VIA GIOLITTI 225, I DIRITTI NON SI SFRATTANO!
Ancora sfratti alle associazioni, è la volta dello sportello di Focus-Cds, all'Esquilino da vent'anni. Troppe contraddizioni, fare rete è difficile
21 Aprile 2016
I dieci giorni per lo sgombero dello storico sportello di Via Giolitti 225 per Focus – Casa dei Diritti sociali scadono oggi. Un’altra lettera del Comune di Roma, un altro sfratto, un altro storico luogo di integrazione colpito dal provvedimento di “Riordino gestionale del patrimonio capitolino”. Stamattina Via Giolitti 225 era in mobilitazione, in risposta al mancato rinnovo della concessione dei locali e quindi allo sgombero.
Chi si avvicinava allo sportello che da oltre vent’anni garantisce servizi fondamentali di inclusione sociale a tutte le persone povere di diritti della città veniva accolto dal monito “I diritti non si sfrattano!” che campeggiava imperativo su un grande striscione giallo. Nella mattinata dell’11 aprile scorso, come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’associazione, il dipartimento Patrimonio sviluppo e valorizzazione del Comune ha comunicato alla Cds il mancato rinnovo della concessione dei locali dove da anni vengono portate avanti le attività di sportello socio-legale e di scuola di italiano per stranieri. « Si tratta», continua il comunicato, «dell’ennesimo colpo al patrimonio di esperienza nel campo dell’accoglienza a Roma». «Quando nel 2010», ha raccontato Carla Baiocchi, una delle memorie storiche dell’associazione, «è scaduto il termine della concessione dei locali in cui si trova lo sportello, abbiamo avuto un lungo carteggio con il Comune per ricontrattare il canone di locazione, che è stato aumentato». Da allora, continua, «abbiamo continuato a ricevere i bollettini di pagamento con il nuovo canone maggiorato, bollettini che abbiamo provveduto regolarmente a pagare». E ora, la lettera. O meglio, le lettere. Sì perché, come ha spiegato Giulio Russo, storico presidente di Casa dei Diritti sociali, « l’associazione ha ricevuto una comunicazione “secca”, che intimava lo sgombero dei locali in dieci giorni ed una comunicazione diversa, che concedeva tutti i tempi tecnici necessari per opporre ricorso nelle sedi deputate».
Sfratti alle associazioni: troppe discrepanze, è complicato fare rete
Questo è – tra le altre cose – uno dei motivi per cui, come spiega Giulio Russo, è difficile creare una rete tra tutte le realtà che stanno vivendo la stessa situazione.
Per ragioni diverse e perché, in verità, differenti sono le situazioni: «Esistono organizzazioni che hanno avuto uno spazio in concessione quarant’anni fa e non hanno mai pagato il canone; ne esistono altre che hanno sempre pagato – anche dopo la scadenza della concessione – e sono perfettamente in regola con i loro adempimenti amministrativi; c’è chi si trova tuttora in una situazione di occupazione abusiva. Come si differenziano tra loro le figure amministrative e le conseguenze giuridiche e legali che queste situazioni creano?» Inoltre, sottolinea, «ci sono realtà che hanno ricevuto una comunicazione con la quale venivano avvisate dello sgombero imminente, esecutivo in 10 giorni; ad altri è stata indirizzata una lettera che lasciava la possibilità di ricorrere al Tar nei tempi tecnici; altri ancora non hanno ricevuto alcuna forma di comunicazione. Noi le abbiamo ricevute entrambe…» Troppe le domande senza risposta per Russo: «chi ha la regia della gestione amministrativa del patrimonio immobiliare del Comune? Perché esistono queste disparità?». E soprattutto «perché c’è qualcuno che non ha ricevuto alcuna lettera? Perché delle 4mila unità immobiliari del Comune di Roma ne risultano solo 1880? E le altre? Sicuramente bisogna lavorare per ottenere una piattaforma di diritti per tutte le realtà coinvolte, ma poi ognuno dovrà affrontare la propria posizione legale».
Grazie a chi ha varcato questa porta e a chi, speriamo, continuerà a varcarla
Ora la Casa dei Diritti sociali adirà, naturalmente, le vie legali, ma che ne sarà, nel frattempo, delle attività, dei servizi, delle persone che nello sportello trovano un punto di riferimento fondamentale? È da trent’anni che l’associazione si occupa di tutela e promozione dei diritti delle categorie di persone più a rischio esclusione.
A via Giolitti oltre 31mila cittadini hanno trovato servizi diversi – dallo sportello sociale a quello legale, dal supporto medico e psicologico fino all’iscrizione anagrafica e ai corsi di italiano per stranieri – tutti volti a rispondere a situazioni di emergenza e ad offrire percorsi di inclusione sociale e interculturale. Oltre 2mila sono le persone senza fissa dimora che lì hanno potuto fissare la loro residenza, garantendosi la possibilità di accedere ai diritti minimi. E poi richiedenti asilo e rifugiati, vittime di tratta o torture, minori non accompagnati.
In trent’anni Focus – Casa dei Diritti sociali ha offerto servizi di segretariato sociale e mediazione interculturale, orientamento, assistenza legale e sanitaria, gestione delle emergenze per senza fissa dimora, richiedenti asilo e rifugiati, vittime di tratta, minori non accompagnati, puntando sempre su strategie di auto aiuto e promozione dei diritti di cittadinanza. E quindi tutela dei diritti e advocacy, educazione all’intercultura, sviluppo locale, scuole popolari.
Stamattina sulla porta dello sportello all’Esquilino era appesa una lettera scritta a mano, che diceva: «Siamo stati paragonati per la nostra accoglienza agli abitanti di Lampedusa. Un onore! Grazie a tutti coloro che hanno varcato questa porta, in qualsiasi veste, e a quanti, speriamo, continueranno a varcarla».
Abbiamo raccontato anche le storie di A Roma Insieme – Leda Colombini, Il Grande cocomero, Esc, il Centro Ararat, Vivi la vita.