DA QUANDO HO INIZIATO A STUDIARE MI SENTO LIBERO
Primo dottore di ricerca ad aver conseguito il titolo in carcere, A.L. potrà continuare a studiare grazie al premio Sulle ali della libertà
16 Maggio 2018
«Da quando ho iniziato a studiare mi sento un uomo libero, anche da dietro le sbarre»: la storia di A.L. merita di essere raccontata. Perché comunica speranza e voglia di rinascere e perché dimostra che anche nelle condizioni più difficili la vita ti presenta sempre una nuova opportunità. Dopo i 40 anni A.L. è tornato a vivere grazie allo studio. È in stato di detenzione dal 1995 e oggi è il primo dottore di ricerca in Italia ad aver conseguito il titolo accademico tra le mura di un carcere. Non ha avuto percorsi facilitati, ha studiato e sbattuto la testa sui libri come tutti gli studenti italiani, dando gli esami presso l’Università La Sapienza di Roma.
Il titolo in Sociologia e scienze applicate è stato conseguito con la tesi “Rieducazione, formazione e reinserimento sociale dei detenuti. Uno studio comparativo ed etnografico dei detenuti rientranti nella categoria «Alta sicurezza» in Italia: percorsi di vita, aspettative e reti sociali di riferimento”.
La storia di A.L. non è passata inosservata. Istituzioni, associazioni di volontariato e diversi enti del terzo settore hanno fatto sinergia, consegnandogli il premio “Sulle ali della libertà”, che consiste in un buono per l’acquisto di libri pari a 1000 euro. Serviranno allo studente-detenuto per continuare la sua formazione in servizio sociale.
QUANDO LA DETENZIONE È UN’OPPORTUNITÀ. Promosso e ideato da Isola Solidale (in collaborazione con Agenzia Comunicatio), un’associazione che da oltre 50 anni accoglie i detenuti che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunte a fine pena, si ritrovano prive di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica, il premio è stato riconosciuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la medaglia di rappresentanza, sostenuto dai Ministeri dell’Istruzione, della Salute, della Giustizia e dei beni e delle attività culturali.
Hanno espresso la propria vicinanza anche la Regione Lazio, Roma Capitale, il Dicastero del Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e tante associazioni ed enti del terzo settore.
La cerimonia di consegna simbolica si è svolta il 15 maggio a Roma, a Palazzo Altieri, nella sede del banco BPM. A.L. non c’era, ma ha affidato il suo pensiero a un video messaggio: «La detenzione serve» ha raccontato, «Senza il carcere io non avrei migliorato la mia condizione. Invece di piangermi addosso ho iniziato a studiare e quello che mi sento di dire agli altri detenuti è che la detenzione può essere un’opportunità per rinascere». A.L., il dottore, dice la verità perché – lo dimostrano i dati – chi studia delinque meno e chi in carcere sceglie la strada della cultura, una volta uscito di galera non ripete gli stessi errori. «Il diritto all’istruzione è la leva fondamentale per costruire una società civile equa e solidale» ha sottolineato la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, presente all’evento. «L’articolo 3 della nostra Costituzione ci dice che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona. È nostro dovere, quindi, incentivare iniziative come questa affinché ci siano altri A.L.». La Fedeli ha voluto ribadire un concetto che probabilmente oggi va controcorrente, ma che sembra quanto mai necessario per recuperare il valore della cultura nella nostra società: dobbiamo smetterla di considerare l’istruzione come finalizzata soltanto al lavoro. Lo studio è un valore primario, un numero primo dei diritti umani.
In copertina The power of life, Stefano Bussolon
Se avete correzioni o suggerimenti da proporci, scrivete a comunicazione@cesv.org