WORLD CLEANUP DAY: SULLE SPONDE DEL TEVERE CON RETAKE ROMA
I volontari si sono ritrovati sabato 15 settembre per pulire la pista ciclabile tra Ponte Milvio e il Ponte Duca D’Aosta. «Speriamo di dare il buon esempio»
17 Settembre 2018
Sabato 15 settembre in oltre 150 paesi in tutto il mondo si è celebrato il World CleanUp Day, una giornata dedicata alla cura e alla pulizia comune dei beni pubblici.
A Roma l’evento è stato organizzato dall’associazione Retake Roma, che in questi anni ha coinvolto molti romani in appuntamenti di pulizia di strade, piazze e luoghi degradati nei diversi quartieri della capitale.
Obiettivo di questa giornata è stato ripulire la pista ciclabile che collega Ponte Milvio con il Ponte Duca D’Aosta, nei pressi del Villaggio Olimpico, pista che negli ultimi mesi ha sofferto la noncuranza di molti cittadini che la attraversano.
Un tratto stradale noto solo ai ciclisti che per un giorno è diventato punto di ritrovo per famiglie, nonni, studenti universitari, gruppi sportivi, associazioni e tanti altri cittadini, tutti armati di rastrelli, pattumiere e pennelli. Percorrendo il viale incontro subito un giovane intento a rimuovere alcuni adesivi abusivi: «è la seconda volta che vengo, penso sia un evento molto bello, soprattutto per i bambini che imparando a fare la differenziata si riappropriano del senso civico. In una città che ha molti problemi è importante che tutti i cittadini diano il loro contributo, basta poco per dare il buon esempio e i piccoli gesti come quello di oggi possono fare la differenza».
LE OLIMPIADI DEL RICICLO. Retake è oggi presente a Roma con oltre 85 gruppi di quartiere e solo nel 2017 ha organizzato 517 eventi di pulizia e decoro urbano partecipati interamente da volontari. Proseguendo per il viale incontro Matteo con i suoi amici del comitato Retake-Torraccia. «Molti dei cittadini che abitano il nostro quartiere non sono civili», spiega, «lasciano escrementi di cane per terra senza raccoglierli insieme a cartacce, bottiglie e rifiuti ingombranti. Si lamentano che l’azienda comunale dovrebbe lavorare meglio, però sarebbe altrettanto utile che ognuno di loro si impegnasse per evitare di ridurre le strade in queste condizioni».
Una giornata partecipata da molte famiglie che insieme ai loro bambini hanno preso parte alle Olimpiadi del Riciclo. «Retake è anche sensibilizzazione nelle scuole», dice Alessandra, «e sono tantissimi i progetti che in questi anni abbiamo messo in campo insieme agli istituti romani e non solo. Il gioco delle Olimpiadi del riciclo aiuta i più piccoli a comprendere l’importanza di differenziare i rifiuti e in generale a far nascere in loro un senso civico che purtroppo nelle nostre scuole non viene più trasmesso».
Tra i piccoli partecipanti c’è anche Ludovica che con orgoglio dice di aver voluto festeggiare i suoi 8 anni insieme ai suoi amici retaker. «Siamo qui con i nostri bambini per insegnare loro un po’ di senso civico», spiega la mamma. «È sconfortante vedere quanti rifiuti abbandonati ci sono vicino la fermata dell’autobus. Tutto ciò dipende sì dal Comune, ma dipende anche dal nostro interesse. Speriamo che i bimbi imparino, Ludovica è molto orgogliosa di aver festeggiato il suo compleanno qui!».
COME DIVENTARE RETAKER. Collaborazione tra azienda comunale dei rifiuti, amministratori dei municipi e i singoli cittadini: un lavoro sinergico che può salvaguardare molti quartieri abbandonati della città. «La città è ancora in affanno e serve far rientrare situazioni di criticità come questa del ponte Duca D’Aosta» spiega Simone Vellucci, presidente dell’associazione .
«I tantissimi retaker presenti qui oggi sono cittadini comuni che sentono il bisogno di fare qualcosa per la propria comunità e che non vogliono restare immobili di fronte a certe situazioni. Aver abolito corsi di educazione civica nelle scuole ha portato dei disastri di cui oggi vediamo la conseguenza. Quindi c’è bisogno di dare l’esempio, di sensibilizzare la gente a comportamenti virtuosi».
Diventare retaker è semplice, basta visitare il sito retakeroma.org e cercare l’evento più vicino alla propria abitazione. «Le nostre vogliono essere azioni dimostrative, per non abituarsi che quello che viviamo nei nostri quartieri sia normale, perché normale non è», spiega Elisabetta. «Siamo persone che viviamo i nostri quartieri, per cui è giusto pretendere qualità da chi gestisce la raccolta dei rifiuti ma dobbiamo essere anche noi in grado di tenere in ordine la città. Si può pretendere solo nel momento in cui si agisce».
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