STOP ALLE ARMI NUCLEARI: L’ITALIA RATIFICHI IL TRATTATO
Con un Trattato di Luglio scorso, la maggioranza degli Stati del mondo ha dato lo stop alle armi nucleari. Una «votazione storica» per il Papa. Ora sta all'Italia ratificare
23 Novembre 2017
«(…) non c’è alternativa per i popoli: o la pace millenaria o la distruzione apocalittica della famiglia umana e della terra medesima provocata, (Dio non voglia!) dalla potenza sconvolgitrice -apocalittica «(…) davvero !- delle armi nucleari!»
È forse questa una delle frasi più significative di Giorgio La Pira (Pozzallo, 9 gennaio 1904 – Firenze, 5 novembre 1977), professore di diritto romano, padre costituente e deputato eletto nelle liste della Dc.
La Pira è un personaggio che si ricorda ancora oggi, proprio per la valorosa battaglia portata avanti personalmente per la pace nel mondo, contro ogni forma di guerra, nel periodo più buio e ostile della storia: quello della Guerra Fredda.
Il suo impegno fu concentrato in particolare contro la minaccia nucleare a favore di dialogo e negoziati per la distensione di ogni conflitto mondiale. Avviò in Occidente un’attività tesa a promuovere contatti vivi, profondi, sistematici tra gli esponenti politici di tutti i Paesi.
In quegli anni dopotutto era vivo il ricordo della bomba atomica, e la paura di una nuova guerra era profonda. Oggi, quella stessa paura irrompe violenta con la minaccia di nuovi conflitti catastrofici. Basti pensare a Paesi come la Corea del Nord, l’Iran, o agli Stati Uniti. Una paura che crea indignazione e rabbia nell’opinione pubblica.
I TRATTATI. Ma esistono accordi internazionali, costruiti negli anni, e con lunghe attese. Le nazioni di ogni continente hanno cercato nel tempo di creare ponti e dialogo, per evitare il rischio del nucleare. Risale al 1970 il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) un trattato internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Il trattato fu fondamentale, ma non definì in modo capillare la necessità di non fabbricare più armi.
È del 2015 invece lo storico accordo sul nucleare iraniano tra l’Iran e i Paesi del cosiddetto “5+1”, cioè i membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina) più la Germania. Accordo che ad oggi sembra però fallimentare.
La svolta con i trattati si è raggiunta lo scorso 7 luglio quando all’ONU è stato approvato il Trattato di messa al bando delle armi nucleari. Un Trattato storico, che per la prima volta nella storia, dichiara fuori legge le armi nucleari. Il testo di Trattato adottato è una chiara indicazione che la maggioranza degli Stati del mondo non considera più le armi nucleari un legittimo strumento bellico. Il documento, inoltre, garantisce una specifica assistenza agli Stati e agli individui colpiti dall’uso di armi nucleari o dalla sperimentazione atomica; sancisce la necessità di bonifica ambientale e impegna gli Stati Parte a farsi promotori del bando presso gli altri Paesi, in modo che il Trattato raggiunga l’universalità.
LE CAMPAGNE. Per Campagna Senzatomica e Rete Italiana Disarmo, che hanno tradotto la bozza del documento in italiano, «Ora che il Trattato è stato adottato, ci impegneremo affinché il Governo lo ratifichi, manifestando così il volere della maggior parte della popolazione italiana che invoca lo stop alle armi nucleari». Sole Becagli di Senzatomica ha dichiarato: «Ci sono alcuni aspetti che potevano esser migliorati ma avere un trattato che sancisca che le armi nucleari sono illegali è il risultato di decenni di battaglie della società civile internazionale».
Articolo 1 del Trattato
Ciascuno Stato Parte si impegna, in qualsiasi circostanza, a non:
(a) Sviluppare, testare, produrre, produrre, oppure acquisire, possedere o possedere riserve di armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari;
(b) Trasferire a qualsiasi destinatario qualunque arma nucleare o altri dispositivi esplosivi nucleari o il controllo su tali armi o dispositivi esplosivi, direttamente o indirettamente;
(c) Ricevere il trasferimento o il controllo delle armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari, direttamente o indirettamente;
(d) Utilizzare o minacciare l’uso di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari;
(e) Assistere, incoraggiare o indurre, in qualsiasi modo, qualcuno ad impegnarsi in una qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato;
(f) Ricercare o ricevere assistenza, in qualsiasi modo, da chiunque per commettere qualsiasi attività che sia vietata a uno Stato Parte del presente Trattato;
(g) Consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione o controllo.
L’IMPEGNO DI ICAN. Il successo del Trattato lo si deve anche al lavoro di ICAN la quale lo scorso 6 ottobre ha ricevuto il Nobel per la Pace 2017. L’ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear weapons) è un’organizzazione non-profit fondata nel 2007 a Vienna che raccoglie più di 400 organizzazioni (internazionali o nazionali) attive in 100 paesi del mondo: ne fanno ad esempio parte la Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà (fondata nel 1915 contro la Prima guerra mondiale), Peace Boat, organizzazione giapponese, e la Norwegian People’s Aid. Per l’Italia fanno parte Campagna Senzatomica e Rete Italiana Disarmo.
Nella sua campagna l’ICAN è stata sostenuta anche da altri premi Nobel per la Pace, come Desmond Tutu, il Dalai Lama e Jody Williams, pacifista statunitense fondatrice della Campagna Internazionale per il Bando delle Mine Antiuomo.
Nel novembre del 2012, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon citò l’ICAN per il suo lavoro a favore «di un mondo libero da armi nucleari». La sede che coordina e gestisce la campagna internazionale è a Ginevra, in Svizzera, e la sua direttrice è Beatrice Fihn.
IL PAPA. Anche Papa Bergoglio con il suo intervento all’incontro organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che si è tenuto il 10 e 11 novembre nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, ha ribadito la denuncia al nucleare.
Papa Bergoglio ha parlato infatti del rischio del nucleare come un “suicidio dell’umanità”. Intervenendo sul trattato ha dichiarato: «storica votazione in sede Onu, attraverso la quale la maggior parte dei membri della Comunità Internazionale ha stabilito che le armi nucleari non sono solamente immorali, ma devono anche considerarsi un illegittimo strumento di guerra. È stato così colmato un vuoto giuridico importante, giacché le armi chimiche, quelle biologiche, le mine antiuomo e le bombe a grappolo sono tutti armamenti espressamente proibiti attraverso Convenzioni internazionali».