RIETI. MICROPLASTICHE NELLA NEVE DEL TERMINILLO
Presentato a Rieti uno studio su riscaldamento globale e microplastiche sul Terminillo. Ines Millesimi: «Guardo sempre con attenzione ai giovani, il pianeta lo consegneremo a loro»
15 Luglio 2024
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Adottare misure urgenti per combattere la crisi climatica e l’inquinamento da plastica con le loro conseguenze per il biota e la salute umana nell’ambito degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Questo lo scopo dello studio presentato in occasione del convegno Microplastiche nella neve sul Monte Terminillo. Un caso di studio, a cura del CAI Rieti con il patrocinio dell’Università della Tuscia Terza Missione e del Comune di Rieti. Un’equipe di ricercatori ha prelevato campioni di neve nella stagione invernale 2023 – 2024 sulla montagna reatina, a diverse altitudini e in diverse zone, catalogando le Croci di Vetta e poi passando ai campionamenti, con la Citizen Science, metodo sperimentato per la prima volta nel reatino e che sarà replicato in Valle d’Aosta.
Al tavolo del simposio la dott.ssa Marina Baldi, Climatologa CNR – Istituto per la BioEconomia Scienze della Montagna UniTus, Ines Millesimi PhD Student – DEB Unitus, Alessandro Mazzilli dott. in Scienze Forestali e capo stazione CNSAS Rieti, con l’apertura del presidente CAI Rieti, Francesco Battisti.
Un fenomeno globale
«Il clima da sempre ha un andamento fluttuante», ha sottolineato Marina Baldi, Climatologa CNR – Istituto per la BioEconomia Scienze della Montagna UniTus. «Se guardiamo i dati da 65 milioni di anni fa ad oggi notiamo che negli ultimi 4mila anni la temperatura è aumentata di 4°C, negli ultimi 100 anni di 1°C. Altro dato fondamentale è la temperatura di Terra e oceani. I segnali più tangibili di un aumento della temperatura riguardano l’innalzamento del livello del mare, della CO2 oppure la fusione del ghiaccio in area Artica e Antartica che non vedevamo da 2 milioni di anni. Se togliessimo tutte le emissioni provenienti dalle scelte dell’uomo potremmo proiettare nel futuro gli studi e quanto l’uomo influisca ed influirà sul riscaldamento globale». Il riscaldamento globale – lo sappiamo – ha numerosi effetti: in Italia l’andamento della temperatura dal 1961 al 2022 mostra un marcato trend in aumento; secondo i dati ISPRA la frequenza e l’intensità degli eventi estremi nel nostro paese sono aumentate negli ultimi decenni. E poi lo scioglimento anticipato delle nevi in alta quota; l’aumento della frazione pioggia nelle precipitazione a scapito della neve; l’aumento della durata dei periodi secchi; il gap temporale tra la fioritura e l’attività degli insetti impollinatori; la diminuzione di estensione e spessore del manto nevoso.
La situazione sul Terminillo
Sul Monte Terminillo la temperatura media è più elevata. Nella zona appenninica lo zero termico ha mostrato un sensibile aumento dal 1941 ad oggi. «Una sfida che avevo proposto da tempo riguarda la dotazione di alcune croci di vetta di una stazione meteorologica automatica in conformità con le norme dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO)», ha spiegato Ines Millesimi PHD Student DEB Unitus, «un progetto purtroppo troppo costoso. La capanna scientifica con stazione meteo (CNR-CAI Progetto Nazionale Rete di Rifugi Sentinella) nel Rifugio Rinaldi e l’apparato di Montelibretti hanno il compito di misurare micropolveri e ozono, insieme ad altri parametri di inquinamento atmosferico. L’elemento più preoccupante è che in sei aree di campionamento sul Terminillo e più a bassa quota è emerso un quadro di concentrazione di microplastiche superiori alle aspettative. Le microplastiche sono trasportate dai venti anche per chilometri, ne sono state trovate anche sull’Everest. Dobbiamo chiedere con forza all’Europa di mettere in campo tutti gli strumenti per arginare o mitigare gli impatti antropici perché il problema è serio: ci sono microplastiche nella placenta, ne sono state ritrovate in testicoli umani».
I giovani: il pianeta lo lasceremo a loro
Tutta la comunità scientifica internazionale «guarda all’impronta antropica come la causa principale della crisi climatica: ondate di calore, precipitazioni concentrate e anomale, rialzo della temperatura, inverni miti ed estati siccitose, ghiacciai che fondono o arretrano, tutto in così pochi decenni», ha insistito Millesimi. «Guardo sempre con attenzione ai giovani, il pianeta lo consegneremo a loro. Stiamo facendo troppo poco per cambiare le cose. Per cambiare rotta dobbiamo seguire buone pratiche note da tempo con senso di auto responsabilità».
Immagine di copertina: Alessandro Blasi