TAGLI AL SOCIALE. NEL RECOVERY PLAN E NEL BILANCIO, ROMA DIMENTICA I PIÙ FRAGILI
La denuncia della FISH Lazio: non c'è capacità di programmazione, ma soprattutto non c'è una visione, un'idea di inclusione
16 Gennaio 2021
Nel Bilancio di Previsione per il 2021 del Comune di Roma, sono previsti tagli al sociale per 190 milioni (ne abbiamo parlato qui). Ma il vero problema è che questa scelta si somma ad altre, moltiplicandone l’impatto sui servizi e sull’assistenza alle persone più fragili. Ne abbiamo parlato con Daniele Stavolo, presidente della FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Non il soltanto il Bilancio di previsione contiene tagli al sociale
«Nel Documento unico di programmazione 2021-2023, il Comune ha operato dei tagli che, per quanto riguarda il settore della disabilità, ammonterebbero 5 milioni di euro. Ovviamente questo ci preoccupa, tanto più che ci troviamo in una situazione generale di emergenza, che non sappiamo quanto durerà. Il sociale viene mortificato, rispetto ad programmazione economica, che dovrebbe essere molto più importante. C’è poi il tema del Recovery Plan di Roma, che ha dimenticato il sociale: nell’”Elenco Progetti del Piano di Sviluppo Resiliente e Sostenibile“ ci sono solo due progetti che riguardano il sociale, per un totale di investimenti richiesti di circa 25 milioni di euro (su un totale di 20 miliardi), nei quali peraltro le persone con disabilità e le loro famiglie non trovano spazio. E questo è in contrasto con la politica europea in merito agli impegni di spesa per il Recovery Fund, che considera il sociale come uno dei settori maggiormente danneggiati dall’emergenza. Inoltre sappiamo che il Recovery Plan è un piano straordinario di intervento, e invece Roma ci ha inserito progetti che rientrano nella gestione ordinaria, come la “cura degli alberi” o il “rinnovo fornitura dell’attrezzatura per il taglio del verde“. Si potrebbe invece spaziare su interventi molto più importanti: abbiamo vissuto il dramma delle Rsa, perché non prevedere un piano straordinario per il contrasto alla istituzionalizzazione delle persone?» .
La Fish, recentemente, ha anche posto il problema della mobilità delle persone disabili.
«Fish Lazio fa parte dell’Osservatorio permanente per la Mobilità individuale delle Persone con Disabilità di Roma Capitale. Il servizio per le persone con disabilità (che quindi è destinato al lavoro, allo studio, alla terapia, alle attività sociali insomma), gestito da Roma Capitale, è molto carente: già dalla sua riforma ha generato preoccupazioni e continua a generarle. Il problema è che per il Servizio di Trasporto sono attualmente stanziati solo 3 milioni rispetto ai 7 previsti, e di questi 1.9 sono già impegnati. Se non si provvede all’integrazione dei fondi, il servizio subirà a breve una drastica interruzione: a Febbraio dovrebbe essere interrotto, se non c’è uno scostamento di bilancio immediato per la copertura finanziaria».
In situazioni come queste, di solito le Amministrazioni si giustificano, dicendo che hanno ereditato una situazione problematica…
«Roma vive e ha vissuto in passato una situazione molto complessa, ma qui stiamo parlando di una scarsissima capacità di programmazione, a breve, medio e lungo termine. L’assenza di fondi per i trasporti denuncia questo: non è possibile che ci troviamo tutte le volte a dover far fronte a situazioni di emergenza, nonostante queste stesse situazioni fossero state segnalate preventivamente anche dalle associazioni. L’anno scorso è successo lo stesso per i disabili gravissimi: in sede di programmazione economica si è dimesso anche un consigliere di maggioranza, proprio per i tagli al sociale. Per fortuna c’è stato un investimento aggiuntivo da parte della Regione per quest’anno e per l’anno prossimo, che ha colmato quella mancanza».
Perché succede tutto questo? Che cosa chiedete?
«Il problema è non avere un’idea, una visione delle politiche sociali di Roma. Non c’è un’idea di sviluppo inclusivo della città – e stiamo parlando della capitale d’Italia. Intanto chiediamo che l’Assemblea Capitolina dia una risposta completa, procedendo a una revisione concreta sia del Recovery Plan che del Bilancio di Previsione, considerando anche le scarse risorse fino ad ora previste per le spese correnti in favore dei servizi e dei trasferimenti per le persone con disabilità. E facendo in modo che rispettino i diritti e le esigenze delle persone con disabilità, in particolare quelle che hanno maggiore difficoltà».
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