SESSO, DISABILITÀ E STEREOTIPI: TORNANO I FUMETTI DI SENSUABILITY
Il 14 febbraio a Roma torna "Sensuability", la mostra che, attraverso i fumetti, vuole riflettere su sessualità e disabilità, con un occhio al cinema
12 Febbraio 2020
Armanda Salvucci stavolta ha accolto la stampa distesa su un letto matrimoniale, alla Casa del Cinema. L’occasione era quella di lanciare la nuova mostra Sensuability: ti ha detto niente la mamma? realizzata dall’associazione Nessunotocchimario, con il patrocinio del Comicon, quest’anno nella special edition “Francamente me ne infischio”. Anche quest’anno Sensuabiliy ha scelto il giorno di San Valentino, il 14 febbraio, per l’inaugurazione: è alle alle 17, alla Casa del Cinema, in viale Marcello Mastroianni 1 (Sala Zavattini). Dal 14 febbraio al 14 marzo protagonisti saranno dei corpi imperfetti ma estremamente sensuali che esprimono la bellezza e la potenza della loro diversità, strizzando l’occhiolino al cinema. Questo è stato il tema del concorso che ora culmina nella mostra Sensuability, che oggi ha come protagonista il fumetto, domani la fotografia e presto un film per raccontare che tra disabilità e sessualità c’è feeling. Sensuability è un progetto ideato e voluto da Armanda Salvucci, presidente dell’associazione di promozione sociale Nessunotocchimario, il cui obiettivo è di abbattere gli stereotipi relativi alla sessualità e disabilità, con leggerezza e ironia proponendo una nuova cultura della disabilità attraverso tutte le forme d’arte.
Il bed in, come John Lennon e Yoko Ono
Armanda Salvucci si è presentata sdraiata su un letto rosso e nero insieme al regista Giovanni Lupi e alla presenza del vignettista Vanessi. Perché un letto? «Perché John Lennon e Yoko Ono hanno fatto il bed in, su un letto matrimoniale, per parlare di pace» ci ha raccontato Armanda Salvucci. «Perché il letto è anche uno strumento di pace. Qual era il modo migliore per parlare di sessualità e disabilità? Io posso dire quello che voglio, ma secondo me è con le immagini che si capiscono le cose. Ho voluto accogliere i giornalisti così perché quello è il terreno su cui si gioca il tema sessualità e disabilità. È un modo ironico per parlarne. Sul letto con me c’era il regista Giovanni Lupi, che è un mio amico». Il letto rimanda anche a un fatto preciso della vita di Armanda (che ci ha raccontato in un’intervista lo scorso anno): quando aveva cambiato casa, dove ha un letto matrimoniale, le è stato chiesto «che ci devi fare? ». «Oggi questo vuol dire: “ecco a che cose mi serve il letto”», continua Armanda. «È qualcosa che mi serve come serve a tutti: ci dormo, ci faccio l’amore, ci sto il tempo che voglio con la persona che mi piace. Possiamo parlare quanto vuoi di questo, ma vedere una persona disabile su un letto accompagnata da un’altra persona è quello che colpisce, che comincia a far scattare un pensiero. Io voglio far riflettere. E poi avviare un cambiamento».
Il cinema: contro gli stereotipi
Come evoca immediatamente il titolo di questa seconda edizione del concorso Sensuability: ti ha detto niente la mamma?, che è “Francamente me ne infischio”, quest’anno le tavole avevano come tema le scene ispirate dal grande schermo e dovevano ritrarre o farsi ispirare da tutte le forme di disabilità, visibili e invisibili, in modo ironico e leggero. «Il cinema è uno dei mezzi attraverso i quali la figura del disabile è stereotipata» ci spiega Armanda Salvucci. «Tranne alcuni film dedicati al tema, primo fra tutti The Sessions, non c’è una figura del disabile che venga rappresentata per quello che è. Pensiamo alla fiction Josephine l’Angelo Guardiano, che è una persona con l’acondroplasia, che nella storia è un angelo. Non c’è un film con una scena d’amore realizzata con una persona disabile e una che non lo è. Lo scorso anno abbiamo dedicato la mostra e il concorso al fumetto tout court, quest’anno l’ho avvicinato al cinema. Per alcuni versi ci sono state difficoltà a realizzare le scene dei film. Però quelle che hanno fatto sono meravigliose. Quest’anno i partecipanti sono stati bravissimi». È un cerchio che si chiude: come ci aveva raccontato lo scorso anno, il progetto Sensuability nasce nel 2016 quando una regista famosa ha pubblicato un annuncio in cui cercava un nano che «facesse tenerezza». Così, a 50 anni, Armanda ha deciso che non poteva più stare a guardare e ha deciso che di disabilità e sessualità si doveva cominciare a parlare in modo diverso.
Da Shinig a Star Wars, Roger Rabbit e La Dolce Vita
Il 14 febbraio 2020 verranno premiati ed esposti per un intero mese fumetti e illustrazioni, realizzati dai partecipanti al concorso “Francamente me ne infischio”.
