VERSO UNA NUOVA STAGIONE DEL VOLONTARIATO E DEI CENTRI DI SERVIZIO
I Centri di Servizio come agenzie per lo sviluppo locale del volontariato e della cittadinanza responsabile. La proposta di Paola Capoleva all'assemblea di CSVnet
23 Giugno 2021
Sabato 26 giugno si svolgerà a Roma l’assemblea nazionale di CSVnet, il coordinamento nazionale dei Centri di Servizio, con la quale l’attuale presidente, Stefano Tabò, concluderà il suo mandato. L’assemblea eleggerà il nuovo direttivo, che avrà il compito, tra gli altri, di nominare il nuovo presidente. È un momento importante, non solo per l’elezione delle nuove cariche, ma per la necessità di programmare il futuro, in un momento in cui si esce da una crisi gravissima. Pubblichiamo qui l’analisi e la proposta della presidente di CSV Lazio, Paola Capoleva, che si candida nella Lista Nazionale presentando un documento sulle prospettive del volontariato e del sistema dei Centri di Servizio.
L’impatto del COVID 19 sul volontariato
L’epidemia ha avuto una genesi e una virulenza diversa a seconda dei territori su cui ha impattato e tale differenziazione non è stata ancora sufficientemente chiarita dal punto di vista scientifico; parimenti, anche l’impatto sul volontariato è stato diversificato, sia per il tipo di attività svolta che per il grado dell’emergenza che coinvolgeva il contesto operativo.
Al di là della Protezione Civile, fortemente impegnata in diversi ambiti, altre associazioni hanno riprogrammato le loro attività con iniziative di sostegno alla cittadinanza, rappresentando una sponda operativa a volte insostituibile per gli Enti locali nella distribuzione di viveri, farmaci o mascherine e al tempo stesso intercettando il desiderio di “fare qualcosa” di tante persone che si sono rese disponibili a preparare pacchi o cibo un modo di sentirsi responsabili, di sentirsi prossimi e di farsi comunità.
Questo spirito non deve essere perso ed anzi deve essere riconosciuto soprattutto fra i tanti giovani che, attraverso il loro impegno spontaneo, hanno dato dimostrazione concreta di cosa sia la solidarietà, la gratuità, l’impegno responsabile.
Al tempo stesso sono tante le associazioni che presentavano volontari con età elevata o impegnati in settori come la sanità o la scuola che si sono ritrovati a dover fermare le loro attività con pesanti risvolti sulla vita delle organizzazioni e sul loro futuro.
Valutare gli effetti della pandemia vuol dire considerare anche le conseguenze avute sul volontariato, perché l’immagine che emerge è quella di una delle colonne portanti delle azioni di sostegno ai cittadini, fonte di coesione per le comunità, luogo privilegiato di relazioni e valori e che proprio per questo deve essere riconosciuto patrimonio di una società democratica e più equa.
In tutte le realtà regionali e locali, i Centri di Servizio per il Volontariato sono stati interlocutori costanti di cittadini, volontari e Istituzioni, grazie alla loro capacità di mobilitazione e di supporto al volontariato, che affrontava le reali esigenze dei cittadini travolti dall’dall’emergenza sanitaria.
È opportuno fare tesoro delle esperienze maturate, delle diverse e interessanti proposte e ipotesi di lavoro per il rilancio post COVID 19 che alcune reti, già costituite oppure nate ad hoc, hanno formulato su welfare, scuole, cultura, ambiente.
Si dovrebbero quindi mettere a frutto i numerosi riconoscimenti conseguiti sui territori per rilanciare con forza la presenza e la potenza di un sistema unico in Italia, attraverso un’azione di pressione istituzionale e di valorizzazione di contenuti ed esperienze che potrebbero riqualificare la nostra presenza nel dibattito nazionale.
Tutto ciò appare tanto più necessario in quanto proprio l’emergenza COVID 19 ha evidenziato con forza la necessità di un maggior peso politico del sistema dei CSV, e di converso di CSVnet, mentre, sotto questo profilo, il mancato invito del nostro Coordinamento agli Stati Generali organizzati dal Governo l’estate scorsa non ha segnato un punto a nostro favore.
