IL VOLONTARIATO CHE NON VA IN VACANZA/VITERBO
Dalle attività estive per i bambini - disabili e non - alla prevenzione degli incendi, al sostegno allo Zimbabwe... Alcuni esempi di associazioni che restano attive
27 Luglio 2021
Il volontariato non chiude per ferie. Dopo il racconto di alcune associazioni reatine impegnate con le loro attività anche d’estate, è la volta di Viterbo.
Roberta Bartoccini è la presidente dell’associazione sportiva dilettantistica “Il Volo”, nata nel 2018 a San Lorenzo Nuovo con l’obiettivo di migliorare le aspettative e la qualità della vita di bambini, giovani e adulti con disabilità fisiche, mentali e con disagio sociale. «Ci siamo costituiti come gruppo di genitori con figli disabili», racconta Bartoccini. «Siamo partiti con una semplice ludoteca che tenevamo per le vacanze di Natale, poi da lì è stata un’onda inarrestabile».
Per le persone disabili
La struttura in cui opera l’associazione presenta al suo interno, nel seminterrato, il laboratorio diurno per le autonomie sociali, che offre servizi ludico-ricreativi ed educativi attraverso proposte laboratoriali di gruppo e individuali; al primo piano, una casa-famiglia dove vivono, con il supporto di educatori, 8 persone adulte con disabilità; infine, all’ultimo piano, una casa vacanze, la cui apertura è prevista per settembre. «Integrazione è la parola chiave delle attività, per questo il nostro Centro è aperto a tutti», prosegue la presidente. «Grazie al supporto di educatori e volontari stiamo facendo un centro estivo che durerà fino all’inizio della scuola e che coinvolge una quarantina di bambini, con disabilità e normodotati».
Un incontro che funziona alla perfezione: «I bimbi sono spontanei, non hanno pregiudizi e questo stimola i loro coetanei disabili a darsi da fare. La socialità è vita». Tra le attività svolte nel corso della giornata, sempre nel pieno rispetto delle normative anti Covid, ci sono i laboratori creativi, di cucina, di danza, percorsi psicomotori, giochi d’acqua e giardinaggio.
«Un altro nostro polo di azione, che frequentiamo tutto l’anno, è la fattoria didattica di Montepozzino», riferisce Bartoccini. «Qui tutti i sabati, dalle 9 alle 18, facciamo attività con i cavalli e con i rapaci, insegnando ai bambini e ai ragazzi a prendersi cura degli animali. Questi interventi migliorano le capacità di adattamento a situazioni nuove».
Per l’ambiente
Prosegue senza sosta anche chi opera nel campo della Protezione Civile. Come i quaranta volontari della Prociv Arci Vulci 1 di Montalto di Castro, impegnati dallo scorso 15 giugno nella Campagna Antincendio Boschivo.
«Svolgiamo le nostre attività sempre a stretto contatto con la Sala Operativa della Regione Lazio coadiuvati dai Vigili del Fuoco. Fino ad ora siamo stati interessati solo da un incendio importante», fa sapere il responsabile Alessandro Maietto. «Il nostro intervento punta principalmente alla prevenzione».
L’associazione si occupa inoltre della preparazione e distribuzione di pacchi alimentari ad alcune famiglie in difficoltà, oltre che del trasporto, due volte a settimane, di dispositivi di protezione individuale dal deposito centrale di Roma agli ospedali periferici. «Nei giorni festivi abbiamo anche un nucleo sommozzatori che opera in collaborazione e sotto il coordinamento della Guardia costiera di Montalto», aggiunge Maietto. «Con l’ausilio di un gommone facciamo un servizio di controllo del litorale».
Per i Paesi poveri
Non arresta il suo servizio nemmeno chi sostiene quanti vivono nei territori più lontani e dimenticati. Alba della Speranza, per esempio, è un’associazione nata quasi 21 anni fa con lo scopo di aiutare bambini, ragazzi e giovani donne disagiate che vivono nello Zimbabwe.
«La realtà opera in stretta sinergia con i missionari dello Spirito Santo», spiega la vicepresidente Francesca Petrino. «Tutto ha avuto inizio quando nella parrocchia di Montalto arrivò il missionario padre Sylvester, il nostro presidente. È grazie a lui se Alba della Speranza è nata».
Da allora l’associazione, che durante l’estate organizza mercatini e pesche di beneficienza, ha edificato alcune scuole, allestito laboratori di cucito, promosso progetti di agricoltura e costruito più di 30 pozzi, portando benessere a molte famiglie del territorio. «Nello Zimbabwe si vive in estrema povertà, per questo l’adozione a distanza resta il nostro progetto principale», chiarisce Roberta Giambi, dell’associazione. «Fino ad oggi sono stati adottati circa mille bambini di età compresa tra i 3 e i 18 anni grazie alla generosità di tanti benefattori, che con una somma mensile di 25 euro hanno provveduto ai loro bisogni alimentari e scolastici». Chi vuole offrire il suo aiuto, può farlo anche sostenendo un progetto comunitario: «Ora la maggior parte delle donazioni della raccolta fondi è destinata a un centro di accoglienza che abbiamo quasi ultimato».
È grazie a iniziative come questa che molti bambini hanno potuto riprendere in mano la loro vita. Come Nesbert, che da piccolo vendeva le plastiche agli incroci delle strade e oggi è un avvocato.