SCUOLE DISUGUALI: IL RAPPORTO SU PNRR E SCUOLA

Il rapporto Save the children Scuole disuguali fa un’analisi della distribuzione degli interventi del PNRR a livello provinciale, chiedendo al Governo di definire e finanziare LEP che garantiscano eque opportunità educative

di Laura Badaracchi

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«Se dovessi pensare a un bisogno riguardante la scuola, più apparecchiature dedicate ai laboratori», dice la 13enne Melissa. E il 12enne Gianluca, paraplegico: «La cosa che non mi piace della mia scuola è che non ci sono rampe per aiutare a far scappare i ragazzi con difficoltà in caso di terremoti e incendi». Per Davide, 13 anni, «ci dovrebbero essere molti spazi per la ricreazione, come giardini e aree verdi, e molte palestre». Purtroppo in Italia appena il 46,4% delle scuole primarie e secondarie statali ha una palestra. «Se io avessi la possibilità di stare a scuola anche il pomeriggio, sceglierei di fare cose pratiche che non facciamo la mattina, in cui di solito ci sono solo materie teoriche», dice il 13enne Youssef. Giulia, 12 anni, entra nel merito: «Stare con altre persone, magari facendo corsi di scacchi, inglese, musica, teatro, secondo me è molto meglio che stare a poltrire davanti a dispositivi elettronici». E aggiunge: «La scuola dei miei sogni sarebbe senza disuguaglianze: bisognerebbe includere tutti». Il 12enne Andrea incalza: «Vorremmo qualche cambiamento, un po’ più gite e non solo studio e studio». «Se avessi dei fondi, probabilmente li spenderei nella struttura: ci sono dei tetti da cui cade l’acqua in classe, se piove. Oppure li userei per oggetti in palestra, ad esempio abbiamo delle palle di spugna che sono mezze rotte», denuncia la 13enne Elisa.

Scuole disuguali
Mappa delle palestre per provincia, dal rapporto Save the children Scuole disuguali. Meno della metà degli studenti delle scuole statali primarie e secondarie di I grado ha accesso a mensa, palestra e tempo pieno

2 alunni su 5 nella primaria hanno accesso al tempo pieno

Sono alcune testimonianze raccolte da Save the children per il Rapporto Scuole disuguali. Gli interventi del Pnrr su mense, tempo pieno e palestre, con un’analisi della distribuzione degli investimenti e degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza a livello provinciale, chiedendo al Governo «di definire e finanziare Livelli essenziali delle prestazioni che garantiscano eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa e al tempo pieno nella scuola primaria, assicurando la gratuità del servizio mensa ai bambini in condizione di povertà». Infatti meno della metà di studenti e studentesse delle scuole statali primarie e secondarie di I grado ha accesso alla mensa, alla palestra e al tempo pieno, «fondamentali per contrastare la povertà educativa», secondo il Report stilato dall’organizzazione internazionale. Nel dettaglio, appena 2 alunni su 5 della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno – con le percentuali più alte nel Lazio (58,4%), in Toscana (55,5%) e in Lombardia (55,1%) – e solo poco più di un quarto delle scuole (il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado) offrono il tempo prolungato.

Scuole disuguali: i servizi educativi essenziali mancano dove ce n’è più bisogno

Con un investimento complessivo di oltre 17 miliardi di euro destinati al Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Pnrr «rappresenta un’occasione unica per garantire uguali opportunità a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti, soprattutto in territori dove la povertà minorile è più accentuata e le famiglie affrontano maggiori difficoltà economiche». Secondo Raffaela Milano, direttrice ricerca di Save the Children Italia, servizi educativi essenziali come mense, palestre, tempo pieno non sono ancora un diritto per tutti i bambini: «Mancano nelle aree più colpite da dispersione scolastica e povertà minorile, cioè dove ce ne sarebbe più bisogno: finora le province e le aree che ne hanno più necessità non hanno fruito delle risorse a disposizione, per dare a bambini e bambine la possibilità di crescere e far fiorire i propri talenti. Il problema che abbiamo davanti come Paese non è solo riuscire a garantire la tabella di marcia della spesa, ma fare in modo che le risorse del Pnrr raggiungano effettivamente i territori dove i bambini e le bambine scontano le maggiori difficoltà nel percorso educativo. Ma dall’analisi della distribuzione delle risorse e degli interventi ad oggi avviati, l’obiettivo di riequilibrio sembra raggiunto solo parzialmente. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del Pnrr con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori. Chiediamo che la mensa scolastica sia gratuita per i bambini e le bambine in povertà, per assicurare loro almeno un pasto sano e completo ogni giorno».

Scuole disuguali
Giorgia D’Errico: «Chiediamo al Governo di determinare in tempi rapidi i LEP sulla mensa e il tempo pieno alla scuola primaria e di stabilire un piano di riforme e investimenti adeguati per garantirne l’adozione, agendo sui divari territoriali che con l’autonomia differenziata rischiano di aggravarsi ulteriormente». Foto Francesco Alesi

Il Governo determini i LEP su mensa e tempo pieno

Le fa eco Giorgia D’Errico, direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children Italia: «Il futuro dei giovani va messo al centro dell’agenda politica, è l’investimento più importante per lo sviluppo del Paese. Per garantire i diritti dei minori su tutto il territorio è fondamentale definire e finanziare Livelli essenziali delle prestazioni che assicurino eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa scolastica e al tempo pieno nella scuola primaria. Chiediamo quindi al Governo di determinare in tempi rapidi i LEP sulla mensa e il tempo pieno alla scuola primaria, assicurando la gratuità del servizio mensa ai bambini in condizioni di povertà; di stabilire un piano di riforme strutturali e di investimenti strategici adeguati per garantirne l’adozione, agendo in tal modo sui divari territoriali che con l’autonomia differenziata rischiano di aggravarsi ulteriormente». Nel 2017 nasce Fuoriclasse in Movimento, la rete di scuole promosse da Save the Children impegnata nella promozione della partecipazione studentesca e nel potenziamento delle competenze dei docenti sui temi della didattica inclusiva, oltre che nel sostegno dell’alleanza con le famiglie e le comunità educanti del territorio e la promozione di buone pratiche tra le scuole. Ad oggi, la rete di Fuoriclasse in Movimento – presente anche nel Lazio ad Anzio, Aprilia, Ardea, Artena, Castel Gandolfo, Nemi, Roma, Rignano Flaminio – coinvolge complessivamente in Italia circa 250 scuole primarie e secondarie di I grado e circa 29.500 studenti e studentesse, 2.600 docenti e dirigenti.

 

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