È nata ad Arezzo 23 anni fa da genitori egiziani, prima di 4 figlie, poi è cresciuta a Roma frequentando le scuole fra i quartieri Trastevere e Marconi, ma ha ottenuto la cittadinanza italiana solo al compimento della maggiore età.

«Questa è una cosa che chi si trova quel documento già nella culla probabilmente non sa. Perché sono figli e figlie di italiani o di stranieri che hanno già la cittadinanza. Invece se, come me, nasci da genitori stranieri che non ce l’hanno, devi aspettare la maggiore età per chiederla. Lo stesso se non nasci in Italia e vieni a vivere qui, ma in quel caso devi starci da almeno 10 anni in modo continuativo. E comunque non è detto che te la riconoscano», scrive l’influencer Tasnim Ali nel volume “VeLo Spiego. Un velo contro i pregiudizi”, in libreria per De Agostini da oggi, 29 marzo. Oltre 200 pagine, impreziosite dalle illustrazioni di Giulia Rosa, per smontare tanti, troppi stereotipi sui musulmani e le musulmane.

Tasnim lo fa con un linguaggio solo in apparenza informale e colloquiale, ma è capace di affondare per mettere la lente d’ingrandimento su problemi che si manifestano nella vita quotidiana di una ragazza, che parla e scrive anche in arabo ma ha «un accento tremendo, e tipo dopo due secondi mi sgamano che sono italiana», con una inconfondibile inflessione romanesca.

I pregiudizi

Eppure i pregiudizi sono «figli chi non sa e non vuole sapere, di chi prova odio cieco nei confronti della diversità. Le persone con pregiudizi vedono nel mio velo una stranezza, una fissazione quando non una barbarie e, spesso, un pericolo. Perciò sull’autobus si stringono la borsa al petto quando salgo». Un’altra volta «nel mezzo di una curva mi cadde il telefono e i passeggeri fecero un salto, convinti che avessi lanciato una bomba».

Tasnim ha iniziato a indossare il velo un mese prima della fine delle scuole elementari per sua scelta e a 14 anni si è innamorata a prima vista del suo futuro marito Hesham Yousef, incontrato casualmente a un esame di arabo. Non succede quasi nulla, ma lo rivede due anni dopo, quando «pianificavo di iscrivermi a scienze politiche per poi lavorare nelle relazioni internazionali. Avevo un sogno. Mostrare che l’Islam è una religione e basta, che musulmano non significa barbaro né terrorista. Che non significa nemmeno straniero. La gente a Roma, in alcune zone, pensava che musulmano significasse delinquente, zozzo, animale che ravana nella spazzatura. “Come di cani” ho sentito dire più di una volta».

Una musulmana italiana

Si definisce «una ragazza musulmana italiana di 23 anni. Come ce ne sono tante, tantissime. Magari solo un po’ più bassa». Lo scorso anno si è sposata in abito rosso con Hesham, che ha studiato all’alberghiero e ora fa il corriere.

E sempre nel 2021 le hanno diagnosticato tardivamente l’Adhd, disturbo dell’attenzione e di iperattività, che causa problemi nella concentrazione e nel controllo degli impulsi, com’è successo durante gli anni della scuola dell’obbligo. Ma Tasnim è andata avanti con la sua caparbietà e nel libro risponde a domande reali che le fanno: “Ah, ma parli italiano? Ti puoi innamorare di chi vuoi? Ti fai la doccia con il velo?”.

Risponde anche sui social, dove ha conquistato centinaia di migliaia di persone postando su TikTok video, che raccontano con schiettezza e ironia la cultura e la religione islamica. Ma la ragazza usa fin da adolescente tutti i social, da Facebook a Instagram (il suo profilo ha 134 mila follower), da Messenger a WhatsApp fino a SnapChat.

Che lei incarni un mix di tradizioni ormai mescolate a regola d’arte lo conferma anche cosa mette in valigia d’estate quando parte per l’Egitto: pasta, sugo e pizza, per ritrovare i sapori romani anche durante le ferie nel Paese di origine dei suoi genitori.

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Tasmin Ali
“Velo Spiego”
Illustrazioni di Giulia Rosa
Ed. De Agostini
pp. 208 € 15,90

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