ROMA. CON IL MACCE UNA STREET BAND DI QUARTIERE PER CINECITTÀ EST
Nei locali dell'I.C. Stabilini, la scuola che ospita l’associazione culturale MACCE e con cui collabora, il maestro Pasquale Innarella avvicina i bambini agli strumenti a fiato. L’obiettivo è dar vita a una jazz band giovanile di quartiere
12 Aprile 2024
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«Mi ha colpito lo sguardo di una bambina, di neanche quattro anni, in una delle giornate di lettura delle poesie in cui suonava Pasquale. Era seduta in prima fila. Ho visto i suoi occhi illuminarsi vedendolo suonare il sassofono. Era estasiata». A parlare è Michelangelo Papuzza, Presidente del MACCE, associazione culturale di Cinecittà Est, che racconta una sua bellissima idea diventata realtà: dare vita a una street band, una jazz band giovanile di quartiere. Da qualche settimana, nei locali dell’I.C. Stabilini, la scuola che ospita il MACCE e con cui collabora, il maestro Pasquale Innarella, direttore da 25 anni della Rustica X Band, ha iniziato a far suonare ai bambini dagli 8 ai 10 anni gli strumenti a fiato. I bambini così hanno provato a suonare la tromba, il trombone e il basso tuba. E sono riusciti tutti, subito. È solo l’inizio, ma piccoli semi sono stati piantati per far nascere e crescere una jazz band. L’iniziativa fa seguito agli incontri con le classi terze, quarte e quinte di scuola primaria (I.C. Stabilini), nell’ambito del progetto Pillole di Jazz, presentato, appunto da MACCE APS. Le lezioni settimanali sono gratuite, il giovedì dalle 17.45 alle 19.15, in Via Libero Leonardi,180. «L’interesse dei bambini per la musica è precoce» ci spiega Michelangelo Papuzza. «L’idea della banda porta avanti l’idea dello stare insieme, essendo diversi e facendo cose diverse, per tirare fuori il meglio di noi e l’armonia nelle differenze. Al di là delle parole. Ci sono alcuni messaggi che arrivano e non hanno bisogno di essere spiegati. Lo capiscono i bambini che a questa età sono ancora liberi e puri».
Un’idea che viene da lontano
«Durante una sfilata a Centocelle c’era un bambino che, insieme al papà, suonava il trombone» ricorda Michelangelo Papuzza. «Era fatto dal padre, con un tubo di plastica che faceva una curva e finiva con un imbuto. Questo bambino guardava il padre e suonava anche lui. Volevo ricreare questa atmosfera». L’idea di una street band jazz da anni affascina il presidente del MACCE. «Io amo la banda» ci racconta. «Negli ultimi anni ho avuto modo di apprezzarla in un paese dell’Abruzzo, Canzano, in cui c’è una banda trasversale, sia per età che per professione. Ci suonano il sindaco, il vigile, l’insegnante, il muratore, l’impiegato delle poste, con i relativi nipoti e figli». La banda è democratica, è del popolo, appiana le differenze, accorcia le distanze, unisce i cuori. «Quella di fare una banda di quartiere era una mia idea da tanto» ci confessa Papuzza. «Ho resistito, in questi anni, anche nelle difficoltà perché volevo riuscire a farla. Il mio contatto era Pasquale, che però era occupato con la sua band e un’altra scuola. Il Covid ha cambiato un po’ di cose. Appena possibile, abbiamo parlato con la dirigente scolastica, abbiamo presentato un progetto inserito nel POF e siamo partiti». L’attività è gratuita, sia per la disponibilità dell’insegnante, all’interno della collaborazione con la Cooperativa Nuove Risposte, e sia per quel che riguarda gli strumenti. «Non vorrei che, come tutte le cose che sono gratis, le persone non la apprezzino e le diano il giusto valore» riflette Papuzza. «Ma ai bambini l’attività sta piacendo e stanno continuando a venire». «Il percorso è lungo, per arrivare a costituire una band ci vuole tanto lavoro» aggiunge. «Ma affidandomi all’esperienza di Pasquale, che è un insegnante e un educatore, e ha una grande passione che riesce a trasmettere ai bambini, si può fare».
