SENSUABILITY: IL 14 FEBBRAIO SCOPRITE CHE SI PUÒ ESSERE DIVERSAMENTE SENSUALI

Sensuability: ti ha detto niente mamma? è la mostra che raccoglie disegni di artisti come Milo Manara contro gli stereotipi su sessualità e disabilità

di Maurizio Ermisino

Il giorno di San Valentino, il 14 febbraio, se siete a Roma, prendetevi il tempo per una mostra davvero speciale. Dalle 10 alle 19.30, alla Casa del Cinema, in viale Marcello Mastroianni n,1 (Sala Zavattini) potrete vedere le opere di Sensuability: ti ha detto niente mamma?, la mostra che raccoglie i fumetti e le illustrazioni realizzati dai partecipanti al concorso Sensuability & Comics e una serie di tavole donate da grandi artisti quali Milo Manara, Fabio Magnasciutti, Mauro Biani, Frida Castelli, Stefania Infante, Cecilia Roda, Frad, Luca Modesti, Pietro Vanessi, Marco Gava Gavagnin e tanti altri. La mostra è, insieme al concorso, la seconda tappa del progetto Sensuability, ideato e voluto da Armanda Salvucci, Presidente dell’Associazione di promozione sociale Nessunotocchimario, il cui obiettivo è di abbattere gli stereotipi relativi alla sessualità e disabilità, con leggerezza e ironia proponendo una nuova cultura della disabilità attraverso tutte le forme d’arte.

 

sensuabilityTUTTO NASCE DA UN CASTING… Ma come è iniziato questo progetto? «Era un po’ che riflettevo sul tema, che mi tocca da vicino, in quanto sono disabile” ci racconta Amanda Salvucci. «Non mi piace il modo in cui se ne parla, o non se ne parla, in Italia. Le persone disabili sono considerate alla stregua di bambini oppure di angeli, di essere asessuati, quando in realtà non è affatto così. Ho pensato che dovevo fare qualcosa. E il momento è arrivato, tre anni fa, quando una regista molto nota ha indetto un casting per una fiction, in cui cercava un nano che infondesse tenerezza».  È il più classico degli stereotipi sulle persone disabili: quello che debbano fare tenerezza. «Mi sono arrabbiata profondamente e ho detto: adesso ne parlo io. Che le altre persone parlino di un tema di cui non sanno nulla non se ne può più» racconta Amanda. «Però ho pensato non solo di farlo attraverso un film, ma attraverso tutta una serie di linguaggi.  Solo ora si cominciano a vedere foto di persone disabili anche in atteggiamenti sensuali, ma non è così frequente. Nei fumetti si è parlato di disabilità, ma non di sensualità. Le persone disabili vengono presentate o come eroi o come vittime, non si parla mai della quotidianità. E il sesso fa parte della quotidianità, è un’esigenza vitale, che appartiene a tutti. Ognuno di noi può trovarsi nella situazione di sentirsi disabile la prima volta: come diciamo noi, la prima volta siamo tutti disabili. È proprio il fatto di scoprire il corpo, nel momento in cui ci sono tutta una serie di modelli per cui, se non sei proprio quel tipo di modello, sei totalmente altro e ti senti inadeguato. È questo non riguarda soltanto chi ha una disabilità evidente. Tutti prima o poi ci sentiamo disabili».

 

