TERREMOTO NEL CENTRO ITALIA: A TORRITA E MUCCIA UN PO’ DI SERENITÀ IN UN PIATTO
L'ondata sismica continua e i volontari della Federazione Italiana Cuochi sono tornati a cucinare. E a regalare un piatto buono per stare insieme, nonostante tutto
02 Novembre 2016
«I nostri cuochi sono partiti per Muccia, su richiesta del Sindaco, e per Torrita, dove siamo stati attivati dalla protezione Civile regionale. Sono lì per cucinare, come è già successo per il terremoto nel Centro Italia del 24 Agosto scorso (esperienza che Reti Solidali aveva raccontato qui), lo hanno fatto in modo del tutto volontario».
A parlare è Roberto Rosati, presidente del Dipartimento Solidarietà ed Emergenza della Federazione italiana Cuochi e dell’associazione R2 Executive Team. A lui abbiamo chiesto qual è la situazione dopo i terremoti che il 28 e il 30 Ottobre scorso hanno di nuovo colpito l’Italia centrale. «Siamo a Torrita di Amatrice, nel Lazio, dove la situazione è peggiorata. Ci sono stati ulteriori crolli: case e strutture sociali, che avevano retto dopo le scosse di Agosto, sono venute giù ed è aumentata, perciò, la popolazione assistita. Abbiamo istituto un nuovo campo mensa all’interno del quale non sono previste tende da ricovero per la notte, ma provvediamo già adesso ad oltre 300 pasti a pranzo e 300 a cena». Una seconda squadra è invece partita per Muccia, piccolo comune di meno di mille abitanti nel maceratese. «Lì i nostri fanno quasi 500 pasti a pranzo e 500 a cena». Una zona in cui la situazione è molto più drammatica, spiega Rosati: «è molto vicina all’epicentro dei terremoti di venerdì 28 e domenica 30 Ottobre tra Ussica e Norcia. Ci sono interi paesi ormai inagibili, è zona rossa. Buona parte della popolazione è ospitata dalla protezione civile e il punto di riferimento per i pasti è un prefabbricato inizialmente adibito a mensa del comune per le scuole, ora utilizzato per la popolazione. Intanto stanno arrivando le cucine mobili, che non saranno però pronte prima di una settimana».
Il terremoto nel Centro Italia continua: assicurato un pasto caldo a 800 persone
Con tre cuochi professionisti volontari a struttura, inviati dal Dipartimento Solidarietà ed Emergenza della Federazione italiana cuochi, ai quali la protezione civile affianca quattro persone di supporto cucina, più i volontari che si occupano del vettovagliamento e della pulizia della sala mensa, tra Torrita di Amatrice e Muccia vengono assicurati pasti caldi a circa 800 persone.
«In molti sono anziani, trattandosi di paesini di montagna, anche se i giovani sono comunque un 25-30% della popolazione a cui stiamo offrendo il nostro sostegno», continua Rosati.
Mentre a Torrita è molto presente la protezione civile, continua, «a Muccia c’è un po’ di tutto. E la stessa popolazione si è messa in moto per dare una mano a se stessa. Per i primi due giorni si è arrangiata da sé, anche perché è voluta rimanere vicino alle abitazioni, per paura dello sciacallaggio e perché in quelle zone si vive di agricoltura e allevamento quindi c’è anche la paura di essere depredati di quel poco che è rimasto».
Ora si stanno allestendo i campi nella zona di Norcia anche per il pernottamento, nonostante faccia molto freddo, «ma i primi giorni le persone hanno dormito come hanno potuto, chi nella propria tenda, chi in roulotte, chi in casa con la porta aperta», continua Rosati, secondo il quale non è semplice fare previsioni: «A Torrita di Amatrice resteremo dai tre ai sei mesi, perché quello era un campo destinato ai pasti per le forze dell’ordine che stavano esaminando il territorio e agli operai che iniziavano a costruire le casette e che stavamo già montando prima delle scosse ». E ora che la popolazione è tornata ad aver bisogno di assistenza il numero dei pasti crescerà, ma i tempi resteranno gli stessi. «A Muccia è diverso, lì staremo sicuramente meno, penso che in un mese si esaurirà la prima emergenza. Poi sappiamo che arriveranno i container, ma non si sa se saranno in numero sufficiente per tutte le famiglie».
Per fortuna, ribadisce Rosati, in questa ondata del terremoto nel Centro Italia non c’è bisogno di generi alimentari, né di generi di prima necessità: «Abbiamo copertura completa in tutti e due i campi, stiamo ancora utilizzando i beni arrivati dopo il sisma di Agosto».