VIOLENZA SULLE DONNE: LA PERCEZIONE DEGLI ITALIANI
Nella Giornata Contro la Violenza sulle Donne, analizziamo il report europeo sulla consapevolezza dei cittadini rispetto al tema
24 Novembre 2016
Oggi, venerdì 25 novembre, in tutto il mondo è la Giornata contro la violenza sulle donne. In vista della manifestazione nazionale organizzata a Roma per sabato 26 novembre, andiamo ad analizzare la percezione che gli italiani hanno rispetto al tema, comparandola con quella delle altre popolazioni europee.
I dati provengono dal report Eurobarometer 449, basato sulle interviste a 27.818 cittadini europei provenienti da differenti categorie sociali e demografiche.
Secondo il report in Italia sembrerebbe esserci una diffusa consapevolezza riguardo alla violenza di genere all’interno delle mura domestiche, con il 90% degli intervistati convinto che sia abbastanza o molto diffusa e solo il 10% convinto che sia poco o per niente diffusa.
A differenza degli intervistati di altri Paesi con gli stessi livelli di consapevolezza, però, gli italiani che hanno riferito di conoscere personalmente storie di violenza domestica tra amici e parenti sono soltanto l’11%. Tra questi il 30% non ha riferito il fatto a nessuno e, tra coloro che ne hanno parlato con qualcuno, una percentuale bassissima si è rivolta alle forze di polizia (8%). Più bassa rispetto alla media europea è la conoscenza di servizi di supporto specifici per la violenza di genere, come il Telefono Rosa, il servizio 1522 delle Pari Opportunità o i centri antiviolenza (ne conoscono almeno uno solo il 67% degli intervistati).
Un chiaro fattore di spiegazione dei vari comportamenti, che si evince dai dati, è certamente quello dell’educazione. Tra i soggetti con più alto grado di istruzione il 75% di coloro che sono venuti a conoscenza con casi di violenza domestica lo hanno riferito a qualcuno, mentre questa percentuale scende al 63% tra i soggetti con un grado di istruzione più basso.
L’educazione incide anche su un altro aspetto,: il ritenere accettabile o meno, sanzionabili o meno alcune forme di violenza domestica. Fra le donne più anziane e con livelli più bassi di istruzione, la percentuale di coloro che ritengono che la violenza domestica sulle donne sia inaccettabile e debba essere sempre punita dalla legge è di quasi 10 punti percentuali rispetto alle donne con età inferiore ai 30 anni e con livelli di istruzione superiore.
In termini generali però in Italia quasi il 90% degli intervistati crede che la violenza domestica contro le donne sia inaccettabile in ogni caso e che vada punita dalla legge. Dato in linea con i Paesi più avanzati.
Allargando lo spettro della percezione della popolazione riguardo il tema della violenza di genere, i dati relativi all’Italia riportano una percentuale molto più alta della media rispetto al rischio di violenza sui luoghi di lavoro (33% contro il 17% della media europea). Un dato significativo, basato anche sulla violenza psicologica e la difformità di trattamento e retribuzione sui posti di lavoro, sul quale bisognerebbe interrogarsi e a partire dal quale andrebbero studiati degli specifici interventi.
I rapporti sessuali non consensuali
Sebbene l’Italia sia uno dei Paesi dove la consapevolezza e la condanna generale sulla violenza di genere, soprattutto domestica, raggiunge percentuali altissime, la cosa cambia quando si analizzano i dati relativi alle specifiche domande sui rapporti non consensuali e sulla sanzionabilità di altri atti o atteggiamenti violenti. In tali casi, che andremo ad analizzare, le risposte italiane sono più o meno in linea con la media europea, che vede però molta più condanna in alcuni Paesi, come in Spagna, Svezia, Danimarca e Finlandia e molta più tolleranza nei Paesi Baltici, in Slovacchia, Romania o Bulgaria.
Circa il 70% degli italiani intervistati pensa che avere rapporti sessuali non consensuali sia ingiustificabile in ogni caso presentati dal sondaggio. Una percentuale ancora insufficiente, con ben il 30% degli intervistati (33% degli uomini e il 29% delle donne) convinti che in qualche caso le vittime siano colpevoli di quanto accada per diversi motivi; essere ubriachi o sotto l’effetto di droghe (14%), andare volontariamente a casa con qualcuno dopo una festa o un appuntamento (15%), indossare indumenti provocanti (10%), non dire chiaramente no o non difendersi volontariamente (7%).
Note parzialmente positive vengono invece dalla bassa percentuale di italiani convinti che le donne esagerino o inventino di aver subito violenza (13% rispetto a una media europea del 22%, che va dall’8% della Svezia al 47% di Malta).
Se ci si sposta dalla violenza materiale a quella verbale o psicologica, le percentuali di condanna calano notevolmente in ogni Paese. In Italia il 20% degli intervistati crede che inviare mail o messaggi a chiaro sfondo sessuale non debba considerarsi reato; il 22% pensa che non debba essere reato confiscare denaro o cellulare al proprio partner o impedirgli di contattare amici o parenti; il 40% crede che non si possano mai sanzionare commenti o battute sessualmente allusive fatte ai passanti per strada; il 45% che non sia reato insultare ripetutamente e fare sentire inferiore il proprio partner.
Nel complesso, sebbene si stiano facendo passi in avanti nel corso degli anni, soprattutto riguardo la consapevolezza dell’esistenza del problemi della violenza di genere in molti aspetti della vita quotidiana, ancora molto bisogna fare sia a livello di informazione e sensibilizzazione, sia a livello legislativo. La manifestazione di sabato, che preannuncia una larga partecipazione, sarà certamente un momento importante per discutere e per spingere le istituzioni a mettere in campo iniziative forti volte a contrastare la violenza sulle donne.
Foto da: Non una di meno