Nel complesso sono stati 34 gli artisti che hanno inviato oltre 60 opere, rappresentanti tutta l’Italia ed equamente divisi tra uomini e donne. Tra le opere che abbiamo visto ci sono quelle ispirate a Shining, in cui un Jack Torrance con accetta chiama Wendy, ma la sua sedia a rotelle non riesce a passare dalla porta, a una ispirata a Chi ha incastrato Roger Rabbit?, con Jessica Rabbit su sedia a rotelle che riformula la sua famosa frase «Non sono cattiva. È che di solito non mi disegnano così». Altre opere sono ispirate a Titanic, a Lilli e il vagabondo e al film A qualcuno piace caldo. «La vignetta di Gavagnin, ispirata a Shining, è pazzesca, mentre della locandina di Tartarotti, ispirata a Star Wars, all’inizio non capisci nulla ma ci arrivi» commenta l’ideatrice. «È meravigliosa, amo quella vignetta come tutte quelle che sono arrivate. Grazie a questo concorso ho visto dei i ragazzi che si sono voluti mettere in gioco». Come per la mostra dello scorso anno, Sensuabilty è anche una cartina di tornasole per capire come gli artisti vedono la disabilità.
«L’anno scorso c’era un luogo comune all’interno della disabilità, il simbolo del disabile era la persona con la sedia a rotelle» commenta Armanda Salvucci. «Noi abbiamo detto: disegnate una disabilità che vada oltre la sedia a rotelle, anche la disabilità invisibile. Lo scorso anno molti dei disegni hanno rappresentato persone con arti artificiali. È capitato anche quest’anno. Ma è stata rappresentata l’acondroplasia, e la cosa mi ha aperto il cuore. Tranne un’opera che non è stata ammessa, quest’anno c’è stata più poesia e più ironia». «Stiamo provando a cambiare linguaggi» aggiunge. «Si dice che i pensieri creano parole e le parole creano azioni. Noi stiamo lavorando al contrario, stiamo lavorando sul linguaggio per cambiare il pensiero». La giuria è stata presieduta dal maestro Tanino Liberatore e composta da Fabio Magnasciutti, Frida Castelli e Luca Enoch. Oltre ai partecipanti al concorso, con Sensuability un nuovo sguardo sul tema lo offriranno anche le opere donate, tra gli altri, da Milo Manara, Fabio Magnasciutti, Frida Castelli, Luca Enoch, Stefano Tartarotti, Marco Gava Gavagnin, Francesca D’Amato che sostengono l’iniziativa.
Una bambina non deve passarci più
Armanda Salvucci ci ha raccontato di aver conosciuto una mamma molto coraggiosa, che le ha mandato la foto della sua bimba che ha la sua stessa rarità, l’acondroplasia. «La bambina è bellissima ha una faccina meravigliosa» ci ha detto Armanda. «Ma io, attraverso lei, ho rivissuto quello che ho vissuto io. Lei crescerà, tra dieci anni saremo nel 2030, avrà 14 anni e non è possibile che lei debba passare quello che ho passato io tanti anni fa. Sto facendo tutto per questo: ho 52 anni e ho fatto un percorso, sono arrivata qui. A 14 anni non hai la forza per poter capire. Sto provando a fare questo per lei e per tutte le persone come lei, che non debbano per forza avere la mia condizione. Non esiste più che qualcuno ti debba dire come devi vivere e che cosa puoi fare. La sessualità e la disabilità sono solo una parte del discorso. Questo vale per tutti. Si parla di diritto alla felicità, alla libertà. Poi io posso ricevere tutti i rifiuti del mondo, perché ho un caratteraccio, ma deve essere per quello non perché sono disabile. E non perché qualcuno ha deciso che io non posso fare sesso».
Con questo corpo ci voglio vivere
Oggi, a 52 anni, anche grazie al percorso di Sensuability, Armanda è una persona serena, consapevole.
«Vuoi per un percorso normale di crescita, vuoi perché con il progetto sono cresciuta tantissimo, ogni volta che affronto questo tema con gli altri, ogni volta che ne parlo, ogni volta che vedo il corto è un mattoncino che si aggiunge a quello che sono» ci confida Armanda. «Mi sto mettendo a nudo tantissimo. Sai la cosa più importante che ho capito? Queste difficoltà non ce le ho solo io, ce le hanno tutti. Il fatto di sentirsi un giorno più bella un giorno meno bella, un giorno in cui va tutto male, un giorno che va tutto benissimo, ce lo hanno tuti. E le difficoltà nella sessualità ce le hanno tutti. C’è quel 15% di persone perfette fisicamente che non ce l’hanno. Il resto della popolazione ce le ha. Perché è tutto troppo stereotipato, ingabbiato». «Sono più serena rispetto a questo, rispetto al fatto che non è soltanto il corpo» continua. «E soprattutto che con questo corpo io ci devo vivere e ci voglio vivere: non lo voglio mettere da parte, non è una sublimazione. Un corpo ce l’ho, alcune parti mi piacciono anche molto. Non è perfetto: me ne farò una ragione… ».
Elio Germano, se sei in ascolto…
Il progetto Sensuability prevede anche l’approdo a un film. «Ho fatto un appello a Elio Germano, c’è un ruolo che è fatto apposta per lui» ci svela Armanda. «Ho mandato alla sua agente un video appello. La sceneggiatura è pronta, stiamo cercando i fondi e un produttore che possa crederci, e che abbia coraggio. Perché io non sto parlando dei disabili come se ne parla sempre. Ci vuole coraggio per parlar di sessualità in un paese come il nostro».
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