Il jazz nasce come musica popolare
Pasquale Innarella, musicista di altissimo livello, dal curriculum ricchissimo, ha un’idea di musica bellissima, che ci piace. È quella di una musica che sia popolare, che non viva solo nelle sale da concerto, ma nelle strade del territorio, e ovunque ci sia voglia di ascoltarla. «Il jazz nasce così» ci racconta. «Nasce come musica popolare. Poi diventa musica colta, ma il fatto che lo sia non deve mai fargli smettere i suoi panni popolari. L’essere colti e l’essere popolari sono in stretto connubio. Se fai un concerto all’Auditorium, con le poltrone di velluto rosso, non vuol dire che non puoi suonare A Cinecittà Est». Pasquale Innarella è nato a Lacedonia nel 1959 e si è diplomato in corno nel 1984. All’età di nove anni circa ha iniziato a suonare nella banda musicale del paese natio, alternandosi tra il tamburo e il sassofono tenore. «Io ho una formazione classica, mi sono diplomato in corno, uno strumento classico, al conservatorio» ci racconta. «Ma sono sempre stato appassionato di jazz e l’ho studiato. Amo tantissimo il jazz, perché è l’unica musica che trovo non sia piatta, orizzontale. Vive di improvvisazione, di fantasia ed è in continuo movimento».
Il jazz è anche passare agli altri le cose
Improvvisazione, fantasia. Sono proprio questi aspetti che intrigano il Maestro Innarella. «La Rustica X Band non è altro che un’operazione artistica legata al jazz» ci spiega. «Il jazz non significa solo mettere le note in fila. Significa anche passare agli altri le cose. 25 anni fa ho iniziato questo lavoro, di passare il jazz alle persone, di insegnare gli strumenti a fiato ai ragazzi». La Rustica X Band è nata proprio 25 anni fa. «Io ho messo la parte artistica e la Cooperativa Nuove Risposte tutto il resto. A quei tempi nessuno mi credeva. Avevo girato vari posti e varie associazioni, nessuno voleva credere a questa idea. Capitai casualmente alla Cooperativa Nuove Risposte grazie a mia moglie che stava facendo un laboratorio. Avevano appena aperto un cento di incontro per i ragazzi alla Rustica, dove i ragazzi facevano i compiti ed erano previste anche delle attività artistiche. Mi hanno chiesto: tu che faresti? Io avevo già pronta l’idea, quella della band, l’orchestra di fiati. La settimana dopo mi telefonarono e mi dissero: vieni che iniziamo. Il modo migliore per iniziare era prendere gli strumenti. Li hanno acquistati e siamo partiti». Oggi la Rustica X Band è una band di quartiere allargato: ci sono ragazzi della Rustica, del Pigneto, di Morena.
MACCE: far emergere le competenze che ci sono nel quartiere
Il MACCE è nato nella scuola Stabilini, con 15 soci fondatori, tra cui 3 docenti, 2 della scuola. Il primo presidente è stato Emilio Ruffini che insegnava alla scuola media. «L’esigenza è stata quella di dare qualcosa al quartiere che allora aveva una sola strada, era un’isola chiusa: si entrava e si usciva da via Rizzieri» ricorda Michelangelo Papuzza. «C’era bisogno di servizi, di sensibilizzare il quartiere a fare attività. Grazie alla possibilità di utilizzare i locali della scuola promuoviamo attività varie: teatro, chitarra, pittura, informatica. E anche sensibilizzazione sull’ambiente». Dopo un periodo in cui la scuola non aveva più concesso i locali, si è ripartiti, ancora senza locali, con l’attività gira libri, che in 12 anni ha messo in giro quasi 30mila libri. Con i locali della scuola di nuovo disponibili, sono ripartite anche le attività vere e proprie. Il progetto Una poesia fa primavera, che si è appena svolto, è arrivato all’undicesima edizione. Ci sono stati corsi di pittura e ceramica, oggi c’è quello di scacchi. «Abbiamo dotato la scuola di un set di 10 scacchiere, con un maestro di livello internazionale» ci spiega il presidente. «Le attività del MACCE, in questo modo, sono riuscite piano piano a far emergere le competenze che ci sono nel quartiere» riflette Papuzza. «Ci sono insegnanti che sono venuti e si sono messi a disposizione. La risposta del quartiere, sia in termini di docenti, che di partecipanti, è sempre stata ottima. Ci sono adulti che vengono dai quartieri limitrofi: Torre Spaccata, Torre Angela, Romanina: non solo per la validità delle proposte ma anche per i costi».
Studiate musica: avrete sempre un gruppo di persone con cui suonare
Chiudiamo con Pasquale Innarella. Gli chiediamo che cosa direbbe ai genitori riguardo ai corsi di musica per i bambini. «Fate studiare musica ai ragazzi, perché è una cosa che imparano da piccoli e faranno fino a novant’anni» ci dice entusiasta. «È qualcosa che li farà socializzare sempre. Se suoni una tromba, devi suonare insieme agli altri. Se suoni il sassofono, devi suonare insieme agli altri. Qualsiasi cosa accada nella tua vita, avrai sempre un gruppo di persone con cui suonare. Fino a novant’anni».