Siamo convinti in realtà della necessità di attivare un vero e proprio Recovery Plan per il Volontariato, che destini risorse non solo economiche, ma anche umane al rilancio delle organizzazioni più colpite dagli effetti del COVID 19, per fare fronte al crescente disagio economico, sociale e psicologico che fa aumentare le diseguaglianze e i rischi di tenuta delle comunità.
Si tratta di avviare con il prossimo Direttivo un tavolo di discussione con l’ACRI e il Governo per definire un Piano triennale di sostegno, che possa non solo raccogliere i bisogni più impellenti del volontariato, ma anche fornire una prospettiva di sviluppo in grado di sostenere realmente il rilancio economico e sociale del Paese.
Il sistema dei CSV protagonista del cambiamento
Dopo più di 20 anni di sostegno al volontariato italiano è arrivato il momento di abbozzare un primo bilancio di un’esperienza unica in Europa; soffermandoci sui numeri, l’esito non può che essere ritenuto molto positivo: i risultati raggiunti sono sicuramente andati al di là delle previsioni più rosee.
In tutte le province c’è almeno una sede e/o uno sportello di un CSV, e spesso si supera l’unità; esiste una rete nazionale consolidata, che raccoglie praticamente tutti i Centri, e stiamo affrontando il cambiamento determinato dall’approvazione del D.lgs. 117/17 prima, e dalla pandemia poi, senza ridurre la nostra funzione di supporto e, quasi sempre, rafforzandola.
Il contraltare a questo quadro è sicuramente rappresentato dalla poca incisività politica del nostro sistema e l’eccessivo concentrarsi sulla realizzazione di efficienti servizi di supporto che hanno limitato il dibattito sul ruolo che i Centri potrebbero avere.
Seppur la mission istitutiva del nostro sistema risiedeva proprio nel fornire servizi efficaci ed efficienti, la progressiva moltiplicazione di prestazioni ha via via allontanato gli obiettivi politici di trasformazione e cambiamento, spesso alla base delle compagini, che poi hanno avuto in gestione i CSV territoriali.
Si tratta, quindi, non tanto di tornare alle origini di un’esperienza che è sicuramente di successo, che attualmente rappresenta una delle poche infrastrutturazioni sociali del Paese, ma di rilanciare una dimensione politica necessaria a far uscire il movimento del volontariato italiano dalle secche di un dibattitto ormai datato e spesso sterile.
Esiste, ovviamente, un rapporto osmotico fra i Centri di Servizio e il volontariato, in quanto le OdV costituiscono più dell’80% della nostra base sociale. Però, finora non abbiamo sfruttato appieno la nostra stabilità organizzativa e operativa per stimolare la rinascita del protagonismo del volontariato, che più di 40 anni fa è stato il motore delle principali leggi di trasformazione sociale del nostro Paese, dalla Riforma del sistema Socio-Sanitario all’abolizione dei manicomi.
Si deve riattivare una forte azione di supporto verso le OdV, per raggiungere un importante obiettivo strategico: promuovere la piena autodeterminazione del volontariato locale.
Vanno sostenute le decine di piccole associazioni e le reti presenti sul territorio che consentono di superare il loro “autocentramento” e la pulsione all’autorappresentazione diretta, a favore della costituzione di un’unica interlocuzione con le Istituzioni e il territorio, che quindi possa rappresentare in pieno la forza del volontariato locale.
Costruzioni di reti locali, rafforzamento della rappresentanza collettiva, formazione e aggiornamento dei quadri locali sui temi delle relazioni istituzionali sono tutti temi che non dovranno mancare nell’elenco degli obiettivi programmatici dei prossimi anni, con CSVnet che dovrà fornire gli opportuni strumenti e supporti affinché si possa sviluppare un’azione diffusa e consistente in tutto il Paese.
I Centri di Servizio e lo Sviluppo Locale
Uno dei primi obiettivi da raggiungere è pertanto quello della costruzione di reti locali di auto rappresentanza, che possano interloquire più efficacemente con il territorio e con le pubbliche amministrazioni, istituendo un reale rapporto di partnership con le Istituzioni non più basato su logiche di subalternità ma di collaborazione positiva fra pari. Un rapporto di partnership che costituisca la base anche della reale attuazione di ciò che la Costituzione ha previsto nell’art. 118 e che incarni le più recenti indicazioni sui temi dell’Amministrazione condivisa.
