VILLAGGIO 95: ORTI, BICICLIETTE E COMUNITÀ
Attorno alla coltivazione degli orti si costruiscono relazioni, si includono persone, si riciclano cose
10 Marzo 2021
Un’oasi di sostenibilità, integrazione e accoglienza. Siamo a Casal Bertone, a est della Capitale, ed è qui che sorge Villaggio 95, uno spazio verde cittadino, di quasi un ettaro, nato nel 2019 su un terreno concesso in comodato d’uso gratuito dalla fondazione La Civiltà Cattolica a Europe Consulting, la cooperativa sociale che gestisce, tra gli altri progetti, anche Binario 95, polo sociale di accoglienza e supporto per persone senza dimora alla stazione Termini di Roma.
Promuovere la nascita di una piccola comunità nella città: è sulla scia di questo impegno che Villaggio 95 ha scelto di avviare un progetto di orti sociali.
Storie che si incontrano
Ventinove i lotti, estesi su mille metri quadri della tenuta di via Ignazio Pettinengo, che sono stati assegnati attraverso un bando ad associazioni, a cittadini del IV – V municipio, ma anche a famiglie in difficoltà e persone senza dimora che usufruiscono dei servizi di supporto sociale di Binario 95 e di altre realtà, come la Comunità di Sant’Egidio e Immensa…Mente, che si occupa dell’inclusione di persone con disagio psichico.
«Siamo partiti con questa iniziativa per avvicinarci al quartiere», racconta Valentina Difato, di Villaggio 95. «In una città come Roma, che è dispersiva e non offre grandi spazi verdi, gli orti sociali diventano una proficua occasione di incontro e aggregazione, soprattutto in questo tempo segnato dal Covid». Grazie a questa intuizione positiva, persone in stato di marginalità, pensionati, studenti e cittadini con la passione per la terra, si sono ritrovati a condividere nello stesso luogo esperienze e capacità in una prospettiva di cittadinanza attiva e coesione sociale.
«L’integrazione e lo spirito di collaborazione hanno generato bei risultati: qualche mese fa una persona senza dimora ospitata dalla Comunità di Sant’Egidio che si prodigava in piccoli lavori di manutenzione è stata assunta da un ortista, che ha una ditta di ristrutturazioni», prosegue ancora Difato. «Penso anche a Victor e a Narandra che venivano qui a coltivare l’orto di Binario 95. Non solo portavano i frutti del loro lavoro all’interno del centro di accoglienza, ma partecipavano anche con grande entusiasmo alle occasioni di incontro del Villaggio».
Tra queste, le giornate di lavori collettivi, organizzate una volta al mese e dedicate alla manutenzione della tenuta: «Durante l’ultimo incontro abbiamo iniziato a preparare la buca che conterrà il laghetto del Villaggio. Precedentemente abbiamo anche realizzato un barbecue», ci spiega Marcello Savio, referente del progetto degli orti. «Si tratta di momenti fondamentali per far crescere e rafforzare i rapporti tra gli ortisti».
Villaggio 95, sempre in movimento
Insomma, è un villaggio in movimento, quello a Casal Bertone, che contrasta l’esclusione sociale e parallelamente promuove, attraverso la formazione al lavoro, buone pratiche di coltivazione.
Il tutto in un’ottica di autofinanziamento: «Dopo un primo investimento da parte di Europe Consulting, il progetto si autofinanzia attraverso una quota simbolica versata dagli ortisti: ogni orto, assegnato a un minimo di due persone fino a un massimo di sei, paga un piccolo contributo al mese per le spese comuni», riferisce Difato. «Il fondo comune che ne deriva viene impiegato anche per rendere questo posto più accogliente». Ma anche più sostenibile e innovativo.
Nella tenuta di Villaggio 95 è presente infatti anche una “ciclorticina”, dove vengono riparate vecchie biciclette, per essere successivamente donate a chi ne ha bisogno. «Uno degli ortisti che lavora come rider non aveva più la sua, così gliene abbiamo regalata una», racconta ancora Savio. «Noi ricicliamo e riutilizziamo tutto. Le panchine, ad esempio, sono state assemblate con dei pallet dismessi dall’azienda di fronte, mentre i nostri semenzai sono stati realizzati all’interno di tre vasche da bagno».
Per il futuro
È dunque sul senso di responsabilità e sul “prendersi cura” che si fonda il modus operandi del Villaggio, progetto che prevede, nel lungo termine, la realizzazione di moduli abitativi in legno sul modello di Binario 95.
Una sfida ambiziosa che è stata raccolta anche dagli stessi ortisti, impegnati a creare una comunità quanto più poliedrica e solidale. Ne sono un esempio Gustavo, pensionato che offre suggerimenti ai meno esperti, o Marco, 58 anni, «innamorato del verde e dei colori della natura». «Questo posto mi arricchisce sotto ogni punto di vista», racconta. «Qui ho trovato esattamente ciò che cercavo».
Una risposta a “VILLAGGIO 95: ORTI, BICICLIETTE E COMUNITÀ”
Bellissimo progetto.
Le Istituzioni pubbliche di Roma dovrebbero incentivare e aiutare i cittadini, riuniti in associazioni, a realizzare
queste oasi di biodiversità e di socializzazione