LE VOCI DAL TERREMOTO CI SFIDANO A RIPENSARE IL NOSTRO FUTURO
Un libro racconta le storie della tragedia, ma anche quelle che contengono i segni della rinascita. Per ridare futuro a quelle terre e a tutte le altre
05 Luglio 2017
Alla fine, il messaggio delle voci che arrivano dal terremoto è questo: che andare avanti si deve e si può e, soprattutto, che si può andare avanti meglio di prima, perché si è più capaci di dare le giusta priorità alle persone e alle cose. Si ha più consapevolezza dell’essenziale.
Voci dal terremoto è il titolo di un libro di Fabio Bolzetta, giornalista di TV2000. Per lavoro e forse anche per passione, Bolzetta ha girato tutte le zone del Centro Italia colpite dal terremoto del 2016: ha visto macerie, ha incontrato persone, ha parlato con le autorità. E me ha tirato fuori alcune storie, che ha raccolto in questo volume insieme alle interviste a sindaci e vescovi delle zone terremotate.
La prima parte del libro dà voce alla perdita, e quindi alle morti, ai traumi, ai silenzi, alle vite sconvolte (che siano di un anziano di 102 anni che perde tutto, del prete che si adatta a vivere in roulotte, ma non se ne va, della famiglia che si installa in un camion frigo…).
La seconda parte dà voce alla rinascita, partendo dalle «piccole comunità che continuano a resistere ai bordi delle macerie, a margine delle cosiddette “zone rosse”». Dietro le storie della parrocchia che accoglie 200 sfollati, degli aiuti che arrivano da città lontane, del supermercato che si restringe in un camion, dei giovani che si organizzano in associazione e riescono a fare tanto per la loro terra… dietro queste storie c’è la riscoperta della solidarietà, della partecipazione al destino comune, della tenacia. Della riscoperta, appunto, di ciò che conta.
Queste erano terre già in crisi, con la popolazione in calo per mancanza di lavoro e di prospettive. Terre che cercavano un modello di sviluppo sostenibile e innovativo, che permettesse loro non solo di salvaguardare, ma anche di valorizzare l’identità, la storia, la cultura di comunità che non volevano morire.
È su questo scenario che si è abbattuta la potenza distruttrice del terremoto, devastando le persone, prima ancora che case, aziende, chiese e monumenti. Dice nel libro Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti: «mi aspetto che la ricostruzione renda questi luoghi, che erano già oggetto di spopolamento per via della mancanza di lavoro, un’occasione per invertire la tendenza… Mi aspetto che la ricostruzione esteriore sia preceduta, in qualche modo, anche dalla ricostruzione del cuore delle persone. Perché non nego che siamo in un momento, anche psicologico e spirituale, di grande annientamento».
Le storie contenute in questo libro ci dicono che i cuori sono ancora vivi e sì, hanno sofferto e soffrono, ma costituiscono la base da cui può ripartire la vera ricostruzione. Delle persone e delle comunità, prima di tutto.
Le voci dal terremoto in realtà sfidano tutti gli italiani a chiedersi: dove vogliamo andare? Quale futuro vogliamo costruire? Il problema non ricostruire tutto come prima, ma diventare migliori.
(Nella foto in alto: una delle casette consegnate ad Amatrice da La Via del Sale, un’associazione costituita da giovani)
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Fabio Bolzetta
Voci dal Terremoto
Poiesis Editrice, 2017
pp. 169, € 16,00
(I diritti d’autore sono stati devoluti al progetto Terremoto Centro Italia della Caritas)