SENSUABILITY: IL CORTOMETRAGGIO. Così è nato il progetto, iniziato con il corto Sensuability, che segue il filone del progetto, abbattere gli stereotipi legati alla sessualità e alla disabilità, e alla diversità in genere. «Però lo puoi fare solo con l’ironia» commenta Amanda Salvucci. «Attraverso l’ironia avvicini le persone; se usi il senso di colpa, o il classico binomio noi e voi, le persone si allontanano. Attraverso il corto abbiamo voluto sfatare gli stereotipi, rappresentare cose che ho vissuto sulla mia pelle». «Io ho l’acondroplasia, quello che comunemente viene chiamato nanismo» ci racconta Amanda. «Il primo stereotipo legato a questa condizione è quello di far parte di un circo, e mi è capitato di essere definita così. Quando ho cambiato casa, dove ho un letto matrimoniale, mi hanno chiesto “che ci devi fare?”. L’unico modo per affrontare questo è sorridere, per dire alla gente “quanto sei sciocco”. Se le persone ti dicono che non puoi fare sesso perché non sei perfetta, è quello il concetto che viene diffuso e che impregna tutto. È molto comodo pensare che il disabile faccia tenerezza, e che sia buono e intelligente. È una cosa che ci fa sentire superiori; se pensiamo che questa persona sia antipatica, o sia una stronza, allora devo fare un tipo di discorso. Se mi vedi veramente vedi tutto questo, altrimenti vedi uno stereotipo, e non ti relazioni. Se considero una persona un eroe non ce la farò mai a raggiungerlo». Il cortometraggio è stato la prima azione del progetto, ed è nato anche per raccogliere i fondi per fare un lungometraggio.

 

 

LA MOSTRA: DISEGNARE UN NUOVO EROTISMO. Nel frattempo l’associazione è entrata nella seconda fase del progetto, il concorso Sensuability & Comics e la mostra. A ottobre è stato indetto un concorso aperto a tutto il territorio italiano per appassionati di fumetti e persone che studiano quella materia, «per creare un nuovo immaginario erotico disegnando corpi non perfetti ma estremamente sensuali» ci spiega Amanda Salvucci. Il fumetto è un linguaggio perfetto per continuare questo discorso. «Secondo me le immagini arrivano immediatamente» riflette Amanda. «Con una vignetta di Magnasciutti o un fumetto di Manara i concetti vengono veicolati più velocemente. Ed è un linguaggio che non si è finora soffermato in modo esplicito su questo argomento». Ma cosa vedremo nella mostra, e qual è il quadro della diversità che esce dai disegni che sono arrivati? «Ci sono alcune illustrazioni che molto belle e molto divertenti» ci svela Amanda Salvucci. «Noi avevamo chiesto di non rappresentare solo la sedia a rotelle, perché è un altro stereotipo, ma di raffigurare diverse disabilità, quelle visibili e quelle invisibili. Oltre alla sedia a rotelle ce n’è un’altra che è stata rappresentata in modo molto marcato, e che mi ha molto stupito. C’è ancora molto da lavorare sull’immagine della disabilità. Ed è per questo che Sensuability non si può fermare».

 

sensuabilityAccanto ai lavori del concorso vedremo anche opere di grandi nomi del disegno. «Milo Manara, oltre ad essere il presidente della giuria ci ha mandato una tavola da esporre» ci anticipa Amanda. «Abbiamo lavori di Fabio Magnasciutti, Mauro Biani, Frida Castelli, un’artista bravissima; e poi Luca Enoch, che ha realizzato una vignetta dove c’è tutto un mondo dentro, Pietro Vanessi, Tullio Boi, tre artisti che hanno già trattato la disabilità con i fumetti, Andy Ventura e tanti altri, tutti hanno donato e mi hanno commosso perché la loro risposta è stata immediata. Hanno detto tutti di sì». È stato così perché è evidente come Sensuability sia un progetto che è nato dal cuore. E perché la carta vincente è l’ironia» commenta l’ideatrice del progetto. «Ti faccio avvicinare a delle cose che ancora non sai e ti ci faccio avvicinare in modo leggero. Ma non perché non sia importante, e penso che più di me non possa dirlo nessun altro. Ma proprio perché non è colpa di nessuno: c’è solo una cultura che ci condiziona. E dico “ci” condiziona perché anche noi persone disabili siamo condizionate da questo. Si pensa che una persona disabile sia solo il suo handicap. Ma ci sono tante altre cose che delineano una persona: il suo carattere, la sua intelligenza, la voglia di fare. A me è stato detto: “dopo due ore che parla con te uno si dimentica di quello che sei”. Non te lo devi dimenticare. Perché io sono questa. Non c’è scissione tra mente e corpo. Il corpo è questo, non è perfetto, non è bello secondo i canoni, forse non è funzionale. Ma io sono questa».

 

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