LA SOLIDARIETÀ, TERRENO DI INCONTRO TRA LE DIVERSE FEDI RELIGIOSE
A Roma un confronto tra esponenti delle principali comunità. Il volontariato è un ponte tra esperienze religiose e con il mondo laico
06 Aprile 2019
Solidarietà, regola d’oro per tutte le fedi religiose. L’esperienza del volontariato, del prendersi cura dell’altro non è solamente un terreno comune per le diverse confessioni del nostro Paese, ma diventa ponte anche per quel mondo laico che condivide gli stessi valori. Un’insolita lezione, quella che si è tenuta il 4 aprile presso lo storico liceo Camillo Cavour, a due passi dal Colosseo, grazie al dibattito “Le ragioni della solidarietà nelle esperienze religiose”, in cui diversi esponenti delle comunità religiose romane hanno messo in luce le esperienze di servizio agli altri. L’appuntamento, inserito tra gli eventi di Insieme per il bene comune – Good Deeds Day 2019, è stato organizzato da Religions for Peace Europe e promosso da CSV Lazio.
GLOBALIZZARE LA SOLIDARIETÀ. Ad aprire il dibattito è stato Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, comunità che da anni si è distinta a Roma per la forte vocazione all’accoglienza e all’integrazione delle persone più fragili. «Viviamo in un Paese in cui si sta sempre più globalizzando la paura, la rabbia, in cui si alzano muri accentuando le differenze, spingendo i cittadini all’individualismo. Ciò che invece occorre globalizzare è la solidarietà. I credenti, le comunità religiose, hanno la responsabilità di difendere chi è più debole e soffre, senza farsi intimidire dai messaggi di odio che circolano sui social. Cosa vuol dire “Prima gli…”? Qual è la comunità di individui che può definirsi precedente alle altre? L’Europa è frutto d intrecci, di stratificazioni secolari e neanche nessuno di noi italiani può definirsi tale in modo puro. Il problema che dobbiamo porci noi non è annullare le differenze, ma trovare un linguaggio comune seppur nella diversità».
UNIRE GLI SFORZI. Solidarietà è un termine elegante con cui tradurre il concetto carità, ovvero gesti concreti rivolti a chi soffre e ci sta accanto, ha sottolineato Joseph Arbib, rabbino della Sinagoga di Via Cesare Balbo.
«La solidarietà non si può comprare e soprattutto non si può mettere in pratica se prima non ci sforziamo di conoscere il prossimo. Sin dalla nascita ciascuno di noi ha bisogno degli altri per nutrirsi, crescere, imparare e svilupparsi; se vivessimo chiusi da soli sotto una campana di vetro moriremmo. Se il nostro scopo e avvicinarci a Dio, è necessario unire i nostri sforzi, evitando odi inutili».
SAGGEZZA E COMPASSIONE. “Il volontariato è l’affitto che dobbiamo pagare per vivere in questo mondo”. Con questa citazione del musulmano Mohammed Alì ha aperto il suo intervento il monaco buddista Dario Doshin Girolami, introducendo due concetti chiave della tradizione zen: saggezza e compassione, le due ali su cui si fonda questa spiritualità. «Da una parte c’è lo studio, l’apprendimento, la crescita intellettuale, ma questa non basta, infatti è necessaria anche la compassione, ovvero il condividere con l’altro gioie e dolori. Nella nostra spiritualità l’egoismo è solo un’illusione perché in diversi modi siamo tutti interconnessi e interdipendenti. Come “Centro Zen l’Arco” lo sperimentiamo tutte le volte che visitiamo i carcerati del Regina Coeli, una struttura situata a Trastevere, ma che consideriamo lontana e diversa dal quartiere dei divertimenti, dei ristoranti e dei pub che conosciamo. È un luogo dove c’è gente che soffre e va accompagnata in quel momento di debolezza».
I DIRITTI DI TUTTI. Altra confessione impegnata nella difesa dei diritti civili è la Chiesa Valdese. «Dio lo si trova nell’altro, è questo il più grande insegnamento che il cristianesimo ci ha dato», ha sottolineato Marco Fornerone, pastore della chiesa di piazza Cavour. «Nel preoccuparmi per l’altro salvo e rendo felice anche me stesso. La nostra tradizione ci dice di stare accanto a chi non ha quei diritti civili che abbiamo noi, soprattutto chi non vive in sicurezza. E non è vero che il mio diritto e la mia libertà possono essere messi a rischio nel concedere lo stesso diritto a qualcun altro. Se come religioni possiamo ricordare queste verità, daremo il nostro contributo».
IN RETE CON IL MONDO LAICO. Durante l’incontro sono state ricordate le recenti violente proteste avvenute a Torre Maura per l’arrivo di 70 Rom: è stato chiesto agli studenti presenti di riflettere sul coraggio di Simone, il ragazzino di 15 anni che in modo lucido ha spiegato, ad un esponente di estrema destra, che incentivare la rabbia della cittadini verso altre persone non serve a ridurre il degrado del suo quartiere.
A chiudere l’evento è stato Renzo Razzano, presidente di CSV Lazio, che ringraziando i presenti per le diverse occasioni di dialogo create in questi anni, ha ribadito l’importanza del volontariato come elemento che unisce. «È stato singolare come nei diversi interventi il punto in comune, seppur con approcci diversi, sia quello del dedicarsi all’altro gratuitamente. Il volontariato è un’opportunità per far dialogare non soltanto le diverse confessioni ma anche per creare rete con un mondo laico che sposa pienamente gli stessi valori. Il volontariato è espressione di vitalità, di creatività e condivisione. E averlo ribadito all’interno di una scuola è uno dei primi passi per iniettare questo valore nella società che viviamo».
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org