VACCINARE SUBITO LE PERSONE CON PROBLEMI PSICHICI. LO CHIEDONO LE ASSOCIAZIONI

In una lettera, inviata al presidente della Regione Lazio Zingaretti e all'Assessore D'Amato, l'appello e le motivazioni

di Redazione

Le associazioni del Lazio impegnate nell’ambito della malattia mentale chiedono alla Regine di vaccinare subito  le persone con problemi psichici. Pubblichiamo qui il testo della lettera inviata al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato, con le motivazioni della richiesta.

Al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

All’Assessore alla Sanità e integrazione Socio-Sanitaria, Alessio D’Amato

Le sottoscritte associazioni di familiari e disabili della salute mentale con la presente intendono richiamare l’attenzione delle SS. LL sul problema della vaccinazione COVID-19 per pazienti psichiatrici ed operatori che svolgono l’assistenza.
Se il vaccino rappresenta per l’intera popolazione la speranza di un ritorno alla normalità, per i malati psichiatrici questo è un bisogno urgente. Infatti, a partire dal lockdown del marzo scorso, molti hanno perso quel filo sottile che li lega alla realtà e alla vita sociale: l’accesso ai servizi di salute mentale è diventato più difficile e i centri diurni sono stati lungamente chiusi; parallelamente è calato in modo drastico anche la richiesta di assistenza da parte di persone con problemi psichici, molti hanno ripreso a chiudersi in casa nella loro patologia. Sono persone fragili le cui patologie necessitano di un sostegno continuo e per le quali l’isolamento e il rifiuto delle cure rappresentano i rischi maggiori.

Peraltro studi scientifici e pubblicati su importanti riviste (Lancet, Brain and Behavior Research foundation) attestano come i pazienti psichiatrici presentino un rischio elevato di contrarre il COVID-19 con esiti mortali, anche rispetto ad altre comorbilità, quali cardiopatie o diabete; risultano, inoltre, maggiormente esposti alle conseguenze a lungo termine dell’infezione. Tali maggiori rischi deriverebbero sia dai disturbi immunologici collegati alla malattia, sia dai farmaci che tale categoria di malati assume. Per questi motivi The Lancet, il 17 febbraio, ha lanciato un appello affinché le linee guida dei Paesi europei includano i pazienti psichiatrici – sia quelli “istituzionalizzati” all’interno di case di cura, comunità, sia quelli che vivono in autonomia – nei piani di vaccinazione attribuendo loro un’elevata priorità collegata alla patologia.

Abbiamo accolto con speranza le parole che il Presidente del Consiglio Draghi ha rivolto, nel suo discorso al Senato, sulla necessità di rilanciare, all’interno della medicina territoriale, i Centri di Salute mentale, come importanti canali di integrazione sociale degli utenti psichiatrici. A partire da questa rinnovata attenzione, chiediamo che la Regione Lazio inserisca nel proprio piano vaccinale COVID-19 il rischio comorbidità delle malattie psichiatriche, riconoscendo il carattere prioritario di tutti i pazienti psichiatrici in cura presso i Dipartimenti di Salute Mentale; finora in Italia soltanto il Veneto e la Liguria hanno riconosciuto tale priorità, limitatamente però ai pazienti residenti nelle strutture istituzionali.

La Regione Lazio, che tra le prime ha avviato il piano di vaccinazione, dimostrando efficienza e capacità organizzativa, deve riconoscere ai pazienti psichiatrici, i “malati dimenticati”, uno strumento fondamentale, l’unico, che permetta loro di riprendere e continuare percorsi di cura necessari, basati sul contatto diretto ed in presenza. La Regione ha davanti a sé l’opportunità di cominciare così ad attuare, partendo dalla pandemia, quanto suggerito dalle parole del Presidente del Consiglio ed evitare l’intollerabile iniquità di escludere i pazienti psichiatrici dalle opportunità fornite dall’accesso al vaccino.

Le associazioni che hanno aderito sono:

  • SOLARIS odv
  • ARAP odv
  • ARESAM odV
  • Associazione PROMO
  • OLTRE LE BARRIERE odv
  • ImmensaMente odv
  • SCALEA 93 odv
  • Insieme con te
  • Associazione DIAPSIGRA

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