SPIAZZAMENTI: DAL 18 AL 21 LUGLIO R-ESTATE A TORBELLA
Dal 18 al 21 luglio 4 giorni di arte, teatro e musica ai giardini di Via Castano. È Spiazzamenti, R-Estate a Torbella, rassegna nata grazie ad una rete di associazioni attive sul territorio. Claudia Bernabucci, Cubo Libro: «A fatica costruiamo una narrazione diversa di Tor Bella Monaca»
18 Luglio 2024
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Non è un caso che si chiami Spiazzamenti, R-Estate a Torbella, con due sapienti giochi di parole, la kermesse di 4 giorni di arte, teatro, e musica che si svolge da giovedì 18 a domenica 21 luglio, dalle 17.00 alle 23.00, ai giardini di Via Castano, a Tor Bella Monaca. Spiazzamenti vuol dire che si può scendere in piazza per giocare, incontrarsi, imparare, godere dell’arte. E, allo stesso tempo, spiazzare e rivitalizzare un quartiere troppo spesso legato a una narrazione negativa e a senso unico. Anche in quel R-Estate a Torbella c’è tanto senso: vuol dire che l’estate romana, in fondo, può essere anche qui. E che in quel “restate” c’è la necessità che la cultura vada fruita anche e soprattutto nei quartieri in cui si vive, e non solo dovendosi spostare verso il centro.
Spiazzamenti è fatto di tante attività per bambini, letture e giochi organizzate da Libera Roma, Cubo Libro, Eutopia, Scout Agesci Roma 422, SPI CGIL Lega VI Municipio, CEMEA del Mezzogiorno, con il sostegno di CSV Lazio. L’iniziativa fa parte di Present4Future, progetto ideato da BPER Banca e Gruppo Abele Onlus, che permette uno scambio culturale con gruppi di adolescenti che arrivano da Torino e da Palermo. QUI IL PROGRAMMA.
Creare alternative positive per i ragazzi
«Spiazzamenti è fatta di cinque pomeriggi, con l’anteprima di ieri, e quattro sere. Nei pomeriggi ci sono attività per bambini e ragazzi. Le sere sono dedicate a degli spettacoli. Creiamo questa rassegna insieme a tante realtà del territorio» ci spiega Claudia Bernabucci, presidente dell’associazione Cubo Libro, che nasce nel quartiere e ha una storia speciale. «Queste realtà lavorano tutte ad attività per minori e ragazzi, per creare alternative positive a un territorio che a loro offre poco. Tra noi c’è un’affinità nei valori: la possibilità di scelta, la costruzione di un futuro che sia veramente scelto da loro e permetta loro di volare alto. C’è l’aspetto dell’animazione delle comunità, che è sempre legato alla possibilità di vivere bene un quartiere, come dovrebbe essere per tutti i quartieri, con tutte le possibilità che magari non riusciamo a fare quotidianamente ma magari in questa settimana, ogni anno, come facciamo ormai da sei anni, si cerca di portare».
Una storia nata dall’attivismo di Libera
Spiazzamenti ha una storia recente eppure già importante, nata da un’associazione che opera molto nel quartiere e che è riuscita a creare attorno a sé una rete speciale. «La storia della rassegna è legata molto all’attivismo di Libera, al suo intervento sul territorio che ormai da diversi anni mette in atto in quella piazza, portando i giochi una volta al mese» ci spiega Claudia Bernabucci. «Sei anni fa decisero di coinvolgere la rete territoriale all’interno di questa attività di rassegna. Quindi aprirono alle realtà del territorio e noi accettammo questo invito, anche perché si trattava di lavorare con minori e ragazzi e creare alternative culturali e positive all’interno del territorio, anche per combattere questo pregiudizio che vede sempre il quartiere a sua volta ridiviso anche in parti, in cui i residenti del quartiere difficilmente transitano da una parte all’altra».
