenti di pena a carico dei minori diventeranno la normalità in una delle aree che lo Stato considera “ad alta vulnerabilità sociale”, dove da anni le realtà del terzo settore, facendo rete, tentano un approccio decisamente diverso ai problemi. Quarticciolo come Scampia a Napoli, Rozzano a Milano, Orta Nova a Foggia, Rosarno a Reggio Calabria e Borgo Nuovo a Palermo: anche nella periferia est di Roma verrà applicato il “modello Caivano”, con un finanziamento complessivo di 30 milioni di euro, 10 l’anno. Il rischio è che polizia ed esercito assumano i connotati del famoso elefante dentro la cristalleria.

Quarticciolo
Le 40 famiglie che vivono in un palazzo prima abbandonato, l’ex questura, rappresentano un presidio di legalità irrinunciabile anche per la presenza nello stabile di un doposcuola frequentatissimo e di un ambulatorio con uno sportello di medicina generale, uno psicologo e un nutrizionista

Tante le esperienze che al Quarticciolo parlano di voglia di cambiare le cose

Il disagio abitativo, la dispersione scolastica più alta della città (un abitante su tre si ferma alla licenza elementare), la povertà materiale, l’emergenza droghe, l’astensionismo alle urne da record (alle ultime europee ha votato solo il 18%) e la carenza di servizi, oltre all’incuria, sono le piaghe di un quartiere spesso dimenticato. Eppure c’è chi non s’arrende al degrado e da tempo chiede almeno la riapertura della biblioteca, dell’asilo nido di via Locorotondo e della piscina comunale di via Trani. In questo contesto ogni piccolo intervento di comunità è come welfare autoprodotto. Quasi dieci anni fa, ad esempio, al Quarticciolo è nata la palestra popolare, uno spazio di inclusione che tramite la boxe toglie decine di ragazzi dalla strada. La prima sede si trovava in un vecchio locale caldaia allagato e pieno di rifiuti e siringhe; è stato rimesso a nuovo ed è diventato un riferimento, al punto che il trasferimento in un vecchio bocciofilo è stato accolto con entusiasmo da tutti. Ai corsi, tenuti da istruttori qualificati, oggi partecipano più di 160 iscritti. Il seme della speranza può germogliare con rapidità, come dimostrano le 40 famiglie che vivono in un palazzo prima abbandonato, l’ex questura, e che rappresentano un presidio di legalità irrinunciabile anche per la presenza nello stabile di un doposcuola frequentatissimo e di un ambulatorio con uno sportello di medicina generale, uno psicologo e un nutrizionista. Dicono tanto sulla voglia di cambiare le cose anche la microstamperia e il laboratorio di birrificazione, dove si può apprendere un mestiere.

Quarticciolo
La palestra popolare del Quarticciolo è uno spazio di inclusione che tramite la boxe toglie decine di ragazzi dalla strada. Ai corsi, tenuti da istruttori qualificati, oggi partecipano più di 160 iscritti

Quarticciolo ribelle: «Sullo stesso piano chi gestisce lo spaccio e chi ha recuperato spazi abbandonati per restituirli al quartiere»

Il commissariamento rischia di spazzare via, insieme all’illegalità, anche queste esperienze, creando le condizioni fertili per la diffusione della criminalità. «Stanno mettendo sullo stesso piano chi gestisce le piazze di spaccio e chi ha recuperato degli spazi abbandonati per restituirli al quartiere», è il pensiero di Alessia Pontoriero del comitato Quarticciolo Ribelle. «Il palazzo dell’ex questura è un argine anche fisico all’amplificazione di certe devianze ed è stato individuato dallo Stato come un problema, quasi un simbolo dell’occupazione abusiva. Tra l’altro, senza considerare che si trova nel “piano casa” del Comune, quindi già all’interno di un percorso di regolarizzazione». «Ovviamente siamo tutti contenti che ci siano delle risorse» aggiunge Alessia, «quello che ci preoccupa è come verranno impiegate». «Il DL emergenze secondo noi ha tre caratteristiche: è di tipo emergenziale, è eterodiretto e punitivo. Emergenziale perché tratta problemi strutturali con interventi spot, come hanno fatto a Caivano tagliando nel frattempo i fondi per la povertà educativa. È eterodiretto perché è calato dall’alto senza interpellare le realtà del territorio. Ed è punitivo perché si preoccupa solo di inasprire le sanzioni e destina risorse per completare opere che le istituzioni stesse hanno abbandonato, facendo passare il messaggio che invece Quarticciolo si trova in questo stato per colpa delle persone che ci vivono».

Quarticciolo
«Noi abbiamo sempre dato una mano a chiunque, non abbiamo mai lasciato nessuno indietro. A sto giro semo noi che c’avemo bisogno de voi. È la palestra, è il doposcuola, è l’ex questura che c’ha bisogno de voi» l’appello della palestra popolare. Immagine Palestra Popolare Quarticciolo

I punti del piano di quartiere

In borgata sono abituati a lottare. Al Quarticciolo sono ancora in molti a raccontare con orgoglio i tempi in cui i soldati tedeschi stavano alla larga dal quartiere per timore dei partigiani. Qui, praticamente da sempre, funziona ciò che la gente fa con le proprie mani. Lo Stato s’è limitato spesso ad aggiungere, in un contesto già difficile, burocrazia e disservizi. In una delle manifestazioni dei mesi scorsi che hanno preparato il corteo generale del 1° marzo, uno dei responsabili della palestra popolare ha utilizzato parole molto nette. «Senza giri de parole o senza raccontasse le favolette: Quarticciolo sta in uno dei peggiori momenti della sua vita e c’è un’epidemia di crack che fa paura. Noi abbiamo sempre dato una mano a chiunque, non abbiamo mai lasciato nessuno indietro. A sto giro semo noi che c’avemo bisogno de voi. È la palestra, è il doposcuola, è l’ex questura che c’ha bisogno de voi. Durante il Covid le amministrazioni ci chiedevano “aiutate la gente del quartiere”. Lo abbiamo fatto col cuore. E mo’ l’unico posto dove non se vende e non se pippa ce lo vogliono toglie. È una follia! Sti spazi ce li dobbiamo difende con tutte le forze nostre». «Sprecheranno i soliti fondi pubblici per abbellire la facciata, lasciando tutto così com’è», è uno dei timori più diffusi. Da anni Quarticciolo ribelle chiede la presa in carico di un piano di quartiere viceversa molto articolato, che parte dal completamento della sanatoria Ater in stallo dal 2020 e passa dalla manutenzione delle case popolari e dalla riapertura di piscina e asilo, fino alla creazione di nuovi spazi verdi, alla rigenerazione del campo di calcio di via Prenestina, all’apertura della Fabbrica del Teatro, all’abbattimento delle barriere architettoniche e al sostegno alle attività commerciali. «Ci abbiamo messo quasi 10 anni a costruire il nostro piano» rivendicano dal comitato. «Per questo non possiamo lasciare in mano a una progettazione da realizzare in 60 giorni, e al commissariamento, il cambiamento di Quarticciolo».

ROMA. AL QUARTICCIOLO NON MODELLO CAIVANO, MA PRESA IN CARICO DEL PIANO DI QUARTIERE

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