TORNA IL FESTIVAL SABIR, LA VOCE DEL MEDITERRANEO CHE NON SI ARRENDE

Alla Città dell’Altra Economia a Roma dal 10 al 13 ottobre, torna per la sua decima edizione Sabir, festival diffuso delle culture mediterranee. Filippo Miraglia (Arci): «Vogliamo creare un luogo di socialità internazionale»

di Ilaria Dioguardi

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«A noi piace pensare che il Festival Sabir metta assieme quella dimensione di socialità, di incontro tra le organizzazioni sociali, e anche un aspetto più ludico, culturale. Il programma, oltre ai seminari, ai convegni, alle formazioni, prevede, nel tardo pomeriggio, iniziative culturali e concerti. Invitiamo tutti a venire anche a divertirsi, non solo ad ascoltare, a parlare, a intervenire». A parlare è Filippo Miraglia, responsabile Area Sociale, Immigrazione e Internazionale e Vice Presidente Arci. Con il Festival Sabir «portiamo avanti l’idea che questa comunità possa rafforzarsi incontrandosi anche nelle sue differenze perché abbiamo organizzazioni molto diverse per ispirazione e per metodi. E un po’ come nella nostra cultura (parlo dell’Arci, in questo caso), vogliamo creare un luogo di socialità internazionale, un posto in cui le persone una volta all’anno si incontrino e discutano, un po’ come sono stati i social forum per tanti anni».

festival sabir
Un momento della conferenza stampa di presentazione della tappa romana dell’edizione 2024 del Festival Sabir.

Da Lampedusa ad oggi

«Era importante, dieci anni fa, mettere in campo un’iniziativa per ricostruire relazioni intorno al Mediterraneo, dove sono morte nell’ultimo decennio 28mila persone. il Mediterraneo è teatro di una guerra che sembra non vedere la fine», dice Miraglia. Sabir è stata la lingua comune dei marinai del Mediterraneo, fino all’inizio del secolo scorso. Un anno dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013 è nato il festival, per dare voce a quel Mediterraneo che non vuole arrendersi alle morti di frontiera e alla criminalizzazione delle persone in movimento e della solidarietà. Dopo Lampedusa, Pozzallo, Siracusa, Palermo, Lecce, un’edizione online, Matera e Trieste, quest’anno, in occasione del decimo anniversario, il festival Sabir raddoppia l’appuntamento: dopo quello di Prato, dal 18 al 20 aprile scorsi, è la volta di Roma, dal 10 al 13 ottobre. Sabir è promosso da ARCI insieme a Caritas Italiana, ACLI e CGIL, con la collaborazione di ASGI, Carta di Roma, UCCA, ARCS, A Buon Diritto, UNIRE e Altreconomia e con il patrocinio del Comune di Roma, Università di Roma Tre, Rai per la Sostenibilità ESG, con il sostegno di CSV Lazio ETS.

Un focus sui bisogni dei ragazzi

Tra le novità di questa edizione Sabir Teens, il programma per ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni, per accogliere le richieste di aiuto che sempre più frequentemente arrivano dalle nuove generazioni sulla necessità di educare alla salute mentale e al benessere psicosociale.
Nelle giornate del festival si alterneranno incontri, formazioni, seminari e convegni internazionali. Saranno presenti oltre 60 reti associative e movimenti, centinaia di attivisti e ospiti provenienti da Libano, Palestina, Tunisia e da molti Paesi europei. Inoltre, mostre, installazioni, presentazioni di libri, cinema e musica. Una selezione di incontri sarà a cura di Christian Raimo.

Contaminazione, anche musicale

Le serate di Sabir saranno animate dalla musica live, con i concerti ad ingresso libero, curati da Roma Incontra il Mondo, lo storico progetto di Arci Roma nato trent’anni fa: un festival dedicato alla world music, alle culture e alle loro contaminazioni nato all’interno dell’Estate Romana nel 1994, quando i processi migratori iniziavano ad interessare il nostro Paese. «C’è la necessità di decolonizzare i linguaggi culturali, è ciò che cerchiamo di favorire con le nostre iniziative. Quando parliamo di contaminazione non intendiamo solo quella geografica, ma anche quella di generi musicali: ci saranno punk, blues, jazz, elettronica e non solo», dice Giuseppe Giannetti, direttore artistico di Roma Incontra il Mondo. Gli ospiti in cartellone, i C’Mon Tigre, i Clap! Clap!, Les Amazones d’Afrique, Bono Burattini, KOKOKO!, Catu Diosis, Micah P. Hinson.

 

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