TEATRO DEI DIS-OCCUPATI: L’IMPORTANTE È ARRIVARE A TUTTI

La Compagnia è formata da una coppia di attori che ama insegnare il “gioco” del teatro, che è in ognuno di noi.

di Ilaria Dioguardi

Massimo Cusato e Monica Crotti, uniti nella vita e nel lavoro, sei anni fa decisero di fondare una Compagnia. La chiamano Compagnia Teatro dei Dis-occupati, anche detta Family Theatre. Il motivo? «Teatro dei Dis-occupati sia nel senso di diversamente occupati, perché non si vive di soli spettacoli teatrali, ma anche perché abbiamo visto, e purtroppo ancora vediamo, tanti bravi attori, nostri coetanei che, nonostante abbiano frequentato accademie nazionali e non, si trovano nella condizione in cui si trovano in tanti: la disoccupazione. Family Theatre perché abbiamo un bimbo di 6 anni», racconta Massimo.
La Compagnia organizza workshop, stages, laboratori teatrali, realizza/produce i propri spettacoli, si occupa di pedagogia teatrale. «Cerchiamo di insegnare il “gioco” del teatro non tanto per formare dei piccoli attori, quanto per far scoprire la bellezza di quest’arte che è in ognuno di noi. Insegniamo a giocare a far finta di essere qualcun’altro, a imparare allo stesso tempo che raccontandoci una storia non ci sono ruoli principali e secondari: tutti facciamo parte di una squadra, ognuno con le proprie capacità, paure, timidezze. Cerchiamo prima di tutto di capire chi abbiamo davanti, perché i bambini sono creature semplici, ma anche molto complesse e hanno bisogno di una cura particolare. Partiamo da loro, dai loro giochi, dalle storie che amano di più; piano piano gli facciamo conoscere altre storie ed altri personaggi. Loro imparano, sin dalla scuola materna, a giocare con i personaggi inventandone il modo in cui parlano e si muovono».

Arrivare a tutti

Lo spettacolo "Sotto Chiave". Foto di Emanuele De Marco
Lo spettacolo “Sotto Chiave”. Foto di Emanuele De Marco

L’obiettivo della Compagnia Teatro dei Dis-occupati è arrivare alle persone che non frequentano il teatro. “Cerchiamo di portare il teatro nelle scuole, sia attraverso i laboratori sia attraverso i nostri spettacoli. Con questi abbiamo girato molti istituti romani, anche della periferia, dove il teatro è spesso associato alla recita di fine anno. Molte famiglie non portano i bambini a teatro, nonostante Roma sia una città che offre molti spettacoli anche per i più piccoli. Molti anni fa portammo il teatro anche nei lotti delle case popolari e speriamo di poterlo rifare presto», si augura Massimo.

Laboratori con i bambini

Insegnano da dieci anni nelle scuole (“Mater Dolorosa”, “Falcone e Borsellino” e “Di Donato”).
I loro laboratori sono rivolti sia ai bambini della scuola materna, che della scuola elementare.
L’esperienza con la scuola Di Donato ha formato un gruppo che ha voluto chiamarsi “Assallammaccarì“. «Li conosciamo da quando avevano 7 anni, ora sono alle scuole superiori», spiegano. «Il prossimo settembre cercheremo di ripetere questa esperienza con alcuni bambini che dal prossimo anno frequenteranno la scuola media. Ci piace moltissimo crescere insieme a loro. Ma anche chi si affaccia ai nostri laboratori solo per un anno rimane nei nostri ricordi e nei nostri cuori».

