SERVE UN PATTO TRA GENERAZIONI FONDATO SULLA LEGALITÀ
Nel libro "Generazioni solidali. Giovani e anziani nell’Italia della crisi" è analizzato un tema che coinvolge il volontariato
28 Ottobre 2015
Si è chiusa domenica scorsa l’edizione 2015 – la settima! – del Salone dell’editoria sociale.
Come, oramai, avviene da qualche anno, Spes–Centro di servizio per il volontariato del Lazio, in collaborazione con il Centro di documentazione sul volontariato e il terzo settore, ha proposto un suo appuntamento, partendo dal tema indicato dagli organizzatori della manifestazione: “Gioventù bruciata. Tra crisi e riscatto”. «Un’occasione per riflettere su una generazione precaria, travolta dal consumismo e dal fuoco vacuo delle vanità, ma che cerca faticosamente la propria strada anche dentro una crisi epocale…», come Fofi e Marcon scrivono ad introduzione dell’evento.
Pur non volendo rigettare il quadro di partenza, non si è potuto fare a meno di domandarci se davvero questa generazione di giovani non dovesse essere aggettivata esclusivamente, e senza appello, come “bruciata”.
Da qui, la scelta di prendere come spunto di riflessione la pubblicazione curata da Marco Accorinti ed Enrico Pugliese, “Generazioni solidali. Giovani e anziani nell’Italia della crisi”, edita da Liberetà e finita di stampare poche settimane fa. Un lavoro che ha consentito di porre quanto meno il punto di domanda accanto all’assunto di partenza della manifestazione.
Un patto di legalità e giustizia
Gioventù bruciata? A rispondere all’interrogativo, senza troppi giri di parole, è stato Enrico Pugliese che, oltre ad essere professore emerito di Sociologia del lavoro presso Sapienza – Università di Roma è uno dei curatori del libro. Il conflitto generazionale, oggi giocato tra chi è dentro e chi è fuori dalle opportunità offerte dal sistema, è, secondo Pugliese, più una costruzione di quanti puntano a colpire i pochi diritti e le poche certezze degli insider, gli inclusi, in vista di un livellamento e una redistribuzione di dette, insufficienti, opportunità.
Ma le linee di frattura che in questo modo si aprono non sembrano avere nulla a che fare con il rapporto tra generazioni, continua Pugliese. È facile, infatti, osservare come, in realtà, le pensioni dei nonni costituiscano spesso l’unico sostegno alla costruzione di futuro per tanti nipoti, mentre la precarizzazione dei padri rappresenta un’ulteriore, nuova, barriera da superare. La frattura osservabile è, in realtà, quella – solita – tra classi sociali.
Quello che ci vorrebbe, allora, è un “nuovo spazio di gioco”, l’ha definito Danilo Chirico, che – perché no? – potrebbe prendere le mosse proprio dalla costruzione di un “patto sociale tra giovani e anziani”, da fondare su nuovi presupposti. Primi tra tutti, quelli della giustizia sociale e della legalità; obiettivi perseguiti dall’Associazione Da Sud, di cui Danilo è presidente.
I punti di contatto tra giovani ed anziani sono, infatti, molti, perché entrambi condividono problemi simili: la solitudine, che non è solo degli anziani ma anche dei giovani e giovanissimi, soprattutto, quando reclusi nelle periferie; la povertà, che colpisce entrambi; il gioco d’azzardo quale drammatica via di fuga; per fare alcuni esempi.
Ma, in assenza dei punti di riferimento che hanno rappresentato la bussola di idee e di valori del recente passato, si rischia la solidarietà “in negativo” che l’associazione registra soprattutto tra le fasce più povere; come quel nonno che affitta il garage per stoccare la droga di una cosca mafiosa, e cui ne ricava 500€ per gli studi del nipote. Diventa allora essenziale far leva sui principi della giustizia e della legalità, insieme a quelli della partecipazione civile e della solidarietà, di cui sicuramente una parte della società è ancora capace. E se i problemi accomunano giovani e anziani, anche le soluzioni possono contribuire al loro avvicinamento.
Le esperienze ci sono
A fare più di qualche esempio concreto è Linda Moroni, presidente dell’Auser Lazio, Associazione di servizi per l’autonomia e l’autopromozione dell’anziano.
Da “Nonno su internet”, in cui ragazzi nativi digitali hanno “salvato” i più anziani da una vera e propria forma di esclusione sociale, al cohousing sociale, grazie al quale giovani e/o immigrati trovano risposta al loro bisogno di alloggio attraverso la co-abitazione con persone anziane che così rompono l’isolamento e le difficoltà del vivere quotidiano. Si tratta di una formula ancora sperimentale in Italia, ma dal grande potenziale.
E ancora, i “nonni davanti alle scuole”; il volontariato nei musei e i campi di lavoro al sud; tutte esperienze in cui persone anziane hanno accompagnato i giovani: a scuola; lungo percorsi culturali; in attività di recupero e fruizione di beni confiscati alla Mafia. Esempi di autopromozione e riscatto per le persone della terza età, ma anche ponti costruiti per originali e nuove forme di collaborazione tra generazioni.
Un altro punto di vista è quello delle seconde generazioni di immigrati. Portatori di interessi diversi, a volte anche rispetto la stessa componente della popolazione immigrata più “adulta” appartenente alla prima generazione.
Come ci racconta Mohamed Tailmoun, attivista per i diritti delle seconde generazioni, non da subito i “genitori” hanno riconosciuto la questione della cittadinanza come una battaglia fondamentale, impegnati com’erano sul fronte delle riforme legislative sull’immigrazione o sulla questione del ritorno in patria.
Ora, mentre questa divaricazione si è molto ridotta, ne è venuta emergendo un’altra, ovvero quella con una frangia della popolazione italiana. E Tailmoun, si chiede se una parte di questa diffidenza non possa essere letta attraverso il dato generazionale, lì dove la componente più anziana (piuttosto numerosa in Italia, come dimostrano le statistiche) percepisce la questione come distante anche perché relativa a giovani.
Renzo Razzano, presidente Spes, che ha moderato l’incontro, ha ricordato l’impegno dei Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio nel contribuire alla costruzione di percorsi di solidarietà e condivisione tra giovani e anziani, attraverso il sostegno e la promozione delle associazioni di volontariato impegnate anche su questo fronte.
Marco Accorinti, Enrico Pugliese (a cura di)
“Generazioni solidali. Giovani e anziani nell’Italia della crisi”
Ed. LiberEtà 2015