Cubo Libro: il diritto alla cultura nel proprio territorio
Cubo Libro «nasce nel 2008 proprio con l’intento di rivendicare il diritto alla cultura» spiega la presidente. «E nella rivendicazione del diritto alla cultura c’è anche quella di viverla nel proprio territorio, viverla gratuitamente, perché dovrebbe essere parte della città a misura delle persone». «Ovviamente parliamo di un quartiere dove tutto questo non c’è, dove vivere è davvero complicato, dove dalle case fatiscenti al lavoro che manca, al welfare che hanno creato in alternativa le organizzazioni criminali, si è arrivati a una qualità della vita difficoltosa sotto tantissimi aspetti» continua. «Proporre una risposta di comunità, di partecipazione orizzontale, in cui gli abitanti stessi sono protagonisti, era fondamentale allora ed è fondamentale oggi».
Il quartiere attraversa Cubo Libro portando idee e proposte
Cubo Libro si occupa di una biblioteca autogestita creata in maniera spontanea dagli abitanti tra il 2005 e il 2008 a Largo Ferruccio Mengaroni. Cubo Libro è una libreria che ha un rapporto speciale con il territorio perché è il territorio, i suoi cittadini, nasce qui e da loro. «Cubo Libro nasce dal sentirsi parte del quartiere» spiega Claudia Bernabucci. «Il coinvolgimento degli abitanti e la lettura dei bisogni si fa in maniera orizzontale e integrata quotidianamente: il quartiere attraversa Cubo Libro portando idee e proposte. Noi che ci sentiamo parte del quartiere perché siamo i suoi abitanti, perché siamo state studentesse, cerchiamo di supportare mettendo a disposizione strumenti per l’interesse collettivo. È il primo step: non si tratta solo di dare spazio al territorio, Cubo Libro è uno spazio del territorio. Assolviamo alla funzione di mettere a disposizione strumenti».
Una nuova narrazione di Tor Bella Monaca
Storie ed eventi come questo provano a cambiare una narrazione che fino a qualche anno fa era a senso unico, legata alla criminalità organizzata. Ora si cominciano a sentire narrazioni diverse. Ma dipende dal fatto che si iniziano a raccontare anche le belle storie o è davvero cambiato il quartiere? «A fatica, a forza e lottando, abbiamo portato nella narrazione di massa anche un’altra narrazione» spiega la presidente di Cubo Libro. «Il quartiere è complesso e vario. Non ci si può limitare a dire che è un quartiere di criminali. È un quartiere con tantissimi abitanti e la maggioranza degli abitanti sono persone che lavorano, che fanno anche lavori umili, faticosi, in orari scomodi. È un discorso che bisogna rendere nella sua complessità». «Vorrei dire che la situazione è migliorata» continua. «Ma è sempre molto complessa. Quello che di positivo sta succedendo è che le realtà che lavorano con questo spirito e credono in quello che fanno hanno sempre più voglia di collaborare insieme».
I problemi non sono risolti, ma la rete si è rafforzata
E così nasce una di comunità educante che si incontra nel liceo Amaldi, e nascono collaborazioni con altre realtà. «Noi con la fondazione Bulgari siamo riusciti a fare un progetto, che si chiama CRESCO, di riqualificazione della Piazza» spiega Claudia Bernabucci. «C’è stato un grande investimento economico che effettivamente ha cambiato il volto di un pezzo di quartiere. Si sono innescati meccanismi virtuosi e sono sostenuti dal fatto che qui ci si sta con consapevolezza e in quella complessità stanno emergendo anche altre voci. Ma la qualità della vita è sempre difficoltosa, c’è un cambio di soggetti nella criminalità organizzata che rendono tutto difficile. Non possiamo dire che si sono risolti i problemi del quartiere. Ma la rete si è rafforzata, e le persone che hanno voglia di vivere il territorio in maniera diversa hanno un pochino più di voce».