ROME FUTURE WEEK. L’INNOVAZIONE VA PORTATA TRA LE PERSONE
300 eventi fino al 17 settembre per la prima edizione di Rome Future Week, evento diffuso che parla di innovazione e tecnologia, ma anche di persone, inclusione e sostenibilità
15 Settembre 2023
«È la prima volta che a Roma si organizza un evento diffuso sui temi dell’innovazione», racconta Michele Franzese, ideatore di Rome Future Week. Per organizzarlo, abbiamo chiamato a raccolta gli organizzatori, il mondo delle organizzazioni private, le imprese private singole, le associazioni di categoria, che hanno deciso di manifestare le loro idee, i loro prodotti, i loro servizi per realizzare nella settimana dall’11 al 17 settembre un grande festival collettivo».
L’incontro di mondi diversi
Rome Future Week, ideato da SCAI Comunicazione, farà scoprire come l’innovazione sta cambiando il futuro, in tutti i settori dell’esperienza umana: tecnologia, startup, etica, digitale, smart cities, trasporti, aerospazio, arte, cultura, comunicazione, fintech, food, entertainment, sport, turismo, lavoro, educazione, diritti, mobilità, ecologia e molto altro.
«Non c’è un solo organizzatore ma ce ne sono più di 200 che hanno messo insieme un programma di circa 280 eventi e tanti mondi diversi: dalle librerie ai centri di ricerca, dall’hotel al coworking. Tante anime che sono le anime della città, innovative, legate al mondo della cultura, all’arte, al turismo. Tanti temi, un caleidoscopio di idee. Abbiamo cercato di dare un approccio che sia da stimolo verso ciò che di nuovo e di diverso si sta facendo. Ci domanderemo anche se quello che ogni realtà che partecipa sta facendo è più difficile da fare in una città come Roma, se sarebbe uguale farlo in un’altra città, quali sono le prospettive anche grazie all’innovazione e come quest’innovazione può comportare dei cambiamenti concreti», continua Franzese.
Tra le tante iniziative, un hackathon per individuare soluzioni utili a superare l’emergenza abitativa degli studenti universitari, organizzato da GenQ, Prestashop Connect che riunirà a Roma centinaia di professionisti “addicted” alla multinazionale dell’ecommerce nei luoghi iconici della città, dal Colosseo a San Pietro, animati dalla realtà aumentata grazie all’iniziativa di Augmented Cities, startup di rifugiati da tutto il mondo che si incontrano nella finale dei Diversity Days, a cura di Startup Without Borders, Money Pay Day, verticale nel mondo del fintech. Il format dell’iniziativa è inedito, nel cartellone della manifestazione si può trovare sempre un appuntamento “a meno di 15 minuti”.
Dall’empowerment femminile all’AI
«È un evento con tante iniziative speciali, con molti giovani coinvolti. In cartellone abbiamo eventi dedicati all’empowerment femminile, tema molto caro ad associazioni romane e non solo. Come “La parità di genere, women in charge on tour”, dialogo con istituzioni, scrittori e autorevoli relatori del mondo della cultura, del lavoro, dello sport. Parliamo di intelligenza artificiale, argomento molto vicino all’inclusività. Mi piace segnalare gli eventi di Fondazione Mondo Digitale, dedicati agli anziani dei quartieri più periferici», afferma l’ideatore. «Un concetto che stiamo dicendo sin dall’inizio, in cui crediamo tanto, è che l’innovazione non è teorica ma che va portata tra le persone, va fatta vivere e respirare. L’idea è dare voce a persone che, sul territorio, fanno questo come attività quotidiana. Gli anziani hanno bisogno di recuperare il gap tecnologico, rischiano di rimanere fuori dall’informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Parliamo di innovazione non con la i maiuscola, ma di innovazione che impatta tutti i giorni nella vita delle persone».
Inclusione e sostenibilità
«Inclusione e sostenibilità sono due parole che sono diventati ormai due hashtag. Ma vale la pena sempre approfondirle. Ci sono delle associazioni che fanno delle cose molto interessanti, ad esempio nel gaming, considerato un mondo soprattutto maschile. Cosa c’entra il gaming con l’inclusione? C’entra tanto. Pensare che la divulgazione dei temi legati alle STEM, come nella programmazione, entri non solo nelle università ma nell’immaginario collettivo femminile e maschile può veramente cambiare il senso dell’inclusione delle materie scientifiche e tecnologiche», spiega Franzese. Un evento del festival affronterà il tema del futuro più inclusivo per le donne nel mondo del gaming e verrà condotto da Micaela Romanini, fondatrice di Women in Games Italia, l’organizzazione no profit che promuove la diversità di genere e l’inclusione nell’industria dei videogiochi e degli esport, in coordinamento con l’organizzazione internazionale Women in Games WIGJ. «Finora i modelli che ci sono nei videogiochi sono maschili. C’è tanto da fare da questo punto di vista», commenta Franzese.
Tra gli organizzatori sono state incluse tante associazioni culturali, universitarie, sociali che organizzano da soli il loro evento. Ad esempio, Roma stai fresca parte dalla riqualificazione del giardino di parco Schuster, nel Municipio VIII, per raccontare la storia dei cittadini che devono riappropriarsi degli spazi della città. «Non è un festival del sociale, c’è molto di sociale dentro: la contaminazione tra tecnologia, cultura e sociale vogliamo che sia il cuore della nostra narrazione. Abbiamo voluto dare, al nostro evento romano, un’impronta sociale molto forte, la commistione tra passato e futuro, tra il sociale e la tecnologia è molto romana. Lo sforzo organizzativo nel fare un evento a Roma è innegabile – conclude l’ideatore – ma l’effetto volano di questa città è unico».