Occorre animare percorsi di co‐programmazione e co-progettazione, previsti esplicitamente dal Codice e rilanciate dalla sentenza della Corte Costituzionale del giugno dello scorso anno e dalle Linee guida formulate dal Ministro Orlando e che ci forniscono la possibilità di rilanciare con forza proprio una stagione di partnership e di innovazione su molti fronti.
Per esercitare appieno questa interlocuzione su un piano il più possibile paritario occorre, oltre a un serio aggiornamento e rinnovamento della classe dirigente, la piena assunzione del ruolo di costruttore di coesione territorale, che il volontariato può esercitare al di là degli schieramenti politici e delle visioni ideologiche.
Solo una piena consapevolezza delle potenzialità di questa funzione può permettere la valorizzazione delle migliaia di esperienze locali di cura del contesto sociale, che la pandemia ha ulteriormente evidenziato, rafforzando così l’autodeterminazione delle scelte strategiche e la condivisione dei risultati con la comunità locale.
Le idee, le energie per spingere verso un nuovo sviluppo non mancano nel volontariato, ma sta ai CSV fornire e rafforzare le competenze necessarie, aiutare a far rete come già detto.
Si potrebbe pensare in questo ambito di sviluppare figure innovative nei nostri centri, dei veri e propri costruttori e manutentori di reti, che siano in grado di stimolare i territori nello sviluppo di patti territoriali e/o contratti di rete.
In questa logica il Servizio Civile, che nell’ultimo periodo ha visto un crescente impegno dei CSV e di CSVnet, deve essere inteso come un volano, che stimoli il rinnovamento del volontariato attraverso la mobilitazione di giovani che rappresentano la parte più attiva e dinamica delle nuove generazioni.
In una prospettiva nazionale, occorre rafforzare percorsi partecipativi, che contemplino un ruolo attivo dei soci, evitando forme burocratiche e tecnicistiche di gestione, a favore di forme di coinvolgimento della dirigenza diffusa dei Centri; un’opera di sensibilizzazione e approfondimento “tematico” nel definire percorsi comuni che in un triennio portino a implementare territorialmente un vero e proprio Piano integrato per lo Sviluppo Locale.
La programmazione triennale per la trasformazione del sistema
Fra le novità più significative per il Sistema dei Centri di Servizio introdotte dalla Riforma c’è la richiesta di elaborare un programma triennale di attività. Siamo convinti che sia un’occasione da non perdere soprattutto nell’attuale fase di riarticolazione del sistema.
La possibilità di andare al di là del “qui e ora” e le nuove competenze stabilite dalla norma, o più articolate e complesse rispetto a prima, ci consente di dare corpo a quella definizione dei CSV quali Agenzie per lo sviluppo locale del volontariato e della cittadinanza responsabile (intendendo con questo termine le diversificate azioni personali volte alla difesa e valorizzazione dei Beni Comuni e dei valori sanciti dalla nostra Costituzione) che, purtroppo, nella Riforma non è stata ben esplicitata. Una programmazione che non deve essere la semplice moltiplicazione per 3 di quella annuale, ma si dovrà arricchire di elementi prospettici e strategici, che possano indirizzare le nostre attività nei prossimi anni.
È abbastanza intuitivo comprendere come il passaggio a una programmazione tesa al medio termine consenta di far emergere al meglio la capacità di trasformazione che i Centri possono mettere in campo una volta acquisite le risorse per un triennio, superando l’incertezza connaturata con l’attuale sistema di finanziamento.
Va quindi definito quale scenario vorremmo costruire per favorire lo sviluppo del volontariato e della cittadinanza responsabile, mettendo al centro le azioni volte allo sviluppo locale e alla promozione dei valori costitutivi della Carta del Volontariato.
Questi sono solo alcuni degli spunti sui quali vorremmo aprire il confronto e ricevere vostri contributi sia in questi giorni sia nel confronto assembleare che avremo a fine mese perché crediamo che sia questa la strada per aprire una nuova stagione di CSVnet e del nostro intero sistema.
Fare parte di CSVnet significa rafforzare il sistema dei Centri di Servizio ma anche e soprattutto fortificare e vivificare il ruolo del volontariato come attore di sistema a livello nazionale.