Centro estivo: teatro e tanto altro

Dopo che a giugno finiscono i laboratori teatrali, si sono immersi nel centro estivoIl Cerchio Magico“.
«Sono tanti anni che lo portiamo avanti con la nostra amica Enza Ricciardi e con il supporto del Municipio II di Roma. Il Centro non è incentrato sul gioco del teatro. I bambini possono scegliere l’attività che preferiscono: dal calcio alla costruzione di oggetti con materiali di riciclo, dalla pittura alla costruzione di maschere, ma anche danze, baratto di libri e visione condivisa di film e cartoni animati. È un centro estivo dove cerchiamo di insegnare la collaborazione, la condivisione di spazi e giochi fra età diverse, ma anche piccole regole di educazione civica (raccolta differenziata, attenzione agli sprechi). Lo scorso anno abbiamo realizzato anche dei cortometraggi, portando i bambini per il quartiere per fargli osservare quelli che sono comportamenti errati di noi adulti (macchine e motorini parcheggiati male, scritte sui muri, deiezioni di cani non raccolte, spazzatura lasciata a terra). I bambini, che avevano realizzato delle maschere di alieni, giravano per il quartiere e parlando in una lingua inventata, una sorta di grammelot alieno, “denunciavano” questi comportamenti per poi ritornare sul loro pianeta», raccontano. Il titolo di questi cortometraggi è “Gli alieni siamo noi?”.

Divertimento è apprendimento

«Quando ci divertiamo, inevitabilmente apprendiamo; magari non ne siamo così consapevoli. Ma più divertimento c’è più ci lasciamo andare, più siamo pronti a metterci in gioco e a sperimentare. Molti bambini e ragazzi che hanno frequentato e frequentano i nostri corsi erano inizialmente timidi, alcuni erano spaventati dall’idea di aprire bocca davanti ad altri. Siamo consapevoli che ognuno di loro ha imparato a superare paure e timidezze, ha appreso delle piccole regole teatrali ma ancora di più, e questo e quello che ci interessa maggiormente, è cresciuto un po’ con noi, condividendo con altri, coetanei e non, un’esperienza magica», affermano Monica e Massimo.

Liberare l’inventiva

Lasciare libero sfogo all’immaginazione dei bambini è una delle cose più importanti per questa Compagnia. «Molti bambini crescendo perdono quella spontaneità e quella capacità immaginativa; la televisione e i videogiochi in questo non aiutano troppo. Molti bambini cominciano a fare riferimento a ciò che vedono, pensano di non poter essere loro stessi autori e attori di nuove storie. Spesso giochiamo con loro, cercando di stimolare la capacità immaginativa e di costruzione di una storia dove tutti diventano autori ed attori: ne escono fuori storie improbabili, ma molto divertenti e così i bambini si scoprono autori. Anche il lavoro sui personaggi non parte da nostre idee prestabilite. Lasciamo ai bambini la possibilità di “leggere” un personaggio partendo dalla propria fantasia; ricordiamo ancora un bambino che per interpretare Polonio nell’Amleto volle delle orecchie da gatto. Noi naturalmente lo assecondammo, divertiti da questa sua proposta».

Teatro a 360 gradi

Monica e Massimo sono autori, attori, e registi dei loro spettacoli. Per i laboratori teatrali realizzano tutto: testi, costumi, maschere e scenografie per i loro piccoli allievi. «Abbiamo imparato a cucire a macchina, a lavorare la cartapesta e a disegnare fondali che spesso proiettiamo. Facciamo tutto questo nel nostro monolocale. Lo spazio non è molto, ma abbiamo capito come sfruttare ogni angolo della nostra casa, dove proviamo anche i nostri spettacoli. Quando pensiamo ad un lavoro teatrale non riusciamo a non pensare a tutto il pubblico. È per questo che buona parte dei nostri spettacoli sono rivolti anche ai piccoli, ma spesso e volentieri gli adulti che li accompagnano rimangono altrettanto colpiti dal nostro modo di fare teatro e dagli argomenti che affrontiamo».
In “Circus Art Museum“, il loro ultimo lavoro, avvicinano i piccoli alla riscoperta della storia dell’arte attraverso la lettura dei quadri di cinque grandi pittori. Il loro prossimo lavoro sarà un omaggio al cinema muto.

(La foto in alto è di Marco Pittacci)

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