VOTO COL PORTAFOGLIO: I CONSUMATORI HANNO UN (SUPER)POTERE

Voto col Portafoglio nasce da un’intuizione di Leonardo Becchetti, co-fondatore di NeXt Economia: come consumatori abbiamo il potere di scegliere prodotti da filiere etiche e sostenibili

di Maurizio Ermisino

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Ma io cosa posso fare? Quanti di noi si sono chiesti una cosa del genere davanti alle tante ingiustizie di cui leggiamo. A partire dal caporalato e lo sfruttamento dei braccianti agricoli. Ci indigniamo, spesso. Ma, passato il momento dell’indignazione, continuiamo a comportarci come prima. Eppure ognuno di noi, nel suo piccolo, può cambiare le cose. Come consumatori abbiamo un superpotere: il potere di scegliere. È su questo che si basa il progetto Voto col Portafoglio, che nasce da un’intuizione di Leonardo Becchetti, esperto di Economia Civile, professore di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata e co-fondatore di NeXt Economia. «L’idea nasce da contingenze» ci ha spiegato. «Quando ero ancora ancora un giovane ricercatore andavo a fare volontariato presso le Botteghe del Commercio Equo al Festival di Villa Ada e mi veniva in mente l’idea di come incrociare quel mondo con la risposta ai problemi economici. È nata così la consapevolezza che abbiamo un potere straordinario. Il grande potere dell’economia sono le scelte dei cittadini: l’economia è la somma di queste scelte. E se tutti i consumatori domani votano con il portafoglio, scelgono i prodotti delle aziende più brave a livello di sostenibilità sociale e ambientale, il mondo cambia». Pensiamo al discorso del caporalato. «Abbiamo tante filiere caporalato free in Italia» ci spiega Becchetti. «Se comprassimo tutti i prodotti di quelle filiere il problema del caporalato non esisterebbe più. Una cosa che va assolutamente evitata è il qualunquismo, il dire “sono tutti uguali”. Ci sono tantissimi produttori con caratteristiche diverse e tanti marchi caporalato free».

Voto col portafoglio
Becchetti: «Il prezzo è la somma di una serie di fattori, tra cui il costo del lavoro, l’attenzione alla sostenibilità, la qualità sanitaria del prodotto. Un prezzo troppo basso dovrebbe insospettirci»

Quando il prezzo è troppo basso…

Ci sono molti elementi, nella dichiarazione programmatica di Voto col portafoglio, che ci fanno riflettere. Quando un prezzo è troppo basso, ad esempio, dobbiamo sempre domandarci chi paga la differenza con il prezzo di mercato di quel servizio o prodotto: l’ambiente, i lavoratori, noi consumatori? «Il prezzo è la somma di una serie di fattori, tra cui il costo del lavoro, l’attenzione alla sostenibilità, il fatto che il prodotto non sia di una qualità sanitaria non buona per noi. E poi i profitti dell’azienda e la sua capacità tecnologica» ci spiega Becchetti. «Quando troviamo un prezzo troppo basso ci dovremmo insospettire. Come consumatori purtroppo, almeno fino ad ora, l’unica cosa che conosciamo di un prodotto è il prezzo. Non riusciamo a verificare altro». Almeno fino ad ora è stato così. Ma le cose potrebbero cambiare.

Un Passaporto Digitale per ogni prodotto

Si sta pensando a un Passaporto Digitale del Prodotto, che dovrebbe essere emesso dall’Unione Europea, a cui è stata fatta questa proposta. I tempi sarebbero maturi: il discorso di non poter scrivere sulla confezione tutte le caratteristiche del prodotto era valido quando non c’era il digitale. «Oggi c’è il digitale, e questo problema non esiste più» spiega Becchetti. «C’è il QR code, basta inquadrarlo con il cellulare, e sappiamo che caratteristiche ha quel prodotto, come facciamo con i menu al ristorante. Qualche giorno fa una produttrice biologica diceva che nei prodotti che compriamo troviamo fino a 600 sostanze che possono essere nocive. Con il QR code possiamo vedere che ci sono prodotti che quelle sostanze non le hanno. Con l’UE stiamo spingendo affinché possa essere creata questa patente digitale che riporterà l’origine del prodotto, la filiera, la tracciabilità». Si spera che la legge sia approvata nel 2026. Per questo è stato fatto un appello ai nuovi parlamentari europei.

Voto col portafoglio
Voto col Portafoglio nasce da un’intuizione di Leonardo Becchetti, esperto di Economia Civile, professore di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata e co-fondatore di NeXt Economia

La piattaforma Gioosto: i prodotti selezionati sono qui

Il Voto col Portafoglio è un modo di dire no allo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali, alle paghe a 3 euro l’ora, a prodotti scadenti e nocivi per la salute. Acquistando da imprese sostenibili noi esprimiamo le nostre scelte di consumo per un’economia veramente civile, che può generare un effetto positivo sui lavoratori, sull’ambiente e su tutta la comunità. Tutto questo avviene in concreto. «Abbiamo creato una piattaforma, Gioosto» ci spiega Becchetti. «Il nostro invito ai cittadini è andare su questa piattaforma e comprare prodotti che sono già tutti selezionati attraverso NeXt, una rete fatta da sindacati, associazioni di consumatori, Ong e così via. Tutti i prodotti che vendiamo sul sito sono già filtrati, selezionati, che hanno passato un dato screening. Noi inseriamo aziende che conosciamo e hanno passato la selezione». Gioosto è a tutti gli effetti una piattaforma di e-commerce. «Dico sempre che anche a chi è pigro conviene» aggiunge Becchetti. «Basta sedersi sul divano e fare il carrello sul proprio cellulare». I prodotti variano a seconda della disponibilità ma ci sono 200 prodotti e una cinquantina di organizzazioni. C’è tutto il mondo dell’economia carceraria, tutto il mondo dell’agricoltura sociale e del biologico. Ci sono anche i prodotti di Libera.

Quali sono gli ostacoli al Voto col Portafoglio?

Si tratta però di cambiare le scelte, le abitudini delle persone. Di tantissimi, tutti noi, che oggi compriamo guardando il prezzo, o per pigrizia e abitudine, scegliendo il marchio e il prodotto che conosciamo. «Noi in questi anni abbiamo approfondito gli ostacoli al voto col portafoglio» ci spiega Becchetti. «Il primo ostacolo è il prezzo. Ma lo è fino a un certo punto: sul food le differenze di prezzo sono minime. C’è il problema dell’informazione, quanto le persone si fidano del rating dei prodotti. E per questo puntiamo sul Passaporto Digitale Europeo. C’è il problema del coordinamento delle scelte, di chi dice: “se faccio io da solo non serve, dobbiamo farlo in tanti”. C’è un problema di consapevolezza: molta gente non sa che esiste questa cosa. E c’è un problema di marketing; le risorse che hanno le filiere sostenibili non sono quelli che hanno i grandi marchi e la possibilità di promuovere questi prodotti è minore». E poi c’è la pigrizia delle abitudini. «Le persone sono pigre» conferma Becchetti. «Io ho cambiato il fornitore di elettricità. Non è una cosa banale, è impegnativa. Ma dopo che lo fai sei soddisfatto, hai un fornitore che corrisponde alla tua visione. Stiamo cercando di fare in modo che questi ostacoli siano sempre meno impattanti».

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